Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Terza finale mondiale consecutiva che non dichiara la squadra più forte nell’arco dei 90 minuti.
Nel 2006 era toccato all’Italia battere la Francia ai rigori in quel di Berlino; quattro anni orsono la Spagna regolava l’Olanda ai supplementari, così come ieri la Germania s’è imposta sull’Argentina al Maracanà di Rio de Janeiro, dopo 110' grazie alla bellissima azione Schurrle-Goetze, due giovani più che speranze teutoniche.
Tali ennesimi extra-time non sono che stati la definitiva
conferma dell’equilibrio e del bilanciamento tecnico di questo Mondiale 2014: infatti,
nelle ultime 15 gare, mi riferisco alle eliminazioni dirette, per ben 8 volte
non sono bastati i 90', in 5 partite, finale inclusa.
Dopo il risultato di ieri, che ha visto trionfare la Germania, a lungo i “giornaloni” e le trasmissioni televisive,
sportive e non, disquisiranno della nuova, giovane e fresca ondata
generazionale tedesca, di una programmazione iniziata da tempo, di un ottimo
lavoro volto soprattutto verso il futuro…
Per carità tutte cose vere, ma come dimenticare che l’Argentina non ha assolutamente demeritato, andando varie volte vicinissima al gol, evidenziando una leggera sottomissione a livello quantitativo, ma superiore in quello qualitativo.
Da Sky alla Rai, tutti avevano già pronosticato una bella e salutare scampagnata per i baldi giovanotti della Merkel, mentre poi la realtà ha mostrato una squadra, quella sudamericana, compatta in tutti i reparti, con una difesa impenetrabile, e con un gioco di rimessa ottimamente orchestrato.
L’unico svarione difensivo è costato loro la coppa del mondo.
Ha saputo proteggersi sulle fasce con studiati raddoppi difensivi e il centrocampo guidato da Mascherano è stato un muro invalicabile, lasciando alla Germania uno sterile possesso palla, sovente senza colpo ferire.
Ma quando, i biancocelesti, agguantavano la sfera per i bianchi tedesconi poteva suonare a morto da un momento all’altro. Solo la poca precisone delle punte argentine hanno permesso alla partita di rimanere a lungo sullo 0 a 0.
L’unica grande occasione dei tedeschi, prima della rete decisiva, è nata da un calcio d’angolo con un palo di Howedes, quelle dell’Argentina sono giunte in contropiede o per certuni errori alla Paganin di Kroos.
Messi e Higuain, hanno sbagliato di tutto. Il primo, quello che doveva suggellare il sorpasso su Maradona come giocatore più forte di ogni tempo, si è visto solo in un paio di accelerazioni, ma non ha inquadrato mai la porta, troppo poco per affiancarlo al grande Diego.
Il centravanti del Napoli, ha sbagliato una rete che non doveva assolutamente sbagliare, mentre ha segnato in netto fuorigioco.
Conclusione: Messi è ancora anni luce da Maradona, Higuain era ad anni luce dal bomber implacabile che conoscevamo.
Dopo 60’ di partita, la Germania aveva il 73 per cento di possesso palla, ma con una produzione offensiva alquanto sterile.
L’Argentina mostrava solo un unico schema: testa bassa e lanci lunghi verso Higuain e talvolta quando arretrava anche per Messi.
Palacio si è mangiato un gol tremendamente facile, a livello di quello di Balotelli con la Costa Rica. Non si è smentito invece l’arbitro Rizzoli con una direzione di gara pessima e buonista, che negli ultimi minuti ha favorito vergognosamente l’Argentina.
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