Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La più grande, buzzurra, grezza, dozzinale manifestazione di provincialismo, tipicamente all’italiana, è il presunto amore verso tutto ciò che è straniero, forestiero, esterno alle italiche sponde.
Quel tipico atteggiamento ove tutto ciò che accade oltre frontiera, fosse anche due metri oltre il confine, è sempre preferibile, migliore di tutto quanto esiste dalla nostra parte.
Praticamente, l’elevazione all’ennesima potenza del detto “ L’erba del vicino è sempre più verde”…
Ormai da anni parliamo e pensiamo in questi termini.
Una specie di mero complesso di dipendenza da tutto quanto è oltre confine, per cui giornalmente sentiamo le solite, melense frasi tipo “eh amico caro noi siamo fatti così, non siamo come i francesi o gli inglesi”.
E’ inutile ogni compromesso, siamo e resteremo gli eterni bamboccioni, ciabattoni e inaffidabili, estremamente furbi, ma solo nell’accezione malevola della parola.
Noi siamo quelli che non rispettiamo le code al supermercato, né tantomeno quelle imposte dal semaforo; corrotti per natura, maleducati e via dicendo.
Che, fra l’altro, sono tutte possibili scuse per non cambiare, per restare immutabili, totalmente abbandonati all’idea che dall’altra parte siano e stiano molto meglio di noi, che vivano tutti beatamente in un regno simile al Paradiso.
E, in questa precisa occasione, mi viene spontaneo urlare a tali lagnosi seriali di andarsene via, di espatriare, sparire dall’Italia.
Che si auto esilino tutti questi “provincialotti” di mezza tacca, che disprezzano -e si vergognano arrossendo- della propria terra, e pensano che tutti quelli con una lingua diversa dalla nostra possano insegnarci come vivere.
Però, rimangono! Sputtanano il proprio Paese evidenziando i pregi delle altre Nazioni, ma la sera ritornano alle loro casette, dopo aver passato la giornata a denigrare, con quell’arte sottile che solo il sempliciotto italico sa adoperare per autodistruggersi.
E pensare che ora come ora, in Italia, più che distruggere occorre costruire.
Ma vallo a dire a ‘sti provinciali…
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