Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Carlo Taormina, noto avvocato romano, è stato condannato a una multa di 10.000 euro per una frase espressa durante la trasmissione radiofonica La Zanzara.
A deliberare la sanzione è stato il giudice del lavoro di
Bergamo, la dott.ssa Monica Bertoncini.
Una notizia che definire anomala, particolare, bizzarra è puro eufemismo; che
produce in aggiunta un oscuro precedente.
In primis, però, non è assolutamente spiegabile il motivo per cui sia stato utilizzato un giudice del lavoro, visto che non sussiste un caso riguardante specifica materia, non essendo stata riscontrata alcuna vicenda di mobbing o di licenziamento per ingiusta o giusta causa che sia.
A tal proposito risulta quanto meno nebuloso indicare la parte
lesa.
Ancora una volta la giustizia italiana produce qualcosa di misterioso, di incomprensibile.
Analizziamo il fatto.
Nel corso della trasmissione summenzionata, condotta dai due isterici presentatori, Giuseppe Cruciani e David Parenzo, l’avvocato Taormina si è lasciato andare a certuni apprezzamenti in merito ai gay, definendoli eccessivi, fastidiosi e contro natura, e affermando: “ Non assumerò mai uno di loro per farlo lavorare nel mio studio”.
Però, fate molta attenzione: il legale non ha licenziato realmente un gay a causa della sua omosessualità, ma ha unicamente formulato una mera ipotesi, esprimendo una personale opinione.
A questo punto se uno più uno fa sempre e comunque due, il non simpaticissimo Taormina è stato condannato per puro reato d’opinione, caratteristico dei paesi in cui vige l’autoritarismo. E molti si chiederanno: “ Perché in Italia cos’è che vige?”. Vabbè lasciamo stare.
E dichiarato colpevole, per di più, da un giudice del lavoro.
Quindi, dovrà sborsare 10.000 euro; sì, ma a chi?
Al gay che non ha mai licenziato?
La parte lesa dovrebbe essere l’Avvocatura per i diritti Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender)–Rete Lenford, una delle innumerevoli confederazioni gay che sono tutt’uno con la sinistra, e che proprio per questo si scordano, o fanno finta di dimenticarsi, di quelle libertà individuali che dovrebbero far parte della loro sostanza e delle loro idee.
Gruppi, Associazioni, Confederazioni, Società che urlano ai quattro venti giusti diritti, ma che poi esigono di ottenerli eliminando la libertà d’opinione e mettendo grandi bavagli sulle bocche.
Da ciò s’intuisce, senza tanto parafrasare, che siffatte iniziative disposte dai tribunali sono solo utili a far guadagnare tali associazioni, grazie a magistrati che piegano la testa e condannano gli sventurati querelati.
Dopo questa sentenza l’omofobia vera o immaginata continuerà a esistere e mentre i gay verranno ancora emarginati, temerarie associazioni LGBT grideranno ancor più arditamente col megafono risarcimenti danni quasi sempre a personaggi pubblici che parlano alla radio o in televisione e che possono permettersi di sborsare soldi a man bassa, ma verso i quali non è stato minimamente dimostrato che abbiano fatto ciò che gli imputano.
Salvo che il giudice del lavoro non possegga delle prove che Taormina abbia effettivamente discriminato degli omosessuali sul posto del lavoro.
Suddetto magistrato sembra, altresì, essersi completamente dimenticato il testo dell'articolo 21 che decreta quanto segue :
- Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con
la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità
giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa
espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge
stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo
intervento dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può
essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare
denunzia all'Autorità giudiziaria.
Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro
s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i
mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a
stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon
costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere
le violazioni.
E, oltre a non aver tenuto conto di quanto sopra, ha del tutto equivocato il concetto di discriminazione.
Pertanto, poco importa se l’avvocato querelato abbia agito o meno con scienza e coscienza per progettare una macchinazione alla magistratura usando gli omosessuali come un noto cavallo di legno di leggendaria memoria, oppure se abbia concretamente manifestato un suo effettivo pensiero, contestabile e sgradevole finché si vuole, e solo adesso si è reso conto di poter trasformarsi in tutore della libertà di opinione.
La verità comunque è una e una sola e cioè che questo verdetto può tranquillamente fare storia, con conseguenze molto pesanti anche sulla responsabilità civile dei magistrati.
Inserito da Remo il 11/08/2014 15:46:09
E dire che basterebbe poco per leggersi le motivazioni tecniche della sentenza (Ordinanza-Trib_Bergamo.pdf) prima di mettersi a scrivere un articolo del genere.
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