Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Meriam con prole e baby sitter
Per quanto possa apparire strano, con quel si legge sui giornali e si vede in tv, i giornalisti sono dotati di un codice etico piuttosto rigoroso. Un codice che sembra applicarsi (per fortuna) in maniera corretta solo quando si parla di bambini.
Ognuno avrà notato le foto dove i volti dei figli minori dei vip, in giornali di gossip e non solo, vengono resi irriconoscibili con uno sgranamento dell’immagine.
Giusto e sacrosanto, almeno i bambini devono essere tutelati dal circo (inteso ormai nel senso della ferocia di mitici sbranamenti per il divertimento degli spettatori) mediatico.
Chiedo adesso alla presidente Boldrini, che sui diritti umani ha costruito una carriera invidiabile; chiedo a tutti i difensori dei diritti degli immigrati: non solo ad essere accolti, ma anche ad avere il menù che preferiscono (mentre ai nostri poveri anziani non tocca neppure un menù), la linea di trasporto comoda dal centro di raccolta a quello storico della Capitale e via dicendo.
Chiedo a tutti gli strenui difensori dei diritti delle minoranze.
Perché i bambini che la ministro Boschi è andata a riprendere in Congo, sono stati esposti al fuoco di fila dei flash dei fotografi e le loro immagini “sparate” in tutte le prime pagine di quotidiani e settimanali, nonché nei tg?
Perché i due figli, minori uno addirittura di pochi mesi, di Meriam Ibrahim sono stati impietosamente sbattuti in prima pagina?
Questi bambini, solo perché servono alla passerella umanitaria del governo Renzi, non hanno diritto alla tutela della privacy come tutti gli altri?
La domanda è ovviamente retorica, perché sappiamo tutti, e ormai ne abbiamo ogni giorno di più le prove che Renzi e il suo governo sanno essere più spietati dello squalo più spietato della finanza internazionale se si tratta di affermare la propria immagine. Gordon Gekko di Wall street, era un principiante in confronto al nostro premier.
Abbiamo visto, nel sostanziale silenzio di tutti i media, qualcuno dei quali ha fatto appena una battutina in proposito, un ministro delle riforme volare in Congo per riprendere i bambini adottati dalle famiglie italiane.
Perché è andata la Boschi? Semplice perché lei è la ministro bella, fascinosa, faccia angelica, e soprattutto alter ego femminile di Renzi (oddio proprio alter ego no, diciamo che è la sua esecutrice robotica); e cosa c’è di meglio di tanti bambini neri strappati ad una sorte infelice, che sulla pista dell’aeroporto circondano grati una aspirante mammina bionda, dal sorriso dolce e compassionevole?
Nel secondo round, missione Meriam, il governo Renzi conquista di nuovo la prima fila mediatica a spese dei derelitti, anche se la donna cristiana –accusata di apostasia e scampata alla morte grazie alla mobilitazione del mondo intero commosso dalla sua storia– è solo di passaggio nel nostro paese, la sua destinazione finale è l’America.
In Italia c’è il Papa, alfiere della fede per la quale ha rischiato la morte e partorito in carcere, dunque il passaggio era quasi obbligato.
Ed ecco che questa volta (visto che il palcoscenico è mondiale) scende, anzi sale sul palco direttamente Renzi.
Così assistiamo ad una scena che definire surreale è un eufemismo: la povera Meriam, il marito, il figlio piccolo in braccio alla madre l’altro in braccio al viceministro Pistelli (in sostituzione della Boschi, ma con la stessa funzione mediatica di mammo amorevole) con tanto di biberon nella mano libera; quindi a seguire: il ministro degli esteri Mogherini – espropriata anche questa volta di ogni protagonismo (che peraltro sarebbe stato di sua competenza) a dimostrazione che quando in Europa dicono di non volerla, qualche ragione evidentemente ce l’hanno – il Premier Renzi e la moglie. Questi ultimi Mogherini, Renzi e signora sembravano dei baccalà al seguito, giusto per apparire nelle foto di rito.
Ovviamente i volti dei bambini sono tutti in bell’evidenza perché, alla faccia delle anime belle di casa nostra, che si stracciano le vesti se si usa la corretta e non offensiva parola negri, quei negri vengono da costoro considerati meno di un esserino bianco.
Quel musetto nero chi lo riconoscerebbe, ragionano forse le anime belle del razzialmente corretto. E in ogni caso non sono dei vip (non sono i figli di Madonna o di Angiolina Joli) che potrebbero fare cause milionarie per la mancata tutela del diritto alla privacy dei minori.
Già perché quando si devono usare per fare passerella mediatica e mostrarsi anime belle umanitarie e compassionevoli, quei bambini sono solo dei “poveri negri”.
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