Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Senza esagerazioni ieri in Senato è stata scritta molto negativa nella storia parlamentare almeno degli ultimi 50 anni. Il pupo di Pontassieve, dopo aver provocato con i suoi esibizionismi, con i suoi ultimatum, non ha avuto la guerra, come scrive il foglio della famiglia Berlusconi, ma ha saputo volontariamente scatenare la guerra. Che spettacolo deprimente è stato leggere degli interventi da palafreniere di Gasparri e vedere il prode Augello agli ordini del socialista Sacconi.
Due profondi conoscitori del diritto e soprattutto grandi esperti di diritto parlamentare, quali il Pierino delle Cascine e la fatina Boschi, hanno irriso le interpretazioni dell’ex alto magistrato, per una volta indipendente, e protestando, forse anche piagnucoli, si sono fatti ascoltare da nonno Giorgio, che dall’alto del Colle li ha protetti e difesi da ogni legittima protesta avanzata contro un progetto di legge, secondario di fronte ai tanti problemi economici, sociali, della disoccupazione e del lavoro, dei giovani e del loro futuro trascurati in vista di un ulteriore potenziamento delle oligarchie politiche.
Il “grande capo di Arcore” (grande capo poi di cosa?) benignamente si è detto “non contrario alle primarie”, una espressione equivoca quanto larga. Sia consentito a questo punto ad un modesto cittadino, sempre più scoraggiato e perplesso e sempre più vicino, se il vento non cambierà, a compiere scelte astensionistiche, rivolgere un consiglio all’onorevole Meloni ed al suo partito: abbandonate l’idea delle primarie perché è già partita la scomunica. Su «Libero», un foglio meno condizionato e meno subordinato rispetto al quotidiano della famiglia Berlusconi, è apparsa la notizia secondo cui “sondaggisti provano a capire quale possa essere tra lo stesso Cav., Salvini, Alfano o Giorgia Meloni, il nome giusto su cui deve puntare il centrodestra”.
Per Alessandro Amadori, numero uno dell’istituto Coesis Research, intervistato da Affaritaliani. It, nella posizione migliore si trova il segretario della Lega Nord, che vanta l’esperienza alla guida di un partito e “ottime” capacità di guida popolare. Amadori si attarda prima in un dettaglio formale “dovrebbe mettere di più la giacca e la cravatta” per poi profondersi in un consiglio saliente, l’acquisizione di una visione maggiormente strategica. “In questo modo – continua il semiologo – potrebbe lanciare un’opa su un centrodestra ormai allo sbando”. In seconda battuta è considerato Fitto, di cui sono considerare “le sue capacità di crescita”. Ultima, prima del disastrato ed improponibile Alfano, la Meloni, contro la quale si è scatenato un previsto e prevedibile “fuoco di sbarramento” con tre tremende accuse “troppo leader locale, romana e legata alla destra sociale”. Ecco riaffacciarsi dal cilindro del tecnico il razzismo! Se ne sentiva veramente la necessità. E non potremmo rovesciare l’attacco contro Salvini o contro Fitto?
Li vedete o meglio ci vedete, donne ed uomini di destra, votare ed impegnarci per un leghista, antinazionale ed indipendentista, e un leaderino locale, di scuola democristiana pugliese?.
Amadori sostiene una profezia, davvero non originale, sul futuro del governo: “al premier conviene a casa le riforme (costituzionale ed elettorale) in modo da giustificare il colpo di mano che ha spodestato Enrico Letta da Palazzo Chigi, e poi andare il prima possibile al voto”. Guarda caso in questa strategia è assecondato dal solito Berlusconi, che dispone in maniera …. berlusconiana, più dura ed ultimativa di quella mongola, cubana o nordcoreana del suo partito (?), preoccupato non delle conseguenze politiche ma esclusivamente di quelle personali.
Marcello Veneziani come dicevamo ieri parla di “tribù monoteistiche>”, teniamo lontani e distaccati e autonomi dalle “tribù monoteistiche” e ritroviamo finalmente ed orgogliosamente, superando ostacoli, gelosie e personalismi, le nostre posizioni e le nostre idee, antitetiche e contrapposte a quelle di Salvini, di Fitto e di Alfano. E’ ora di iniziare un’analisi franca quanto misurata e attenta del ventennio berlusconiano, iniziando dall’accettazione del c.d bipolarismo, una caricatura tutta italiana, grottesca e confusa, del più classico bipartitismo anglosassone.
Ps. Non posso non rilevare che ai giornalisti de «Il Giornale», oltre ad un corso approfondito di lungimiranza politica, dovrebbe essere imposto un corso altrettanto approfondito di aritmetica elementare. Se infatti alle recenti europee di maggio FI ha ottenuto il 16,8% ed il 18 luglio la reputano risalita al 17,5%, l’incremento non è dell’1,7% ma dell’0,7/%. Che può fare l’amore partigiano!!!
Inserito da ghorio il 25/07/2014 17:01:40
Leggo sempre con attenzione gli articoli del prof. Pacifici, uno studioso controcorrente che piacciono tanto a me. Sulla stampa dell'area di centrodestra ci sarebbe da fare un'analisi per le varie contraddizioni per non dispiacere a tizio e caio. Sono i misteri che poi non portano acqua a quest'aria in termini di voti, perché l'elettorato moderato in genere non vota più, vista la confusione che regna. Nel centrodestra si va sempre alla ricerca di leader, di uomini nuovi, dimenticando che sono le idee , i programmi da portare avanti e con coerenza. Cosa che nei 10 anni di centrodestra non è stato fatto. Finisco qui per non essere ripetitivo ma sul Pierino delle cascine nel centrodestra ci sono state e ci sono grandi responsabilità. Quando si modifica la Costituzione, e io la cambierei tutta perché non è per niente "la più bella del mondo" si fa un piano organico e si procede di conseguenza. Ogni tanto il centrodestra "piange" ricordando le modifiche apportate nel 2005 ma viene dimenticato di dire che la riduzione dei parlamentari era minima e decorreva dal 2016, addirittura! e si parlava tanto di" devolution", ovvero il federalismo becero che non mi pare abbia risolto i problemi italici.
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