Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Ah, questi ragazzi devitalizzati anoressici di futuro. Non sono ventenni ma ottantenni con sistema rateale. Quattro comode rate di vent’anni l’una.
Il ‘68 infiammò un’epoca e poi lasciò una nuvola di fumo. Fumo ideologico per una generazione rapita da fumo e utopie. Fumo di molotov, P38 e micce per una generazione che poi scelse il Partito Armato. Fumo di canne e allucinogeni per una generazione che fuggì la realtà attraverso la droga. Le tre gioventù fumanti inseguivano un miraggio comune: il paradiso artificiale il cielo trasferito in terra grazie all’utopia, al terrore o alla droga. Chi si curò delle anime (gli ideologi), chi dei corpi (i terroristi) chi del giardino (i figli dei fiori, gli erbivori, infine i verdi).
Il ‘68 al potere. E’ la vittoria di una generazione, dicono. O di una degenerazione?
L’oppio, religione dei popoli. La droga come capitolo dell’alienazione. L’idea che si possano comprare gli stati d’animo, che si possa trasferire l’interiorità, traslocarla e delegarla a un potere. L’idea disumana che si possa cedere la sovranità della propria vita, vivere in franchising.
Il Novecento, fabbrica di paradisi infernali.
Nella prima metà il Novecento fu un’emorragia. Nella seconda metà un’anemia.
Secolarizzandosi, paradiso e inferno finiscono col coincidere. Nelle rivoluzioni, nei regimi, nella tecnica, nel sesso, nella droga. Persino il paradiso delle vacanze si lega all’inferno delle autostrade.
L’inferno è vuoto, dicono i nuovi teologi. L’Hotel Satana con vista sul Male non ha ospiti, solo insegne luciferine che lampeggiano a vuoto come in una las vegas deserta. Non è per amor di simmetria ma a questo punto temo che anche il paradiso sia chiuso. Se non ci aspetta l’inferno non ci aspetta neanche il paradiso.
Inserito da yanmaneee il 07/03/2022 05:03:40
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