Avviso di garanzia al padre di Renzi

Vendetta preventiva nei confronti dell’annunciata legge di riforma della giustizia?

Come sono sempre sospettosi, dubbiosi, mai certi dell’innocenza degli imputati i giudici, anche noi esitiamo molto a credere nel lavoro imparziale dei magistrati...

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Vendetta preventiva nei confronti dell’annunciata legge di riforma della giustizia?

Tiziano Renzi

Ormai anche Matteo Renzi è finito nel mirino chirurgico della magistratura.

Subito dopo la proposta di riforma della giustizia, che sfiora appena il mondo togato, è stato preso di mira il padre Tiziano Renzi, indagato per bancarotta fraudolenta dalla procura di Genova che investiga sul fallimento della Chil Post, società di distribuzione di giornali e campagne pubblicitarie con domicilio a Genova.

L'iscrizione nel registro degli indagati, come riportato da Il Secolo XIX, risale credibilmente a parecchio tempo fa, ma come un orologio svizzero sarebbe stata consegnata al padre del Leader solo alcuni giorni addietro.

Solo un mero rapporto fra causa ed effetto, coincidenza, casualità o solo, come da anni siamo abituati a pensare dopo aver letto i giornali, cecchinaggio calcolato?

Non parliamo delle altre persone implicate nella vicenda e nemmeno siamo a sentenziare sulla veridicità delle accuse. Vogliamo solo ed esclusivamente mettere in evidenza la tempestività della riconosciuta, da tutti, lentezza della giustizia italica quando, in un modo o in un altro, vengono a scontrarsi con le toghe persone che si oppongono ad alcune loro sconsiderate azioni giudiziali.

Detto questo dobbiamo però aggiungere che, nel momento in cui, emergono ipotesi di reato è giusto che la magistratura approfondisca e faccia il suo lavoro facendo emergere solo la verità dei fatti, ma, allo stesso tempo, suona oggettivamente stonata la solita musica dell’avviso di garanzia al padre del Presidente del Consiglio all’indomanidella sua proposta di riforma di legge.

Come sono sempre sospettosi, dubbiosi, mai certi dell’innocenza degli imputati i giudici, anche noi esitiamo molto a credere nel lavoro imparziale dei magistrati e a testimonianza di ciò esistono vari siti web creati per combattere gli oltre 50mila errori giudiziari perpetrati da toghe troppo famelicamente manettare.

Basti pensare che per rimborsare le vittime della malagiustizia lo Stato ha dovuto pagare sinora 550 milioni di euro. Una cifra che varrebbe una bella voce nella legge di stabilità.

Ma non è finito qui: l’ Eurispes e l’Unione Camere Penali comunicano di una media di 2500 domande l’anno di risarcimento per ingiusta detenzione e evidenziano che appena un terzo di esse (800) vengono accolte.

Può bastare questo per avere dei dubbi anche sull’avviso di garanzia a Tiziano Renzi?

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