Sconsacrazione planetaria di una disonorevole disfatta

Il Mondiale dei cannibali e dei vampiri peserà a vita come un macigno nella mente degli sportivi azzurri

Gli tsunami sportivi chiamati Costa Rica e Uruguay erano da mesi nell’aria, da quando l’Italia di Prandelli giocava le amichevoli e le perdeva o le pareggiava per il rotto della cuffia

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Il Mondiale dei cannibali e dei vampiri peserà a vita come un macigno nella mente degli sportivi azzurri

 Diceva Winston Churchill “Gli Italiani perdono le guerre come fossero partite di calcio e le partite come fossero guerre”.

Insomma, già a quei tempi eravamo ben conosciuti anche a livello internazionale, grazie ai nostri finali tragicomici, che ben siamo abituati a vedere anche ai tempi d’oggi.

Il Mondiale dei cannibali e dei vampiri peserà a vita come un macigno nella mente degli sportivi azzurri.

E molti si stanno chiedendo ciò che rimane della Nazionale di calcio.

Le brache di tela, null’altro! Un’ italietta formata da italioti che ci hanno fatto vergognare di appartenere allo Stivale.

La squadra di Prandelli non ha mai, e sottolineo mai giocato al calcio, quello vero intendo, fatto di uomini veri, di grinta vera ed entusiasmo per questo sport.

Ormai la marea di lagrime di coccodrillo che abbiamo lasciato in terra brasiliana stanno assorbendo, lasciando spazio a certune lacune psichiatriche di giocatori ancora bambini.

Sconsacrazione planetaria di una disonorevole disfatta totale che a questi Mondiali 2014 -e in Italia per la drammatica morte di Ciro Esposito- assume i contorni dell’horror.

Non né esce nessuno a testa alta, sconfitta su tutti i fronti, in quanto il gruppo azzurro ha steccato goffamente nella sua globalità.

Nessun giocatore che ha vestito la maglia della nazionale si è distinto o ha, in qualche modo, fatto la differenza.

Brazuca, il pallone più sperimentato di sempre, certificato addirittura dalla Nasa, sta premiando solo chi lo merita, i flosci a casa.

Noi di Totalità era da più di un anno che lo urlavamo, che gridavamo che Prandelli-Abete sarebbe stato il duo che ci avrebbe portato allo sfascio.

Il tour in Brasile, infatti, è iniziato il 12 e il 24 è ignobilmente terminato.

Un fallimento catastrofico anche nelle cifre, poiché sono stati investiti più di 300milioni di €; sì, un fallimento sportivo ed economico.

L’unico gesto nobile di tutta questa spiacevole faccenda?

Le dimissioni dei dirigenti della Federcalcio che hanno riconosciuto di aver fallito in tutto.

Ma, ora, siamo alla ricerca della vera Italia.

E’ di primaria importanza ridisegnare il calcio, cominciando da subito con i giovani, sempre più "tossicomani" da milioni di euro d’ingaggio, ovunque spiri la brezza del business, del contratto a ogni costo, invece che dall'amore per lo sport più bello del mondo.

Tutti i 20, e passa, milioni di italiani appicciati a quella maledetta diretta Uruguay Italia, sapevano come sarebbe andata a finire.

Gli tsunami sportivi chiamati Costa Rica e Uruguay erano da mesi nell’aria, da quando l’Italia di Prandelli giocava le amichevoli e le perdeva o le pareggiava per il rotto della cuffia.

Un buon viatico per capire che gli azzurri si sarebbero presentati in Brasile inutilmente effimeri.

La partita con Uruguay, gli zeru ( come diceva qualcuno…) tiri in porta dell'Italia, la stanchezza fisica e psichica dei giocatori italici, depositano la pietra tombale, senza nessun fiore, su una delle più brutte pagine di sport degli ultimi 50 anni.

E, pertanto, il ritorno a casa è stato più che giusto.

L’illusoria vittoria con gli zombie inglesi, è servita solo a coprire le magagne che puntualmente sono venute fuori con un squadretta come la Costa Rica.

Prandelli e compagnia brutta, si sono voluti attaccare all’idea che un solo uomo, che fenomeno non è mai stato, ma un professionista assolutamente inaffidabile, potesse risolvere i problemi di un team senza attributi e desiderio di emergere e, questo convincimento, è costato la sconfitta al Mundial brasileiro.

C'è da subito bisogno di un team che inizi subito dalla base, dai vivai, dai giovanissimi, istituendo nuove regole in linea con il mercato globale.

Il raccapriccio ha nettamente prevalso sulla nostra realtà già imputridita nella sostanza, come stanno a dimostrare le nostre squadre in campo internazionale e la mancanza di stelle di prima grandezza del calibro di Neymar, Messi, Robben, Van Persie, Sanchez e via dicendo.

Prandelli era tornato ad illudersi che un malinconico "catenaccio" potesse condurre almeno ai quarti, mentre invece ci ha portati direttamente agli inferi, proscritti con la Spagna e l'Inghilterra nel miserrimo ristretto club delle Vecchie Glorie Eliminate.

In un Mondiale colmo all’inverosimile di buoni giocatori, appartenenti alle nazionali di Olanda, Brasile, Cile, Colombia, Germania, Francia, e dove anche le stelle danno l’anima per la vittoria, il team azzurro ha indubbiamente conseguito la gradevole, florida e serena pensione, compresi i baldi e giovani spacconi di colore e non, e i timidi "vigilanti" delle Vecchie Glorie.

Quindi, despedida samba! Olá Brasil!

Che la batosta sia da lezione per la nuova dirigenza e, in primis, per il nuovo allenatore che tanto vorremmo portasse il nome e cognome di Roberto Mancini.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 29/06/2014 13:09:05

    Sinceramente non capisco la sponsorizzazione di Roberto Mancini. Per non parlare di chi addirittura immagina i vari Zaccheroni, Capello, Allegri e Guidolin. Io affiderei tutto all'allenatore dell'under 21, con un progetto decennale e solo medagli a d'ro per ogni chiamata in nazionale, non sicuramente premio partita. Era stato annunciato così nel lontano 1986, mondiali Messico, Carraro imperante, ma poi non è cambiato nulla.

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