Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Dopo il fallimento ai Mondiali brasiliani tutti hanno tenuto pubblicamente a dire che bisogna ripartire da zero, basta con i soliti volti, basta col vecchio, basta con le vecchie tradizioni.
Infatti, il nome che quasi sicuramente andrà a sostituire il fallimentare Abete è quello di un 70enne, di nome Carlo Tavecchio, già vice presidente vicario della Figc e dal 1999 capo della lega Dilettanti.
Per noi, il nuovo, significa un giovanotto di primo pelo nato nel luglio del 1943, che si è subito premurato di affermare che Demetrio Albertini ha suggerito le parole proferite ieri da Barbara Berlusconi: “Ci vuole un quarantenne preparato ai vertici del calcio”.
E, infatti, il nuovo despota del calcio italiota sta facendo salire le quotazioni di Perrotta, che sarebbe alternativo a Paolo Maldini come capo-delegazione, al posto di Albertini, ormai marchiato a fuoco come aizzatore d’animi.
All’attuale volto vecchio della FGCI non andrebbe molto a genio Roberto Mancini, l’unico in pratica degno del ruolo di CT, uno che non ha amicizie altolocate, tipo il premier o il Palazzo stesso del calcio, che ha notevole esperienza internazionale e che, anche fisicamente, sarebbe proprio molto rappresentativo.
Ma no, al vecchio Tavecchio, piacciono gli allenatori vissuti (Zaccheroni) o macilenti come Allegri e Guidolin, insomma roba da poter gestire tranquillamente, mentre il Mancio è conosciuto come uomo che non ammette intrusioni di campo.
Ma siamo nel Paese dei comici in politica, dei magistrati al Governo, del populismo più becero e superfluo e, quindi, non ci stupiremmo se il prossimo CT della Nazionale fosse il giovane, ma esperto e promettente Carletto Mazzone.
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