Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Con giugno inizia la stagione dei premi italici, resa nota la cinquina dello Strega fra le solite e irrinunciabili polemiche, ora si punta al risultato finale il 3 di luglio, poi sarà la volta del premio Campiello e del Viareggio.
Anche in questi casi le polemiche saranno all’ordine del giorno, e non può essere diversamente visto che i blasonati riconoscimenti di casa nostra si fondano su regolamenti quanto meno discutibili.
Premiopoli italiana è un distretto assai affollato che si divide fra i premi che danno luce agli scrittori e perciò sono ambitissimi dagli stessi e quelli che invece dagli scrittori vengono illuminati, in questo caso sono i riconoscimenti ad ambire gli scrittori e non viceversa.
In entrambe i casi il giudizio di qualità, la valutazione estetica o anche solo di gusto (pensate un po’, ci basterebbe anche solo l’espressione del fallace gusto individuale) non hanno praticamente cittadinanza, o quanto meno non hanno diritti legalmente riconosciuti nella upper class di Premiopoli Italia.
Se invece si scende fra il “popolo” di Premiopoli si possono avere delle sorprese, di solito piacevoli almeno in ordine al tentativo di istituire una gara senza trucchi e senza doping.
Fino a qualche anno fa, sulle colline fiorentine, c’era il bel Premio Palazzo al Bosco istituito da Giovanna Querci Favini che aveva raccolto una nutrita schiera di lettori forti, senza nomi pesanti da spendere, che valutavano le decine e decine di romanzi inediti partecipanti alla competizione. Da quel premio era uscito anche qualche vero talento, come Piero Meldini, autore dell’Avvocata delle vertigini, che vinse nel 1993 nella sezione inedito e poi fu pubblicato niente meno che da Adelphi.
Riservato ai giovani lettori delle scuole medie superiori da sei anni c’è il Premio Nanà: Nuovi scrittori per l'Europa - promosso da Avagliano editore e da Avagliano iSchool.
Anch’esso riservato alla narrativa inedita ha la particolarità assolutamente interessante, e tale dovrebbe essere per le case editrici sempre (così dicono) desiderose di intercettare il pubblico giovane, di affidare il giudizio ad una giuria di studenti degli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore, scelti in rappresentanza delle tipologie di scuola (licei ed istituti) e delle ripartizioni geografiche in Italia (nord-ovest, nord-est, centro, sud e isole).
Per gli studenti un’esperienza di lettura interessante e soprattutto una prova di responsabilità di giudizio destinata a maturare anche il gusto, oltre al tentativo di indicare un propria per quanto aurorale estetica del romanzo; per gli scrittori un cimento diverso dal solito, anche se c’è il rischio di strizzare l’occhio alla letteratura di genere; infine per il mondo dell’editoria un possibile serbatoio di opere che hanno passato il vaglio di quel tanto desiderato mondo dei giovani che leggono poco o niente.
Nel tempo del largo ai giovani, della rottamazione indiscriminata di chi abbia più di 45 anni, il Premio Nanà dovrebbe avere almeno il patrocinio volontario del “giovane” presidente del Consiglio.
E invece no. Nessuno lo conosce perché nessuno ne parla, perché non è popolato di “gente che piace alla gente che piace”.
Alla serata della cinquina dello Strega nell’appartamento affollatissimo di Casa Belloci, il neo ministro alla Cultura Dario Franceschini non ha mancato di fare la sua doverosa passerella, rilasciare l’altrettanto doverosa intervista e distribuire gli immancabili sorrisi compiaciuti e compiacenti, ma dov’era lo stesso ministro del Governo “giovane” il 6 giugno? Certo non nell'Aula G. Levi della Facoltà di Lettere dell'Università “Sapienza” di Roma, certo non a partecipare alla premiazione della sesta edizione del Premio Nanà dedicato ai giovani e doping free (lo scrivo in inglese per compiacere l’obamismo renziano e piddino).
In compenso c’era, come ospite d’onore, lo scrittore Luciano De Crescenzo, amato dai lettori di tutte le età, che ha ricevuto una pergamena e una targa d'argento in segno di affetto e di stima da parte degli studenti e del Comitato del Premio.
Vogliamo credere che il corso giovanilista della politica, travolto dal recente insediamento, non abbia ancora fatto mente locale sul da farsi? Vogliamo dire che forse il Premio Nanà non ha invitato al momento giusto le persone giuste? Vogliamo dire che i giornalisti sempre pronti a polemizzare con i premi della upper class di Premiopoli, ma sempre presenti tutti in prima fila ai blasonati appuntamenti che poi stigmatizzano con indignata fedeltà, non sono stati raggiunti con la giusta comunicazione?
Va bene diciamolo! Ma da ora in poi niente scuse, per la settima edizione vogliamo vedere tutti al Premio Nanà. Invocano Premi letterari che siano trasparenti? Che individuino nuovi talenti? Che parlino ai giovani? Sono serviti, ma se lo ignoreranno ancora non avranno diritto a far polemiche o a parlare di giovani e giovanilismi vari e avranno dimostrato che si stratta solo di chiacchiere demagogiche.
Intanto ecco i vincitori della sesta edizione.:
1. Alex, di Daniele Civinini
2. Pulvis et Umbra, di Vittorio Maria de Bonis
3. Scrittura creativa, di Barbara Galli
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