La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Se torna un marò l'altro rimane in ostaggio. Il camicismo del Pd europeo. Centrodestra senza idee

di Vincenzo Pacifici

Se torna un marò l'altro rimane in ostaggio. Il camicismo del Pd europeo. Centrodestra senza idee

Massimiliano Latorre

Per una volta è il caso di occuparsi principalmente di questioni serie e gravi e di guardare subordinatamente alla politica minuta, egemonizzata dal "Bagolò", un soprannome attribuito dagli amici parmigiani ad Alberto Bevilacqua, che significa "contaballe", quindi adatto all’occupante di Palazzo Chigi. Per dirla con Manzoni in più spirabil aere la giornata ci ha recato la notizia del probabile rilascio di Massimiliano Latorre ed una eccellente nota, solo apparentemente di costume, di Marcello Veneziani.

Per una volta solo il giornale on line di Storace ha saputo tenere fede agli orientamenti del movimento, magari annacquati in Puglia, segnalando la vera situazione: il marò potrebbe  tornare in Italia per un periodo massimo di 3 – 4 mesi per le cure necessarie per poter rientrare in India, dove rimarrà come ostaggio Salvatore Girone. Nel foglio di famiglia Vittorio Feltri, nel ricostruire la vicenda, segnala le gravissime responsabilità del governo ma non accenna alle novità. Nell’articolo di cronaca si deve arrivare alla 22° riga per apprendere la verità mentre dopo sole 4 righe un social press romano ci rivela che Latorre "ha buone probabilità di trascorrere alcuni mesi in Italia per seguire un programma di riabilitazione".

L’atteggiamento generale dell’India non è mutato di una virgola, dimostrando l’inanità delle iniziative assunte prima da Monti, poi da Letta ed ora dalla Mogherini con l’avallo dei potenti tutori. La responsabile degli Esteri ha spiegato infatti che "la questione è già in mano ai tribunali ….[e] non può essere risolta dal dialogo tra governi". A buon ragione un parlamentare di FdI ha notato l’ulteriore schiaffo in faccia inferto al tizio, che sostiene di guidare il governo, il quale aveva raccontato l’ennesima fandonia del dialogo.

Marcello Veneziani dal canto suo ha rilevato la nascita di una nuova moda, quella del "camicismo", lanciata dal pifferaio e dai suoi amici socialisti al Festival dell’ Unità ma anche ha osservato che si tratta di un gruppo di famiglia, formato da "chi governa senza una linea politica, senza un’identità culturale, senza una storia vissuta e ricordata". Viene per la loro verità da ripensare al titolo del romanzo, pubblicato nel 1955 da Carlo Levi, Le parole sono pietre.

Sulle parole – pietre dovrebbero riflettere i molti, speriamo non siano tanti, che, caduti in uno stato di rassegnazione, in una sorta di perniciosa atarassia, per la mancanza di denunzie chiare, esplicite e motivate del quadro nazionale e per la delusione dell’esperienza berlusconiana, rischiano di perdersi e di disperdersi.

Oltre alla conferma dell’Italia, come maglia nera della disoccupazione con un’ulteriore crescita a luglio dello 0,3%, è apparsa una notizia, che certamente non avrà fatto piacere a Berlusconi: il suo Matteo ha varato in una notte di fine giugno un decreto, un capacity payment, che dovrebbe consentire alla Sorgenia, la controllata del gruppo De Benedetti, di godere di uno stanziamento di 120 – 150 milioni , grazie ai quali è stato scongiurato il fallimento.

Un altro servizio del quotidiano «Il Giornale» offre la conferma di quanto la cosidetta "opposizione responsabile" non sia altro che un comodo paravento, oserei dire letale per le sorti del centro - destra. E’ stato infatti, in modo scandalizzato, annunziato  che Giovanni Floris, blasfemo ed irriguardoso, abbia debuttato nella sua trasmissione su La 7 con il solito copione: attacchi al premier. La prova del fuoco dell’ex Rai non convince, solo anti renziani in onda.

Appena una considerazione sulle manovre in corso per la preparazione delle regionali in Emilia ed in Calabria. Considerata battaglia già persa in partenza quella per la prima, si è alla ricerca della quadra per la seconda, in cui pare agitarsi un certo azzurro di nome Giacomo Mancini, nipote del celebre ministro socialista. Il virgulto, nato nel 1972, si è segnalato per uno strepitoso e stupefacente eclettismo partitico. Ma

E’ l’orientamento di fondo a preoccupare: Matteoli (che nome, che garanzia!!) ha ottenuto "il compito di riallacciare i rapporti con gli alfaniani". Andiamo dunque verso una riedizione della linea del doppio binario, perseguita da Craxi al governo con la DC e alla guida di regioni, comuni e province con il PCI, ed oggi aggiornata con il Nuovo centro democristiano, lontanissimo dall’idea di abbandonare le poltrone ministeriali ma disposto, se il corteggiamento sarà in termini di poltrone confacente alle ambizioni, a schierarsi con il buon Berlusconi ed i suoi vassalli locali. 

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