Editoriale

Gli abusi legalizzati di Telecom e Enel, Presidente Renzi, meno chiacchiere e qualche rimedio!

L'utente ha sempre torto, le aziende agiscono nell'ambito della legalità (forse) ma certo in spregio all'etica e alla morale e sempre a danno dei più deboli

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

uesta è una storia, anzi due, di truffe legalizzate ai danni degli utenti di Telecom e Enel Energia, queste sono due storie, ma si potrebbero forse moltiplicare per chissà quanti utenti.

Le abbiamo definite truffe legalizzate: di fatto un ossimoro, una contraddizione in termini, ma come altro definire la possibilità che fornitori di servizi come Telecom e Enel (ma chissà quanti altri) hanno di vessare il propri clienti addebitando loro servizi mai richiesti, ignorando poi ogni richiesta di restituzione del maltolto, e anzi pretendere dal malcapitato il pagamento di una bolletta di chiusura contratto con annessa minaccia di adire alle vie legali in mancanza di saldo?

Ecco le storie.

Telecom. L’utente che chiameremo X (ma abbiamo ovviamente tutti i dati) stipula nel settembre 2011 un contratto di telefonia fissa con Telecom. Dopo circa un anno si accorge, verificando le voci in bolletta, che gli vengono addebitati ogni mese 3 euro (iva compresa) per un servizio denominato Cubovision. Il nostro signor X non ha mai fatto richiesta di quel servizio e non ha neppure mai ricevuto lo strumento che serve a mettere in funzione il servizio suddetto. Quindi chiama il call center di Telecom facendo presente che evidentemente per un errore gli viene addebitato un servizio non richiesto e non utilizzabile.

Scuse di rito e promessa di sospendere immediatamente l’addebito nelle bollette future nonché avvio della procedura di rimborso. Il nostro signor X è tranquillo l’operatrice è stata cortese e in ogni caso è stato avvertito che la telefonata sarebbe stata registrata a tutela ecc ecc.

Passano i mesi, e le bollette continuano ad arrivare senza storni della cifra indebitamente pagata, e con ancora la voce in addebito di quel maledetto cubovision che il signor X non sa neppure cosa sia.

Ritelefona all’ufficio reclami (cioè ancora un call center) ancora assicurazioni che sarà tutto rimediato, ancora scuse, dopo minuti e minuti di attesa per le dovute verifiche.

Passano altri mesi niente succede, il signor X fa altre telefonate con la stessa richiesta ottenendo sempre il solito risultato, l’assicurazione che tutto sarebbe stato risolto con storni e sospensione del l’indebito addebito.

E si arriva a febbraio 2014 il signor X all’ennesima richiesta che ottiene sempre la solita risposta si sente definitivamente preso in giro, fa due conti e si accorge che Telecom gli deve 93 euro senza contare gli interessi di mora. Già, perchè è capitato che il signor X si trovasse a ritardare di pochi gioni il pagamento di una bollettta e si vedesse in quella successiva addebitare un interesse spropositato alla cifra e al ritardo.

Il Signor X disdice il suo contratto con Telecom e passa ad altro operatore.

Telecom a questo punto manda la bolletta a chiusura di contratto 169 euro e fra le voci di debito non solo compaiono ancora i 3 euro mensili di Cubovision, ma non si fa parola di storni per le cifre indebitamente addebitate. Ovviamente il nostro poveretto sa che se pagasse la bolletta non vedrebbe mai più indietro i soldi che ha pagato indebitamente.

Altra telefonata al gestore telefonico che a questo punto consiglia l’utente di mandare un fax (in tempo di posta certificata ecc ormai il fax lo hanno solo i tabaccai ma le aziende per reclami pretendono quello tanto per rendere la vita più difficile) con le proprie ragioni e con la richiesta che la bolletta venga revisionata con gli storni del caso.

Il signor X manda il fax in data 3 giugno 2014 e il 30 giugno riceve da Euro service, una società di recupero crediti stragiudiziale, l’intimazione a pagare la bolletta di telecom rimasta in sospeso con tanto di minaccia a procedere per vie giudiziarie in caso di mancato saldo.

