La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

La dinastia « Min», l'agguato di D'Alema, la promessa di un settembre col botto! Si salvi chi può

di Vincenzo Pacifici

La dinastia « Min», l'agguato di D'Alema, la promessa di un settembre col botto! Si salvi chi può

Il quotidiano, che è stato per anni e poteva continuare ad essere un punto di riferimento attendibile per l’area di destra, pur depurato dalla logica subordinazione al Cesare di Arcore, è diventato con l’appoggio reale, talora camuffato da dissensi verbali, al governo del pupo prepotente ed arrogante, "l’ultimo arrivato nel campo delle riforme costituzionali",  indigeribile, presto, assai presto intollerabile e quindi illeggibile.

Se è vero che appaiono articoli, addirittura editoriali, in cui – nel caso dei marò abbandonati in India – si legge che "se dopo 30 mesi premier e ministri italiani no hanno ancora capito che New Delhi sta menando il can per l’aia, allora è meglio che cambino mestiere", è altrettanto, se non addirittura maggiormente vero, non fosse altro che per la quantità (sia chiaro, non la qualità) delle note, che il foglio è schierato, quasi ad un solo uomo (grazie a Dio, non mancano le eccezioni), a difesa di un progetto politico insensato e soprattutto autolesionistico, perché ormai anacronistico.

Berlusconi si deve rassegnare alla chiusura definitiva del suo ventennio: ha il partito o meglio il minestrone, che senza di sé è il vuoto assoluto, ingestibile e provato da una serie infinita di errori, con uomini impresentabili, sostiene dei progetti, quali quelli della riorganizzazione del fronte dei moderati, contraddetti dalla sua inestirpabile voglia egemonica ed incomprensibili anche ad uomini, che in lui confidavano (vedi Storace) dopo il fallimento dell’iniziativa di una nuova destra, anche se non è peccaminoso pensare che da Arcore per il caso siano arrivate spinte disgregatrici e non certo aggregatrici. Diciamone poi un’altra: Fini ha commesso una serie infinita di errori e continua con le castronerie e la sua rottura è stata intempestiva e suicida ma non è affatto vero che fosse destinato a diventare il successore di Berlusconi, perché Berlusconi non ne vuole e non sopporta l’idea di perdere o ancor meno di cedere il potere.

Non è concepibile proprio nella prospettiva, sebbene irrealistica, di una coalizione insultare sistematicamente tutti coloro, che si muovano distinti o in dissenso dalla linea dettata dal Cesare o di chi per lui. L’altro giorno si è denunziato una situazione familistica all’interno di FdI, una pagliuzza rispetto alla trave esistente in FI, ora si ironizza sulla "dinastia Min" dei senatori Mineo e Minzolini, rei di opporsi alla riforma del Senato, assurda per la situazione e per la sua impostazione, e si dedicano articoli pettegoli sulle contrapposizioni interne alla Lega e di confutazione del ruolo del povero Cottarelli. 

Il venditore di pentole ha scoperto in D’Alema il mandante dell’agguato, affermando con un travaso irrefrenabile di boria che "o mi fermano ora o non mi fermano più". Certo che se continuerà, come sembra,  a giovarsi della mancanza di una opposizione compatta e seria, tempi grigi ed amari si profilano per la nostra Italia.

D’altra parte voci non peregrine segnalano la presenza nel patto di un accordo sul successore di Napolitano, trovato di comune accordo tra il toscano ed il lombardo, con l’esclusione insormontabile di Prodi (non sarà mica Amato?), e di nuove modifiche all’Italicum con abbassamento della soglia di sbarramento.

Esiste da oggi una novità, che, se realizzata, perpetuerà la dittatura ormai indiscutibile del mangiatore di gelati: nelle nuove elezioni, attesa nella prossima primavera, lo schieramento subordinato a Berlusconi è alla ricerca di jolly, come "antagonista" dell’altro prode, già individuato in un altro … Berlusconi, come antagonista dell’altro prode. E la Meloni e Salvini strenui sostenitori delle primarie si preparano a farle nel loro condominio?

La stessa Meloni e Storace, pur continuando a scontrarsi dalle rispettive ridotte, cosa faranno? Si accoderanno?. Affari loro!. Come cittadini non possiamo che ripetere "quos Deus perdere vult …". Intanto il noto boy scout di Gelli ha annunziato che a settembre "ci sarà ripresa col botto".

Di chi?

Solita quotidiana notizia incomprensibile per il pupo, data la logica incompetenza data dalla verde età: oggi è stato reso noto che il livello di occupazione nelle grandi industrie (con almeno 500 dipendenti) risulta diminuito su base annua dell’1%. E’ un ulteriore scricchiolio per il "botto" di settembre ?

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 02/08/2014 12:36:01

    A leggere la giornata politica di Vincenzo Pacifici si ritorna a quel giornalismo controcorrente che fa sempre piacere, a prescindere dalle posizioni politiche di ognuno. Purtroppo in Italia manca davvero il giornalismo controcorrente, alla Montanelli, alla Enrico Mattei, Alberto Giovannini, Gianna Preda, dei corsivi de"Il Tempo", riferiti ai miei anni giovanili, senza timori riverenziali. Io non so se arriverà veramente il botto a settembre, ma certo è che c he i problemi d'Italia rimangono e il centrodestra è in stato confusionale su tutti i fronti.

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