Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
"Per proteggere il paese dalla minaccia islamica ad oriente"...per chi non l'avesse capito è questo il senso della fortezza che Israele continua a costruire intorno a se stessa. Il prossimo muro da Eliat si congiungerà all'altro in costruzione sul Golan siriano, perché mai Israele rinuncerà alla valle del Giordano, ma non è questo il motivo addotto, bensì il pericolo dei Qaedisti, il pericolo ora di Isis, degli inasprimenti terroristici in Siria, in Iraq che potrebbero estendersi alla Giordania, quindi: muro.
Muro presidiato lungo tutta la sua linea da "ingenti forze militari" ovviamente israeliane, ovviamente in territorio palestinese, ovviamente contro ogni voce, sussurro, pietra o razzo palestinese. Ogni pianto. Alcun dubbio sulle ingenti forze militari, non sono forse da sempre presenti lungo i quasi 800 kilometri del vecchio muro ormai storico in Cisgiordania? E non sono forse presenti ad Hebron, lungo la via dove sarebbero stati rapiti i tre seminaristi e trovati poi cadaveri in un boschetto? Non sono forse presenti lì posti di blocco israeliani ogni duecento metri, con attrezzature annesse e connesse? O la vista ci ha ingannati?
Dilungarci a ripetere quel che tutto il mondo sa, sarebbe sterile e stupido, solo una breve sequenza "per non dimenticare": tre ragazzi israeliani spariti, rapiti non ci sono prove, Netanyahu accusa Hamas, azioni da parte israeliana in case palestinesi con una uccisione e alcuni prelievi di "accusati sospetti" di rapimento, prove assenti, poi, e diciamo poi, razzo palestinese, poco più che fuoco d'artificio, poi quindicenne palestinese arso vivo per il solo fatto d'essere palestinese, era loro sfuggito che fosse cittadino americano, poi raid e razzi, questi senza una vittima israeliana che sia una. Allora, chi ha incominciato signor Peres che continua a dire: gli attacchi sono stati risposta ai razzi di Hamas?, mentre Israele bombarda provocando in sei giorni 171 morti palestinesi, 1260 feriti, 290 case rase al suolo, 9000 evaquate, un orfanotrofio con tre bambini morti, bombarda anche il Libano e in più 17.000 palestinesi in fuga, lì con poveri fagotti lungo la via, tra pecore che mansuete li seguono tra poche povere masserizie accatastate su poveri piccoli carretti trainati da asini.
Tutto per proteggere la pace, la sicurezza, gli attacchi, le invasioni... di chi?
In queste pagine si dubita, per essere equanimi, circa il rapimento scintilla di guerra, ma si ha certezza che Israele si fermerà solo, quando e se avrà cacciato i palestinesi dalla Palestina per farne uno stato unico a bandiera israeliana. Ecco il motivo per cui Hamas ha chiesto ai palestinesi: " restate nelle case" e Netanyahu che si "dispiace" ha fatto piovere volantini e voci radiofoniche con: "andate via". Andare via vuol dire lasciare campo ancor più libero alle azioni terroristiche israeliane, perché questo sono, al pari, e di più, di quelle che in altri accusano. Ma è quel che c'è a monte il problema: quanto dovrà durare ancora questa continua, sottile, subdola accusa di "colpa" di olocausto, che permette al vittimismo israeliano, al sionismo, di applicare quotidianamente sui palestinesi quel che hanno lamentato, lamentano e lamenteranno su di sé?
Quanto? Qui non si sta difendendo Hamas e sappiamo che non per tutti gli israeliani è così, che non tutti gli israeliani appoggiano le azioni d'Israele, conosciamo le differenze interne così come conosciamo quelle interne ad Hamas, sappiamo che esiste il Comitato israeliano contro la demolizione delle case, l'ICAHD, sappiamo che... ma a dire il vero non ci interessa, quel che ci interessa è: a monte, è il ricatto celato dietro al "per non dimenticare" su cui a suo tempo ci siamo già espressi.
Recept Tayyip Erdogan cinque giorni fa: " Israele dice che Hamas lancia i
razzi. Ma qualcuno è morto? Israele, la sua vita si basa sulla menzogna.
Israele non è onesto".
Gerusalemme s'è svegliata stamattina con i suoi canti, come da secoli, come da
sempre. Il muezzin cantava dal minareto la preghiera ad Allah, il pope gli
faceva eco sotto la luce riflessa delle lampade nell'ortodossa cristianità
mentre, cattolico nell'abito, il sacerdote sussurrava Padre Nostro qui est
in celis... agli ebraici ricordi che dalla sinagoga s'alzavano in
differente eco. Tutto nella bianca luce di Gerusalemme mentre estranei ad
ogni canto, ogni preghiera: rombi sibili tuoni... silenzio.
Quante preghiere dovranno ancora congiungere le mani in pianto?
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