Editoriale

E adesso, tutti a osannare l'imbonitore del momento, il caldarrostaio più gettonato

E’ l’ora del nuovo, ma senza assurde distinzioni anagrafiche. La giovinezza può essere certo un valore aggiunto, ma di per sé non è nulla...

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

esso, tutti a osannare l'imbonitore del momento, il caldarrostaio più gettonato. Effetto ottanta euro? effetto disperazione e noia profonda? rigurgito delle solite vecchie facce da deretano? Un po' di tutto e anche di più, oltre al vecchio vizio italico di correre dietro all'idolo del momento, salvo poi rinnegarlo e sputacchiarlo al primo segnale di sconfitta. Oltre alla totale mancanza di senso critico e all'incapacità di discernere un volto da una maschera ricoperta di cerone,  come quella del “ragazzotto” rignanese,  novello Dulcamara abilissimo nel propinare l’elisir, invece che di lunga vita, di lungo voto . Senza però togliere nulla alla sua purtroppo indubbia affermazione,  bisogna dire che più che aver vinto  lui hanno perso gli altri. Banalità? Non proprio, con un 40% e rotti di astensione. Troppo comodo e troppo facile accusare chi si è astenuto di atteggiamento da ignavo e non capire che è la politica, oggi, a provocare il "gran rifiuto". Troppa arroganza, troppi fallimenti, troppa superficialità (nella migliore delle ipotesi). Chi ha avuto tra le mani un consenso "bulgaro" e non ha saputo sfruttarlo a dovere (e diciamolo facendo la debita tara a tutti gli ostacoli e "mine" che gli sono stati gettati davanti) non può oggi cavarsela accusando gli italiani di idiozia (non che non sia vero, intendiamoci ...). E una destra che ha suicidato se stessa non può oggi pensare di risorgere con le solite facce, faccine e facciotte di chi ha contribuito a partarla al fallimento. Se poi si accontentano della percentuale di un tre e mezzo per cento, dopo essersi presentati, almeno nel simbolo (e verrebbe da dire: giusto in quello) come eredi non solo della fallimentare Alleanza Nazionale, ma anche del  vecchio e tutto sommato glorioso (se non altro molto più decoroso) Movimento sociale Italiano, buon per loro.  Godano pure lieti sino alla (si spera)  prossima estinzione.

Certo la soluzione non sono né i grilli sputazzanti  (se non altro,” leggermente” ridimensionati come i classici pifferi di montagna)  né i rivoluzionari da scrivania e tastiera, per i quali tutto va sempre e comunque male e detentori di una assoluta verità che solo loro e pochi eletti sono in grado di delibare.  Oggi c'è spazio per un nuovo, grande movimento "di destra", non solo e non tanto nell'etichetta quanto soprattutto nei valori. Un movimento che senza appiattirsi sui pur certo graditi trionfi d’oltralpe, abbia il coraggio di raccogliere parole d’ordine “politicamente scorrette”: no alla tirannia della finanza europea e delle lobby di ogni tipo, alla distruzione completa della famiglia tradizionale e alla “santificazione” della omosessualità, con tanto di corsi semipornografici nelle scuole: un basta, chiaro forte e deciso, a tutti i privilegi e agli sprechi della più sconcia delle caste mai visti, di cui il sig. Renzi è parte integrante. Se i suoi devoti adoratori dessero un’occhiata alle sue spese a nostro carico, forse lo osannerebbero un po’ meno.  E parecchie altre cose, naturalmente, a cominciare dalla “rottamazione” vera e senza sconti, dei   “professionisti  della politica”, dei falliti di lusso senza arte né parte che però campano alla grande alle spalle e alla faccia del popolo per certi aspetti più geniale e per altri più beota che ci sia.

Ma non possono certo essere i fallimentari di ieri e i falliti di oggi a proporlo, e nemmeno pizie attempate e sibille annoiate. E’  l’ora del nuovo, ma senza assurde distinzioni “anagrafiche”. La giovinezza può essere certo un valore aggiunto, ma di per sé non è nulla: se l’alternativa a cariatidi bavose e repellenti devono essere giovinastri rampanti e famelici, sarà davvero un cadere dalla padella nella brace. L’alternativa deve essere nelle persone, nel non essersi compromesse con il lato oscuro del potere: una elite che non abbia timore di essere e anche definirsi tale, composta dalla  migliore e più generosa  giovinezza e dalla più onesta e lucida esperienza,  che devono unirsi e alla svelta, se vogliono salvare questa “serva Italia”; dopo il voto di ieri, serva più che mai, degli eurocrati di Bruxelles.

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