Editoriale

Ho fatto un sogno, tutto era diverso eppure uguale, a parte l'indignazione

Il presidente della Repubblica Letta dava l'incarico al Sindaco di Pavia dopo aver tentato un esperimento con Tremonti, e succedeva l'inferno!

Vincenzo Pacifici

di Vincenzo Pacifici

Professore ordinario di Storia Contemporanea Roma La Sapiena

el 2013 ho appoggiato indirettamente, perché elettore di una lista di destra fiancheggiatrice, la battaglia frontale di Berlusconi contro Bersani. Non avrei davvero sostenuto quella candidatura, sfortunata ma tale da impedire, per il concomitante clamoroso risultato del M5S, l’avvento dell’ ex(?) comunista piacentino, se anche minimamente avessi avuto la possibilità di prevedere il futuro con il Napolitano bis, consentito da Berlusconi, capace con il suo appoggio di semplificare un quadro istituzionale invero complesso, con l’esecutivo Letta, persona comunque sobria ed educata, ed infine con l’avvento, forzato e prepotente, del "venditore di pentole" fiorentino. Un mio sogno in una recente notte è il simbolo e la prova dello sconcerto, delle perplessità e del disagio di vivere in una condizione sempre più precaria e contradditoria con le norme stesse del vivere civile e dell’ordine democratico.

In questi miei momenti immaginari mi sono visto in un’Italia, in cui il presidente della Repubblica Gianni Letta, in parziale difformità della volontà popolare, aveva dapprima investito della responsabilità del governo Giulio Tremonti e poi, con una manovra dai contenuti piuttosto foschi, il rampante sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo. Questa decisione, annunziata con edizioni speciali, listate a lutto per il gravissimo attentato alla Costituzione, dai grandi quotidiani d’informazione (?), il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa ed Avvenire, rappresentava la scintilla di una reazione violenta ed articolata con scioperi nelle scuole, negli ospedali, nelle fabbriche, con blocchi stradali e ferroviari, disordini nelle piazze e nelle università.

E’ un sogno, non lontano dalla realtà se fosse stato autentico quel quadro politico. Invece sia il primo sia il secondo governo, privi di legittimazione popolare, sono stati accolti con indifferenza e timide, quasi formali, proteste dei fogli berlusconiani.

Non regge poi assolutamente la replica secondo cui e Letta e il toscano siano stati approvati dal Parlamento, che la Corte Costituzionale ha prima dichiarato illegittimo e poi sanato con motivazioni degne del famoso avvocato manzoniano. Ma perché questa situazione si è creata e non accenna ad essere messa in discussione?  

Per la debolezza, l’acquiescenza e la connivenza di Berlusconi, che doveva e deve fare, con i risultati a noti e stranoti, "il bravo ragazzo" per ragioni non politiche ma solo personali. E’ inutile che poi sostenga che le riforme di Renzi sono le nostre. Di chi?, Discusse da chi e decise dove?

E’ il solito inguaribile, insopprimibile, insopportabile cesarismo a cui avrebbe dovuto e potuto porre argine una Destra organizzata, seria e compatta, non quella pulviscolare ancora presente alla Camera. I raggruppamenti politici, a meno che non vogliano essere come sono stati da 20 anni minestroni, debbono essere costruiti sulle idee e non sui nomi. 

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