Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
opo un anno di sostanziale “esilio”, la sentenza, con annessa assoluzione, sul cosiddetto “Caso Ruby”, sembra aprire per Silvio Berlusconi e per il centrodestra una nuova stagione politica. Per ora siamo alle buone intenzioni , con il Cavaliere nuovo “federatore dei moderati”, come auspica Paolo Romani, ed alle battute ad effetto, come quella di un immaginifico Renato Brunetta che rivendica il proprio orgoglio, immaginando Berlusconi “… leader per altri Cento Anni”.
Sbollito l’entusiasmo e la comprensibile commozione del momento, non è per niente facile ipotizzare una rapida ricomposizione della Grande Armée dei “moderati”, trionfante nel 2008 ed ora dispersa e stanca. Di ritorno dall’esilio, Berlusconi-Bonaparte ha bisogno di spiegare, con più convinzione di quanto non abbia fatto fino ad oggi, il senso del “patto del Nazzareno” rompendo, nel contempo, con il sostanziale attendismo che ha caratterizzato la rinata Forza Italia, formalmente all’opposizione del governo Renzi, in realtà impantanata in una usurante guerra di trincea (con il proprio leader costretto ai “servizi sociali”) che ha provocato – come abbiamo visto nelle recenti elezioni europee – non poche defezioni.
Il “serrare i ranghi” che sembra essere il primo messaggio lanciato da Berlusconi, insieme a quello di un’autentica “pacificazione” politica (che tradotto concretamente vuole dire riforma della giustizia) si scontra con le tensioni interne a F.I. e con gli strappi di alcuni suoi esponenti su temi cruciali quali la riforma del Senato e la selezione della classe dirigente del partito.
Sono questioni di non poco conto, insieme ad una serie di quesiti “incrociati” che riguardano, in generale, tutte le diverse componenti del centrodestra. Vediamoli, in sintesi. Riuscirà Berlusconi a spezzare il “cerchio magico” in cui sembra essere intrappolato e a costruire veramente il suo partito ? Riusciranno i “moderati” a ritrovare il bandolo di un ruolo alternativo al renzismo ? Riusciranno i pasdaran berlusconiani a non vedere in Alfano e nel suo partito degli inguaribili “traditori” e ad aprire con loro un serio confronto sui contenuti e sulle future strategie di tutta l’area di centrodestra ? Riusciranno gli alfaniani a superare le logiche “ad excludendum” nei confronti di una “destra xenofoba” che sembra esistere solo nelle loro fantasie ?
Intorno a queste domande si gioca il destino del centrodestra. Da esse non si potrà scantonare. A meno che non si voglia ridurre tutto, assolto il Cavaliere, ad un levare di calici e a qualche commosso appello. Francamente il popolo di centrodestra e l’Italia meritano di più.
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