La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Mogherini come una bimba: Putin non è più amico mio! Monti rimprovera Renzi (ci vuole coraggio!) e Renzi vuole cambiare la scuola in maniera demenziale

di Vincenzo Pacifici

Mogherini come una bimba: Putin non è più amico mio! Monti rimprovera Renzi (ci vuole coraggio!) e Renzi vuole cambiare la scuola in maniera demenziale

Ricordo a Federica Mogherini, dopo la dichiarazione  di incredibile avventatezza, prova di assoluta immaturità per il ruolo, "Putin non è più nostro partner, la colpa è sua [della situazione ucraina]", appena due definizioni sulle qualità del diplomatico e sulla diplomazia, assolutamente antitetiche al comportamento da lei tenuto e all’atteggiamento da lei assunto, che in un’organizzazione diversamente seria rispetto all’Europarlamento e al governo italiano le avrebbero comportato l’immediata cancellazione della nomina conseguita e il fulmineo dimissionamento dall’esecutivo.

Ora secondo il dizionario della lingua italiana Sabatini – Colletti, "capacità di agire con avvedutezza, equilibrio, discrezione, tatto" sono considerate qualità proprie del diplomatico. Da seguire poi il Vocabolario della lingua italiana, edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana, secondo cui per diplomazia deve intendersi concretamente "l’insieme dei procedimenti attraverso i quali uno Stato mantiene le normali relazioni con altri soggetti di diritto internazionale al fine di attenuare e risolvere eventuali contrasti di interessi e di favorire la reciproca collaborazione per il soddisfacimento di bisogni comuni", mentre in senso figurato essa significa "tatto, finezza, abilità nella trattazione di affari delicati e che richiedono prudenza".

Oggi «Il Tempo», impegnato quotidianamente sulla vicenda dei marò, seguito soltanto da FdI (e Storace?), ha dedicato un ottimo articolo, dettagliato e puntuale, di Laura Della Pasqua al puffo diventato "il leader del rinvio", mostrando come tutte le priorità siano tutte slittate per le difficoltà presenti ignorate o sottovalutate dal sedicente premier, dall’estensione del bonus al pensionamento dei 4 mila operatori della scuola, bloccati dalla legge Fornero, dall’attuazione del Jobs Act all’assunzione di 100.000 precari nella scuola, dall’eliminazione degli enti inutili al piano casa, dal taglio delle municipalizzate al rinvio del pareggio, alla riforma della legge elettorale e alla riforma della giustizia penale.

Non sono mancate le osservazioni da parte di colleghi (o forse dovremmo dire compagni) di partito o di parlamentari allineati con la maggioranza. D’Alema, trattenendosi nella sostanza del giudizio, ha parlato di "risultati non soddisfacenti" del governo mentre l’ex premier Monti ha detto di non considerare importante il rimborso degli 80 euro, ha invitato a verificare le controriforme in corso ed ha suggerito al boy scout in ambito estero "di essere più stabile, meno ondeggiante ed emotivo. L’Italia in questi anni non ha mai chiesto le deroghe di cui lui parla. Poi dice che l’Italia deve tornare ad essere guida dell’Europa, ma rischia di essere considerato velleitario". In altri termini di non conoscere o quasi nulla degli argomenti di cui in forma superficiale ed estemporanea disquisisce.

Notizia del giorno: la presentazione del decreto "Buona scuola", che prevede l’assunzione di 150.000 precari in un solo anno scolastico attraverso un decreto legge, destinato a ridurre al minimo le discussioni con un’ulteriore mortificazione del Parlamento. Il primo snodo sarà contenuto nella legge di stabilità, in cui dovrà essere stabilito il finanziamento del piano straordinario. Tra gli altri punti la creazione "di una batteria di professori senza cattedra a disposizione di più scuole vicine per coprire posti vacanti [che potremmo da subito chiamare novelli clerici vagantes]", una nuova procedura di abilitazione dei docenti, scatti legati al merito, stabilito dal dirigente scolastico, libero di giudicare con criteri soggettivi, legati ai rapporti personali e magari alle comuni simpatie politiche, con instaurazione di un clima a dir poco effervescente all’interno degli istituti. Opinabili altri due punti: il rafforzamento del ruolo dei presidi con maggiore autonomia non potrà produrre confusione,  anarchia, caos? E le regole per l’ingresso dei privati nelle scuole, cosa comporteranno? Intervento nei programmi, strumentalizzazione didattica e colonizzazione culturale a seconda delle posizioni ideologiche degli sponsors?

Comunque mai in questo caso chi vivrà, vedrà. Intanto i giudici dei TAR si allertino per l’immane lavoro in arrivo.

                                                                     

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