In 45mila non per una partita...

Ligabue accende il Franchi: Firenze a ritmo di Rock 'n Roll!

Il cantante partecipa al concerto in prima persona, riprende il pubblico con il suo cellulare, sorride come un bambino davanti ad un regalo di Natale e poi lascia cantare i suoi fan,

di Tommaso Nuti

Ligabue accende il Franchi: Firenze a ritmo di Rock 'n Roll!

Sono circa 45.000 allo stadio Artemio Franchi di Firenze. Dalle 10 di mattina di mercoledì 16 luglio,  tanti fans di Luciano Ligabue aspettano di varcare il cancello. La quinta volta allo stadio Fiorentino e la ventesima in città.

Dopo aver scaldato piazze importanti come San Siro e Roma, aver conquistato Catania e dopo aver emozionato Padova sotto l'acqua scrosciante, il "Mondovisione tour" sbarca a Firenze.
Chi l'ha sempre visto, chi è presente per la prima volta, chi se lo vuole gustare dagli spalti e chi invece vuole scatenarsi sul prato. Da grandi a piccoli, Ligabue riesce a unire tutti.
Dopo estenuanti attese di ore sotto il sole cocente, sono le 21.37 e le luci si spengono; sullo schermo appare una mano che accende un fiammifero, la chitarra di Federico Poggipollini (insieme a Ligabue dal '94) comincia a suonare, ed eccolo li, occhiali da sole e giacca di jeans, pronto ad emozionare per le successive due ore.
"Dove siamo? Nelle prossime due ore stiamo qua, che è meglio".



Ligabue partecipa al concerto in prima persona, riprende il pubblico con il suo cellulare, sorride come un bambino davanti ad un regalo di Natale e poi lascia cantare i suoi fan, in un momento di riposo, perché "la società degli ultra cinquantenni mi permette di farlo".
Nei successivi cinque minuti lo stadio è una voce sola, si alza una sensazione di speranza, di amore verso la musica, verso le parole con le quali si riesce a condividerla. Perché la musica di Luciano Ligabue non è bella solo quando parla d'amore, ma trasmette sempre qualcosa a tutti. Una sola voce contro i problemi della vita quotidiana, verso quelli che ci troviamo spesso davanti e quelli che si ripresentano, imponenti. Ma forse è vero che senza la musica il mondo sarebbe piatto e noioso, e se poi i testi e le note li compone il "Liga", non rimane che aprire gli occhi, prendere un bel respiro e tirare tutto fuori, "urlando contro il cielo".

Le dita scorrono sulle corde della chitarra, le labbra si appoggiano al microfono, le mani si alzano e scandiscono il ritmo delle canzoni. "Ho scritto molte canzoni come se fossero post-it, per ricordarmi cosa voglio davvero fare e cosa voglio trasmettere con le mie canzoni".

Simpatico e coinvolgente, un band con un sound potente ed un pubblico caldissimo, fattori importanti e determinanti per quella che è stata la notte di Firenze.

Dopo il tradizionale "encore" (ossia quando la band se ne va per poi tornare e chiudere con altri 2-3 pezzi), il "Liga" torna sul palco con Quella che non sei,  prima della leggendaria Certe Notti.
Certe Notti come quelle da ragazzi, come quelle da adulti e quelle da ormai miti consolidati come lo è il cantante nato a Correggio. Già, perché "non si può restare soli, certe notti qui". Ligabue ha accompagnato più 40.000 persone in una serata sensazionale. I social network sono letteralmente impazziti dopo le varie tappe italiane. Il suo disco, "Mondovisione" ha chiuso con il primo posto nelle classifiche del 2013 e i suoi singoli sono cantati da tutta Italia.
Non è facile essere al posto giusto al momento giusto, non è facile riuscire ad accendere i cuori di migliaia di persone per due ore filate di concerto, non è facile riuscire in quello che fa Ligabue, perché alla fine "questa sera abbiamo fatto quello che dovevamo fare, siamo stati dove dovevamo essere. Con la scusa del rock’n'roll", e via che si riparte, per l'ultimo giro di questa giostra che vorremmo non finisse mai.

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