Il signor X contatta detta società fa presente la situazione e una addetta, gentile e comprensiva, gli propone una transazione bonaria: Paghi il 50% della bolletta e chiudiamola qui, e poi aggiunge devo però avvertirla che trattandosi di un saldo a stralcio se dovesse poi rifare a suo nome un contratto con Telecom l’azienda le richiederà quel 50% di 169 che ora non ha versato!”

Ecco fatto, non solo il signor X con questo accordo bonario (per telecom) ci andrebbe a rimettere, visto che è creditore di almeno 93 euro senza contare gli interessi di mora, che sono più della metà che gli verrebbe condonata, circa 84, 50 €, ma in questo modo sottoscriverebbe che Telecom  da debitore diventerebbe creditore del suo stesso debito nei confronti del cliente! Surreale!

Enel. La signora Y (anche in questo caso abbiamo tutta la documentazione) sottoscrive un contratto proposto per via telefonica con Enel Energia (PRESIDENTE RENZI LEGGA CON ATTENZIONE VISTO CHE HA APPENA RINNOVATO I VERTICI!) l’operatore proponente offre alla signora Y pensionata a meno di 1000 al mese € (800 per l’esattezza), una assicurazione Luce OK per assistenza casa (così appare in bolletta) al costo di 5 euro al mese che presto con l’aumento dell’Iva diventano 6. La signora Y che vive sola pensa che poter contare su un’assistenza che quindi sarebbe gratuita vale la spesa di quelli che crede siano 5 € al mese. Certo con 800 al mese anche quella piccola somma vuol dire, ma insomma si può fare, si tratta di sicurezza.

Un anno dopo la signora Y riceve una bolletta spropositata rispetto a quanto è abituata a pagare (fra i 50 e i 60€) va a guardare perché questa volta deve all’Enel 146,55 e scopre che quei famosi 5 euro diventati 6 le sono stati addebitati tutti insieme alla scadenza di dodici mesi dalla stipula contratto.

Chiama Enel, chiede spiegazioni e protesta: –Mi avevate detto che si trattava di 5 euro al mese!– e si sente dire che sul contratto non c’era scritto che i 6 euro sarebbero stati prelevati ad ogni bolletta e che Enel era libera di addebitarlo quando voleva.

Certo in punta di diritto forse le cose stanno così, ma se si propone una cifra mensile, l’utente ha tutto il diritto di pensare e credere che essa sarà prelevata ad ogni bolletta come avviene per ogni utenza di ogni genere.

La signora X pensionata con 800 euro al mese ora deve pagarne 146,55 invece dei 60 che si aspettava.

Truffe legalizzate. Come volete chiamarle altrimenti? Da una parte Telecom che sottrae soldi indebitamente in bolletta per un servizio non richiesto e mai erogato e poi pretende di non saldare il proprio debito facendo il classico orecchio da mercante e addirittura incaricando e minacciando tramite una società di recupero crediti, cosa che ovviamente l’utente non potrà mai permettersi di fare perché recuperare da un’azienda che non ti ascolta un credito di poco più di 90 € è impossibile a meno che non si sia disposti a spendere duo o tremila euro in un’azione legale.

Dall’altra Enel che gioca sull’equivoco della comunicazione infedele al testo del contratto quel tanto che basta a non incorrere in una vera e propria truffa di proporzione penale, ma sicuramente di grande rilevanza morale e etica.

Presidente Renzi sarà il caso di tutelare i cittadini e soprattutto i più deboli invece di fare tante chiacchiere inutili?

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 15/07/2014 18:00:17

    Condivido e sottoscrivo la presa di posizione del direttore Simonetta Bartolini. Adesso aspettiamo che Renzi, preso in questo periodo a sponsorizzare la Mogherini,comme commissaria Ue agli Esteri, intervenga perché gli abusi di queste società, pubbliche e private, cessino, una volta per tutte, anche se l'Italia dei call center, a parte la positività degli aspetti occupazionali, mi piace pochissimo, visto che tra poco, se continua così per un servizio importante come l'energia elettrica o il telefono ci tocca chiamare e magari risponde l'operatore ubicato a Helsinki.

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