Editoriale

Fuori gli italiani dai musei

​Dell’ultima, geniale trovata dell’altrettanto geniale ministro Franceschini, l’unico ad aver detto cose sagge e sensate è stato Vittorio Sgarbi

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

ell’ultima, geniale trovata dell’altrettanto geniale ministro Franceschini, l’unico ad aver detto cose sagge e sensate è stato Vittorio Sgarbi. La domanda che mi pongo, di conseguenza, è la seguente: Ma il ministro dei Beni Culturali, e altri con lui, è mai stato in un museo all’estero? È mai stato al Louvre? Perché se, come voglio sperare, ci fosse stato, avrebbe certo notato come l’ingresso per i parigini sia gratuito ed invece, venga fatto pagare un biglietto al turista straniero. Razzismo culturale? No, semplice buon senso e ottima strategia nel “marketing” legato ai beni artistici.

Ora, invece di far pagare i pensionati e tutti gli altri, tranne i più giovani che - lo sostengo io, per carità, è una mia opinione - non credo siano molto interessati a visitare i musei nostrani, preferendo loro certamente centri commerciali e altre forme di divertimento demente, non si potrebbe rendere gratuito anche da noi, per i cittadini, l’ingresso ai musei oppure introdurre un prezzo politico puramente nominale del biglietto?

Altra “scoperta” folgorante del ministro ferrarese: l’apertura serale al venerdì di alcuni musei. Complimenti, dopo anni che lo gridiamo, in un lampo d’illuminazione fenomenica, quasi un “satori”, sono riusciti a far tenere aperti gli spazi museali, una sera alla settimana. Che sforzo, quale immane fatica verrà richiesta mentre di certo si solleveranno vibranti le proteste dei sindacati sinistrorsi per lo sfruttamento iniquo dei poveri lavoratori, costretti ad un faticosissimo orario notturno. Vi ricordate la pietosa sceneggiata di qualche settimana fà per l’apertura notturna del Colosseo? Ecco, appunto.

Non c’è il personale? Lo si paghi meglio. Oppure se ne assuma di nuovo. Ci sono migliaia di giovani - e meno giovani - preparati, che hanno studiato arte per poi finire nei “call center” o a vendere polizze assicurative. Aprano a loro. Venga loro dato uno stipendio minimo, a orario. Fuori, là c’è una marea di ragazzi, ragazze, uomini e donne che sarebbe anche felice di poter fare un lavoro affine al loro corso di studi. Invece no, non vorremmo mai che i cari sindacati insorgano, vero?

Privatizzazione e detassazione. Non bastano, non fatte così, qualcuno lo faccia sapere al caro Franceschini. E già che c’è, qualcuno informi pure lo stesso ministro della situazione alquanto discutibile nella quale versa il Teatro Valle. Ma si sa che da sempre, agli artisti in quota alla sinistra, tutto è concesso.

Troppo difficile? In compenso, al solito, dalle “intellighenzie” di destra abbiamo sentito il vuoto quasi assoluto e roboante in merito alla questione del costo del biglietto dei musei e dell’apertura notturna. Qualcuno ha protestato per il Valle, debolmente ché sennò ci danno poi dei fascisti. Ah già, ci sono i Mondiali di Calcio, scusate, mi dimentico sempre, sono così distratto! Bravi comunque, continuate così a chiacchierare e a non fare. Continuate pure così.

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