La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Renzi cosa è andato a fare in Irak? La Mogherini ancora bocciata. Si riparla del ruolo di Togliatti nella storia italiana

di Vincenzo Pacifici

Renzi cosa è andato a fare in Irak? La Mogherini ancora bocciata. Si riparla del ruolo di Togliatti nella storia italiana

Non basta l’Italia, non basta l’Europa, ora il venditore di pentole è arrivato ad esportare la propria ineleganza ed il proprio narcisismo nell’abbigliamento e negli atteggiamenti anche in Irak, area -non credo lo si possa considerare uno Stato e tanto meno una nazione- in cui la situazione è drammaticamente seria e di tutto si sentiva il bisogno fuorché dell’intromissione del capo boy scout, un altro, come il suo amico Berlusconi, "uomo solo al comando".

La fida Mogherini è rimasta in Italia per dispensare alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato (ma non era stato colpito dalla riforma, "madre di tutte le battaglie"?) liete e rallegranti spiegazioni: «L’Isis è un’organizzazione terroristica, così la definisce la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite [come al solito attivissime sul piano dei fatti]. Ha un uso strumentale della religione [strumentale, non connaturato?] per minare le fondamenta della società civile. Il Mediterraneo e il Medio Oriente sono scossi da una minaccia che, sì, riguarda anche l’Europa e riguarda anche l’Italia».

  Il presidente del Consiglio, adottato sin dall’avvio dal quotidiano dei vescovi, è stato benedetto anche in questa circostanza nel suo impegno a battere il terrorismo anche con l’invio delle armi, che altro non sono - secondo «Il Giorno» - che kalashnikov e razzi sequestrati nell’allora Jugoslavia nel 1994, quindi fondi di magazzino, chissà in quale stato di manutenzione e tecnicamente ridicoli.

Intanto non si può nascondere che le centrali antiterrorismo siano al livello di massima vigilanza anche in Italia "non solo perché il governo ha deciso di fronteggiare il califfato aiutando le truppe peshmerga in Iraq, ma anche perché il nostro paese si trova a rappresentare tutta l’Unione finché dura il semestre europeo e proprio in Italia si svolgeranno importanti summit del 28 leaders dell’Unione". Speriamo di non dover pagare pesantemente e crudelmente il protagonismo del boy scout. A proposito del seguace di Robert Baden Powell, ha subìto una nuova bocciatura sul nome della Mogherini, giudicata dal quotidiano tedesco Die Welt priva di "statura internazionale".

Ad un elemento all’oscuro della ABC della politica e della cultura, al presidente, ritrovatosi per turnazione,  l’Europa non poteva che riservare che l’accoglienza dedicata, accoglienza fonte di preoccupazione per il padre putativo, "contrariato", "deluso" e "preoccupato" nel vedere l’Italia senza alcun peso politico. Una volta tanto decisa la nota politica di FI alla Camera, che denunzia la polituccia estera del governo, escluso dalle trattative tra Russia ed Ucraina, in coda sull’Irak con il premier, "che cerca di recuperare con gesti politici di presenza quanto non riesce a combinare ai tavoli dove si decide, dove peraltro non lo invitano neppure".     E a questo infante continuano a dire di voler recare il loro contributo per riforme male impostate  come al solito velleitarie, vedi quella della giustizia banale e ben lontana dai problemi cruciali, la responsabilità civile dei giudici e le intercettazioni.

Un accenno ad un argomento di grande rilievo storico e gigantesco di fronte ai meschini protagonisti della politica odierna: il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Palmiro Togliatti. Ad esso hanno dedicato due elzeviri Ernesto Galli della Loggia e Giampietro Berti. Il primo, pur tra riserve e obiezioni, riserva diversi complimenti alla saggezza tattica del torinese, parlando di due capolavori, il primo lo smantellamento delle organizzazioni, create dal socialismo riformista, e l’attrazione esercitata su molti giovani confusi quanto velleitari provenienti dalle file fasciste, ed il secondo la creazione di "una cintura di consenso tra artisti, registi, letterati, professori universitari e scienziati".

Ma l’ascesa di Togliatti, il credito goduto presso i ceti intellettuali, l’impossessamento dell’insegnamento sia nelle scuole superiori sia nelle università, l’infiltrazione nella magistratura furono rese possibili  dall’insipienza, dalla grettezza e dalla superficialità della Democrazia Cristiana, incapace di comprendere i rischi di una tale linea strategica, abbattuta soltanto dal crollo del comunismo. Di ben altro sapore è l’articolo di Berti, che davvero condanna senza mezzi termini l’esperienza togliattiana con i suoi disegni politici falliti e causa di rallentamento della maturità del Paese. Berti ricorda la profezia di Augusto Del Noce, risalente a 40 anni or sono, secondo il quale il partito togliattiano si sarebbe trasformato in un radicalismo culturale, ugualmente pericoloso, «i cui quadri dirigenti sono stati salvati ora da un ex democristiano».

Due sole riserve sulla nota: manca qualsiasi osservazione sul comportamento dei socialisti, per decenni puntello della linea del "Migliore" con la scelta "frontista" e viene addebitato il compromesso storico alla convergenza "totalitaria"  del cattocomunismo attivo e incisivo mentre la maggior parte del partito seguiva, al solito evanescente, inconcludente e programmaticamente sterile. 

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