Il solito insipido brodino allungato

Riforma della Giustizia: giudici, chi sbaglia non vuole pagare

Se la nuova norma non è chiara, come queste linee guida, è inutile stare ancora a parlare di riforma, è alquanto inesatto, siamo semplicemente di fronte all’ennesimo palliativo

di  

Riforma della Giustizia: giudici, chi sbaglia non vuole pagare

Dal Ministero della Giustizia arriva uno scossone, meglio dire un leggero tintinnio, all'intoccabile casta delle toghe.

Estensione dell’area di responsabilità, superamento del filtro di ammissibilità, certezza della rivalsa nei confronti del magistrato e incremento della soglia con possibilità di giungere fino alla metà  dello stipendio annuo del magistrato, coordinamento con la responsabilità disciplinare.

Quanto sopra sono le linee guida riguardanti la riforma in materia di responsabilità civile dei magistrati su cui sta operando il Ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Una riforma blanda, leggera, a confronto del male fatto a migliaia d’innocenti sbattuti in carcere.

Come si può notare non è dato leggere il minimo cenno sulla responsabilità diretta del magistrato, ma una modifica per "rendere effettivo lo strumento" e seguire le linee indicate dall’Europa.

Peccato che la Comunità Europea avesse chiesto qualcosa di ben più importante, efficace, per tamponare le falle di un sistema, quello giudiziario, che fa acqua da tutte le parti.

Neanche il tempo di pubblicare le linee guida sul sito web del ministero della Giustizia che già l'ANM ha cominciato a starnazzare, quasi l’avessero colpita a morte.

Bene l’esclusione dell’azione diretta che avrebbe presentato profili di incostituzionalità e ci avrebbe messo fuori dall’Europa, ma attenzione all’eliminazione del filtro sulla responsabilità civile dei magistrati poiché vi è il rischio molto elevato di cause strumentali messe in atto solo per reazione a una decisione sgradita del giudice. Hanno il senso di una stretta nei confronti dei magistrati le linee guida sulla responsabilità civile delle toghe. Ma trattandosi di una materia delicata, aspettiamo il testo definitivo per esprimere un giudizio”. Queste le parole del presidente dell’ANM Rodolfo Sabelli.

Insomma, basta che uno la pensi appena appena diversamente da loroche subito alzano le barricate, senza minimamente riflettere sul fatto che anch’essi sono soggetti alle leggi.

Francamente non capiamo questo loro, continuo, chiaro terrore che i cittadini possano difendersi dalle loro prevaricazioni, dai loroquotidiani errori; in fondo a giudicarli saranno sempre e ancora lorocolleghi.

Pensavamo almeno che con il Governo Renzi si mettesse mano seriamente a questa indispensabile riforma, mentre invece ci troviamo di fronte al solito insipido brodino e, nonostante ciò, le toghe già sbraitano perché impaurite che il loro giochino possa essere modificato, assolutamente indifferenti dal conoscere la verità dei fatti e cioè che ogni loro gravissimo errore dobbiamo pagarlo noi, di tasca nostra e, quindi, paradosso dei paradossi, aggiustare, come da anni avviene, le storture commesse.

Il referendum aveva dato risultati chiarissimi, ma tutto è stato stravolto, come da tempo immemore succede in Italia, da quel “bravuomo” di Vassalli e adesso siamo ridotti ai soliti brodini scipiti e disgustosi.

Molti diranno che almeno qualcosa si sta muovendo.

Sì, sembrerebbe, ma sono convinto che il trucco c’è e che è dietro l’angolo.

E la domanda che sorge spontanea è “Chi giudicherà chi?”.

Se la nuova norma non è chiara, come queste linee guida, è inutile stare ancora a parlare di riforma, è alquanto inesatto, siamo semplicemente di fronte all’ennesimo palliativo.

Quanto sopra non vale solo per i giudici, ma per tutti i dipendenti dello stato esattamente come avviene da sempre nelle libere professioni: chi sbaglia paghi di tasca propria, come da regole scritte per un vero stato di diritto.

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.