La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Renzi assapora l'amaro calice della contestazione. Toti contro i piccoli partiti. La UE contro di noi, come al solito

di Vincenzo Pacifici

Renzi assapora l'amaro calice della contestazione. Toti contro i piccoli partiti. La UE contro di noi, come al solito

A tutto c’è o ci dovrebbe  essere un limite di buon senso, di logica e di rispetto altrui. Dopo le sparate continue e le offese continuate di Toti ai partiti minori, sembra proprio che l’auspicato limite sia stato irriso e calpestato. Ha cominciato ammonendo o per dire meglio avvertendo che "le corse in solitaria sarebbero totalmente irrilevanti e i leghisti, a partire da quelli sul territorio, lo sanno bene". Ha continuato con una intervista sul foglio, voce del padrone, dando prova del ruolo e soprattutto del modo con cui assolve al compito assegnato. Ha nervosamente ammonito Salvini a smetterla di "considerarsi unica opposizione", puntualizzando che "trattare le regole essenziali della nostra democrazia non è segno di accondiscendenza al governo, ma di maturità della nostra opposizione". Ha fornito una spiegazione praticata solo perché Berlusconi negli inciuci si trova davanti il principe del nulla, dal momento ha continuato il portavoce - "su economia e politica estera, per esempio, Forza Italia è netta e ritiene che si sia fatto davvero poco o nulla. A me pare [a lui e a chissà quanti altri maestri di politica] che le scelte del presidente Silvio Berlusconi siano ancora una volta lungimiranti e che Forza Italia sia posizionata in modo chiaro". Ipse dixit.

Ha reiterato il discorso dell’irrilevanza, dimenticando che la Lega, a differenza di Alleanza Nazionale, inghiottita nel minestrone berlusconiano, per colpa di un leader e di svariati colonnelli dalle meschine vedute e dalla sconfinata sete di potere, ha conservato peso ed autonomia, tanto da vantare – secondo il più recente sondaggio – una percentuale del 7,3%  mentre costante è la caduta del PD (37, 7 %, - 0,2% di 7 giorni or sono) e di Forza Italia (17%, - 18% di una settimana or sono). In risalita, perché si sono fatti sentire con insistenza e puntualità, al 3,6% i FdI, assai prossimi alla fatidica soglia del 4% raggiungibile con una linea operativa di piena e documentata opposizione, capace di attrarre se non tutti i famosi 4 milioni di elettori, sulla cui sorte si interrogava mesi or sono Marcello Veneziani, almeno la porzione più realistica.

Un ritorno all’antica, a «Il Tempo» di Renato Angiolillo nei giorni di immediata vigilia elettorale, che esaltava, con i risultati a tutti pesantemente e moralmente noti, la DC, "argine contro il comunismo", si è registrata sulla gazzetta del berlusconismo a proposito dei risultato svedesi. Il quotidiano, diretto da Sallusti, rimprovera  gli elettori per aver premiato nella loro protesta contro un’immigrazione selvaggia l’ultradestra, consentendo la vittoria della sinistra e la caduta  del premier conservatore uscente, responsabile  di aver raccomandato la tolleranza verso i nuovi arrivati.  E’ come se in Italia Salvini avesse battuto Berlusconi con la sua azione debole, confusa, ridicolmente machiavellica e in definitiva inconcludente e Renzi avesse vinto le elezioni. Ma questa non è affatto un’ipotesi assurda ed impossibile in Italia.

Ma la situazione è tutt’altro che allegra e avrebbe bisogno di guide adatte, capaci ed esperte e non di venditori di pignatte, fischiati a Taranto e Palermo. Secondo la stima dell’OCSE l’Italia farà registrare nel 2014 una contrazione del PIL dello 0,4%, l’unico dato negativo tra i paesi del G7 ed una timida, insignificante ripresa nel 2015 dello 0,1%. Altra notizia interessante ed eloquente è quella diramata dall’agenzia Standard e Poor’s, secondo cui "l’impatto del bonus fiscale da 80 euro sul PIL italiano sarà solo dello 0,1% rispetto allo 0,3% previsto". La misura – si aggiunge – del premier "non ha avuto effetti sull’andamento della spesa delle famiglie". Chissà se le gazzette al servizio del Pierino riporteranno la notizia?

Appena tre titoli  del «Corriere della Sera» riguardanti i rapporti  con l’UE, organizzazione ultranegativa,  però guidata da uomini e donne (salvo una, a tutti nota) non usi scherzare e ciurlare per il manico. I primi due sono ammonitori con livelli prima generici e poi puntuali "L’Europa: siete ambiziosi, ora passate ai fatti", "Il ministro delle Finanze Schauble sul piano della crescita: saranno finanziati soltanto progetti concreti e di alta qualità. Berlino mette in guardia sugli investimenti: la UE li valuterà uno a uno, no a soldi facili". Il terzo racchiude la posizione, al solito velleitaria e bullesca, data dal pifferaio, che ha voluto mostrare i muscoli (!!!) durante la visita agli alluvionati del Gargano, prima della contestazione di Taranto "Renzi alza la voce: l’Europa dia conto dei 300 miliardi di investimenti". Le risposte sono già pervenute: si faccia leggere i titoli del quotidiano milanese e si faccia spiegare  i contenuti.  Intanto da voci circolanti il bambino sarebbe pronto a cedere la sovranità dell’Italia ai falchi del rigore. Attendiamo di conoscere la reazione del Cavaliere.

E sempre il Cavaliere ed il suo clone giovane cosa diranno dell’ennesima fumata nera per la designazione dei 2 giudici della Corte costituzionale? Non si tratta forse di una crisi clamorosa quanto sostanziale dell’inciucio?  

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