Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
l ministro pro-tempore dei Beni culturali (dato che ne abbiano avuto uno diverso all’anno), Dario Franceschini, al recente Salone di Torino se n’è uscito con l’estemporaneo invito alla televisione di ripagare il male fatto alla cultura italiana promuovendo il libro. Ma le sue idee sono state a dir poco balzane, tanto che nessuno gli ha dato il minimo credito. Che senso ha in una soap opera o in un serial tv far vedere gente che legge, un personaggio con un libro in mano? Nessuno ci farebbe caso, e magari come avvenuto in passato il cattivo della situazione, un killer o un pedofilo, potrebbero leggere, ma guarda un po’ che caso, Il Giornale o magari un libro di Evola…
Siano seri, e andiamo al sodo, cerchiano di non essere estemporanei e pensiamo soluzioni fattibili. Quando ero nella redazione cultura del Giornale Radio Rai, il mio caporedattore di allora, Piero Dorfles, si inventò una rubrica intitolata “Un libro al giorno” che in un minuto poco più, poco meno (il tempo ottimale per non far distrarre l’ascoltatore), parlava di un romanzo o saggio. Un modo semplice ma efficace per promuovere la lettura senza tante chiacchiere.
A dire il vero quando si proponeva la rubrichetta nelle riunioni preparatorie dei giornali radio, i vari capiredattori o chi per loro dei GR1, 2 e 3 non erano molto soddisfatti, a volte storcevano il naso o sbuffavamo apertamente. Ritenevano la proposta una pezza, quasi un modo per evitare un lavoro più impegnativo, una intervista o un vero e proprio servizio su un qualcosa letto magari proprio quella mattina sui quotidiani e ritenuto importantissimo o “popolare”. Mitico aggettivo che faceva rigettare libri considerati troppo “difficili” per il pubblico radiofonico. Sicché spesso “Un libro al giorno” non andava in onda nelle edizioni principali dei GR, ma slittava in quelle secondarie come una specie di riempitivo. Un clamoroso errore di prospettiva.
Alla radio si sente soltanto una voce, mentre in televisione si vedono le immagini che spesso distraggono dal parlato. La formula di “Un libro al giorno” potrebbe essere benissimo adatta per i TG (anche se lo consigliai inutilmente al TG2): un minuto o poco più per chi sa parlare efficacemente sono sufficienti, e le immagini tra il volto del giornalista, il libro e spezzoni di repertorio adatti all’argomento, riempiono facilmente 60-80 secondi. La rubrica potrebbe andare in coda ai TG, prima dello sport, quando si trova sempre spazio per il cinema, meglio se nelle edizioni principali, ma anche le secondarie vanno bene. Per promuovere la lettura tutto fa brodo. Altro che un personaggio di Un posto al sole o di Gomorra con un volume in mano!
Una cosa semplicissima da realizzare. Bisogna soltanto trovare le persone adatte e convincere i direttori dei vari TG che si tratta di una buona idea per una buona causa. Ministro Franceschini provi a scrivere loro una autorevole lettera su carta intestata, ma più convincete di quel che ha detto inaugurando il salone del libro!
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