Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
L'ultimo biglietto valido per il ballo dei sogni se lo giocano Argentina e
Olanda. Le due parti non si affrontavano dalla finale del 1978 a Buenos
Aires.
Macchie arancioni e albicelesti colorano l'Arena du Corinthias in quel di San
Paolo, gli inni sono cantati con la tensione negli occhi di chi si gioca tutto,
di chi cerca conferme e di chi spera in una finale straordinaria e il clima
sugli spalti è straordinariamente caotico.
Da una parte Messi, che con questo mondiale potrebbe finalmente scrollarsi di
dosso quella nomea di campione e fuoriclasse nel Barcellona, ma totale perdente
nella Seleccion. Dall'altra l'eterna perdente, che per tre volte su tre giocate
ha perso una finale mondiale.
Si comincia dopo il magnifico minuto di silenzio in onore di Alfredo di
Stefano, colonna portante del calcio mondiale venuto a mancare ieri sera fra le
lacrime di tutti gli amanti del pallone.
Domina il piede sinistro nel pre-partita; Messi contro Robben, fuoriclasse trascinatori
delle rispettive nazionali.
Sabella ripropone gli undici titolari contro il Belgio, ad eccezione
dell'infortunato Di Maria, sostituito da Enzo Perez, autore di un'ottima
stagione è premiato come miglior giocatore del Portogallo. Dall'altra parte la
più grande generazione dopo quella di Rijkaard, Gullit e Van Basten capitanata
da Snejider, Van Persie e Robben con l'arduo compito di cucire sull'arancione
la prima stella mondiale.
Mascherano, centrocampista albiceleste, alla vigilia della partita in
conferenza stampa ne ha sottolineato l'importanza: non riesco ad esprimere cosa
significhi questa maglia per me, è un emozione troppo forte giocare questa
semifinale.
Per i primi 10 minuti prova a fare gioco proprio la squadra sudamericana
guidata da Sabella, mentre l'Olanda cerca di contenere e bloccare qualunque
passaggio alle spalle dei propri difensori, cercando sempre di ripartire con
lanci lunghi per il "motorino" Robben.
Ci prova Messi al 14' con una punizione dal limite bloccata dal numero 1 olandese
Cillessen.
Il primo tempo si conclude con poche emozioni, solo la punizione della
"pulce" e un cross sbagliato da Rojo all'ultimo minuto per Higuain.
Grande paura tra le fila argentine al 30' quando Mascherano si scontra con
Wijnaldum subendo un colpo alla testa e, stordito, cade per terra
Sembra difficile a questo punto vedere un altro risultato tennistico come
quello di ieri sera fra Brasile e Germania.
L'Olanda infatti si chiude sotto il gioco dell'Argentina, sembra aspettare
Messi e compagni che tentano inutilmente ad incidere. Neanche il numero 10 può
nulla contro il muro di sei difensori disposti da Van Gaal, per questo gli
scontri a centrocampo e i falli sono i vero protagonisti del primo tempo.
Cambiano volto le tattiche e gli equilibri del secondo tempo perché è l'Olanda
a fare la partita. Sebbene l'Argentina appaia spenta gli Oranje non riescono a
creare situazioni pericolose per la porta di Romero fino al 90', quando Robben,
dopo uno spettacolare scambio con Snejider si allunga troppo il pallone in area
favorendo il fantastico recupero di Mascherano che salva in corner.
Gli ennesimi supplementari del "Mondiale dei mondiali" sono
ugualmente piatti e molto tattici. Da segnalare il tiro al 98' di Robben
bloccato sicuro da Romero e la clamorosa palla gol di Palacio a cinque minuti
dai calci di rigore. La sfera capita a Maxi Rodriguez che pesca l'attaccante
dell'Inter faccia a faccia con Cillessen, ma con un velleitario colpo di testa
spreca tutto. Si arriva così alla lotteria dei rigori, dove Romero ipnotizza
prima Vlaar e poi Sneijder consegnando le chiavi della semifinale ai piedi di
Maxi Rodriguez, che dopo i rigori firmati da Messi, Garay e Aguero, non
sbaglia. La finalista quindi è l'Argentina, che affronterà la grande Germania
in un ritorno che sa di anni '86 e '90.
Robben a fine partita esprime la propria delusione per la sconfitta: Siamo
delusi e fa male, tutti abbiamo dato tutto. Si gioca da squadra, si vince e si
perde insieme. Nel calcio una sconfitta fa sempre male, piccoli dettagli possono
fare la differenza.
Cosa spinge ancora quest'Argentina avanti nel Mondiale? Sicuramente la fortuna,
è vero, ma quella concentrazione di 120', il gioco compatto e fisico di
Mascherano (uomo partita) e Biglia, gli spunti di Messi e i miracoli (inaspettati)
di Romero. I tulipani crollano sotto le mano del portiere del Monaco, dopo un
mondiale giocato ad altissimi livelli; eliminata la Spagna campione in carica
con un sonoro 5-1 è arrivata alle semifinali senza grandi preoccupazioni, deve
cedere all'immensa volontà degli argentini di imporsi nel mondiale.
13 luglio, ore 21 tutti connessi, Argentina - Germania, o dentro o fuori in
quella che sarà una finale da cardiopalmo, mentre riecheggia nell'aria sempre
quel coro dei tifosi argentini, una vera colonna sonora: Messi lo vas a ver, la
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