Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ifficile immaginare un sindaco peggiore di Ignazio Marino.
Marino non è solo un sindaco dalla scarse e quasi inesistenti capacità di governare una città (perfino un condominio di 4 appartamentini sarebbe troppo per lui), ma sembra affetto da una forma di schizofrenia amministrativa per cui non prova neppure a risolvere il problemi veri della città (vi risparmiamo l'elenco ormai detto e ridetto) quelli che la rendono invivibile e anarchica, sporca, miserabile, insicura; ma in compenso, guidato da chissà quali "voci", si dedica con raro accanimento a stilare ordinanze per le sciocchezze che in alcuni casi fanno ridere, in altri lasciano sgomenti per la incredibile sconsideratezza nei confronti della realtà.
Vi ricordate la circolare che obbligava tutti i dipendenti del comune a non usare più la parola nomade che doveva essere sostituita dai termini rom, sinti, camminanti? Un'idiozia degna di una barzelletta sulle inutili complicazioni burocratiche, infatti il chirurgo Marino, che col bisturi se la cava certo meglio che con il lessico e la sintassi, ha preteso che nei documenti ufficiali, in nome di un politicamente corretto dai rari effetti di comicità involontaria, il termine generico fosse sostituito da quelli particolari delle varie realtà etniche, costringendo i poveri impiegati comunali a verificare di volta in volta se si trattasse di un rom un sinti o un camminnante. Insomma come dire che fosse obbligatorio dire al posto di italiani, toscani, liguri, laziali ecc ...
Nel frattempo la spazzatura ricopriva la città eterna, le strade andavano in rovina, il traffico impazziva. Ma Marino intrepido già pensava ad un'altra ordinanza essenziale per la riqualificazione di Roma. Già, perché questo sindaco con il lessico e il valore semantico delle parole deve averci litigato da piccino e non deve averci più fatto pace. Così riqualificare è diventata la parola d'ordine, l'abracadabra della "buona amministrazione".
Invece di preoccuparsi dell'anniversario di Augusto e restaurare il monumento a lui dedicato nell'omonima piazza romana che giusto ieri si è allagato ed è rimasto al buio -si è posto il problema di "riqualificare" piazza Navona! Evidentemente la splendida piazza del barocco di Bernini e Borromini doveva aver subito una qualche squalifica per colpa (dice Marino) dei pittori di strada autori di croste inqualificabili, appunto! Come si permettono questi imbrattatele della domenica (ma anche di tutti gli altri giorni della settimana) di produrre orrendi dipinti privi di valore artistico nella piazza dove trionfa la bellezza della grande arte? Che direbbero dalla tomba Bernini e Borromini a vedere i loro capolavori architettonici inquinati dalla presenza di questi sedicenti artisti da strada?
Piazza Navona deve essere riqualificata, quindi via gli artisti da strada (che peraltro pagano il diritto di esibire le loro croste e di fare le loro caricature con una tassa al Comune) e al loro posto "veri" artisti con il bollino doc attribuito da una commissione ad hoc scelta dalla camera di commercio (che notoriamente si intende di arte e di critici, e infatti la prima idea che hanno avuto è stata di coinvolgere Achille Bonito Oliva).
Inserito da cavalletto il 21/08/2014 10:22:28
Sig.ra Bartolini sarò felice di mostrargli deficienze e mancanze dell'amministrazione romana del 1' municipio mi contatti,grazie
Non possiamo nn dirci conservatori, e allora attenti con la santificazione della tecnologia
Quel che la Corte Suprema non ha considerando riguardo al divorzio
Perché la destra sta sparendo dall'agone politico
Mettete la museruola ai genitori incoscienti
Se le donne vincono quando in politica i migliori rinunciano