Editoriale

Ma i conti continuano a non tornare

Saranno appunto "pianto e stridore di denti" per la destra, se essa non saprà parlare franca ed aperta, se non saprà difendere il suo patrimonio ideale...

Vincenzo Pacifici

di Vincenzo Pacifici

Professore ordinario di Storia Contemporanea Roma La Sapiena

ra il 2010 ed il 2014 si è registrato un incremento del 50% della tassazione sulle case ed una drastica riduzione del valore di mercato delle stesse (-15%). Nel rapporto sull’industria la CISL calcola essere di 136.616 il numero delle persone a rischio perdita di lavoro nel 2014 nel settore delle manifatture e delle costruzioni. Sarebbero più di 10 mila i posti in bilico ogni mese ed il dato peggiore rispetto alle stime 2013 con 13.486 posizioni in più in pericolo (+11%). L’Italia – secondo il segretario generale della CISL Bonanni – è ancora "ben lontana dall’uscita dalla crisi economia e sociale".

  Accanto a queste perle dell’era del bullo di Pontassieve, ora addirittura in Africa a seminare il suo senno e la sua intelligenza, ne figurano quotidianamente altre. Ne cogliamo due dalla I pagina del giornale della famiglia Berlusconi: uno studio di Unimpresa calcola che nei primi 5 mesi dell’anno corrente, alla faccia della spendingreview, lo Stato ha speso 207 miliardi, 25 in più rispetto allo scorso anno, d’altro verso  il commissario UE agli affari economici e monetari, il finlandese IyrkiKatainen, ha avvertito che "Discutere di una maggiore flessibilità nell’interpretazione del Patto di Stabilità è pericoloso e sbagliato, per l’Italia, che è in fondo all’abisso, è più importante varare le importanti riforme" promesse dagli ultimi governi. Il povero finnico, proveniente dalla tundra, sicuramente ignora l’importanza di rilevanza cosmica dei provvedimenti che il Cesaretto toscano ed il Cesare lombardo, rigenerato dalla sentenza ultrafavorevole, stanno preparando, l’Italicum e la nuova veste del Senato.

E a proposito di Berlusconi, che ha ripreso a parlare dell’unione dei moderati, NCD, Lega e Casini (la destra non conta e comunque è facilmente addomesticabile, vedi Storace), fondata sul mitico e probabilmente mitologico cambiamento della giustizia, giungono calzanti alcune parole del Vangelo di s. Matteo di oggi, domenica 20 luglio: "pianto e stridore di denti". Saranno appunto "pianto e stridore di denti" per la destra, se essa non saprà parlare franca ed aperta, se non saprà difendere il suo patrimonio ideale, se non assumerà e non manterrà atteggiamenti decisi e precisi, se non rivendicherà autonomia critica, se cederà ad atteggiamenti condiscendenti e servili.  

E’ inutile che Berlusconi cerchi nella sua personale battaglia il collante per i moderati, che di fronte ai ritardi, agli errori e agli indisponenti atteggiamenti di casta dei magistrati reputano innegabilmente il tema della giustizia importante ma non prioritario a differenza di altri più urgenti e più coinvolgenti, il lavoro, la disoccupazione giovanile, la istruzione, la tassazione, l’aggiornamento e la semplificazione della pubblica amministrazione, una revisione radicale dei poteri degli enti locali in primo luogo delle regioni, di cui invece è in cantiere un potenziamento.

I partiti minori, a cominciare dalla destra, dovrebbero chiedere a Berlusconi come condizione prioritaria di una intesa ( attenzione: i piatti riscaldati non sono mai convincenti) la cancellazione dal suo repertorio propagandistico della distinzione, irritante e mortificante, tra voti utili e significativi se espressi a favore del suo partito, inutili e controproducenti se conferiti ai partiti alleati di dimensioni più ridotte, i valvassini o sherpa che dir si voglia. E quando oseranno? E quando sentirà il dovere di non farla?

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