Al mare o ai monti? No, ad aiutare chi ha necessità

Il bisogno non va in vacanza

I volontari delle associazioni di pubblica assistenza sono tanti ed efficienti ma c’è anche tanto da fare

di Niccolò Andreotti

Il bisogno non va in vacanza

Inizio delle vacanze. È tempo dei progetti last minute per trascorrere le meritate ferie fra relax e divertimento: al mare o in montagna? In Italia o all’estero? Con la famiglia o con gli amici?

Eppure nelle nostre città c’è chi sembra lavorare sempre, a qualsiasi ora di qualsiasi giorno e, incredibile a dirsi, lo fa pure gratis. Sono i volontari delle tante associazioni no profit di pubblica assistenza che, spesso ce lo dimentichiamo, garantiscono soccorso sanitario, e non solo, senza mai percepire un solo euro. L' Italia è al quattordicesimo posto nel mondo nel volontariato e forse si potrebbe pensare che, anche in questo settore, tanti sono migliori di noi ma chi vive dentro a queste associazioni conosce bene il loro livello di qualità. Qualità è per i volontari sinonimo di competenza, raggiunta attraverso corsi di preparazione e esami, e impegno, che invece nasce dalla passione e dall’interesse verso l’altro, la vera humanitas del “Punitore di Se Stesso” di Terenzio.

La sempre più numerosa presenza di ragazzi all’interno di queste associazioni sembra non far notizia perché i più giovani, è noto, non hanno mai voglia di fare nulla; eppure anche dalla loro personale rinuncia a sei ore di studio o di divertimento per coprire un turno di volontariato nasce un servizio importante per la società. Inoltre, sono in tanti a confermarlo, quello che questa attività lascia dentro a chi le dedica del tempo, tanto o poco che sia, è difficilmente spiegabile e va senza dubbio oltre a questo piccolo sacrificio: è la magia di un “grazie” pronunciato da chi soffre e la soddisfazione di quando, una volta tornato stanco a casa, ti togli la divisa e senti che, semplicemente, hai fatto del bene. Come è noto un piccolo gesto, un po’ di attenzione e di sostegno incondizionato valgono tanto per chi sta vivendo un momento di difficoltà. Far ridere il ragazzo che ha appena avuto un incidente con il motorino o aiutare la signora a salire le scale: basta poco.

Questa riscoperta dell’altro nasce dalle tante attività che ognuna di queste associazioni svolge sul territorio: dai servizi sociali alle emergenze, dalla protezione civile al servizio di trasporto e dimissione. Il servizio di emergenza è senz'altro quello più conosciuto ai più e, purtroppo, il più statisticamente frequente: tutto inizia con una telefonata in associazione. È il centralino del 118; la squadra che copre il turno prende la telefonata e sale in ambulanza dove riceve i dati dell’accaduto. Anche nella testa del soccorritore più esperto la tranquillità di poco prima lascia spazio a dubbi e preoccupazione: nulla deve essere lasciato al caso e, il soccorritore lo sa, anche il più banale incidente può trasformarsi in una tragedia. Sul posto i dubbi e le preoccupazioni devono sparire: là servono solo tanto lavoro di squadra e massima attenzione. Altri servizi, meno noti ma non meno importanti, come l’assistenza agli anziani o ai disabili non sono certamente svolti come meno rigore e sistematicità.

Queste attività, sempre coordinate dal 118, lasciano comunque spazio ad attimi di scherzo e di gioco durante i momenti di pausa che spesso contribuiscono a rendere la sede dell’associazione una seconda casa per i volontari. Qui infatti, oltre a televisione e divano, possono trovare nuovi amici: non mancano feste e cene dell’associazione per festeggiare insieme il Natale o l’inizio dell’estate.

Dunque all’interno di queste associazioni impegno e sentimento incontrano amicizia e condivisione: davvero un bel modo per passare un po’ di tempo durante le vacanze e non solo.

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