Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
orreva l’anno 1987, e gli italiani, chiamati ad esprimersi sulla responsabilità civile del giudice da un referendum promosso dai Radicali, votarono. E fu una valanga di consensi: oltre 20 milioni di cittadini (20.770.334) pari all’ 80,20% dissero che i giudici non potevano sbagliare impunemente.
Chiesero con quel voto che anche ai giudici venisse applicata la più elementare norma della responsabilità: chi rompe paga. Una regola che dovrebbe stare alla base di ogni società che voglia dirsi civile. Una regola che rende accettabile il vivere sociale. Una regola che vale per ogni cittadino. E vale anche quando l’errore sia involontario, perché il danno non è meno grave se non voluto.
Provate a sbagliare la dichiarazione dei redditi!
Nel 1987 dunque, la stragrande maggioranza degli italiani disse che gli errori dei giudici, come quelli dei medici e di tutti coloro che in un modo o in un altro “maneggiano” le vite altrui, non potevano rimane impuniti, che anch’essi magistrati dovessero rispondere del loro operato.
Così accadde che…
NO, NON ACCADDE NIENTE, tutto rimase come prima, i giudici, esattamente come oggi, si indignarono, protestarono e sono passati cinque lustri durante i quali i magistrati hanno potuto impunemente sbagliare, lo hanno potuto fare quando l’errore era involontario e lo hanno potuto fare quando invece c’era la volontà di ridurre qualcuno ai minimi termini della considerazione sociale, professionale o politica.
Hanno potuto sbattere in galera qualcuno sulla scorta di un’accusa infondata, hanno potuto comminargli pene preventive, come domiciliari e simili, anche quando era ormai chiaro che non solo non c’erano prove del reato, ma addirittura le indagini portavano o sancivano la completa innocenza del poveretto. Ma c’era la convinzione personale del magistrato e il poveretto …
Hanno potuto intimidire, terrorizzare, e soprattutto TRADIRE chi credeva nella giustizia al punto da non difendersi, tanta era la sicurezza della propria innocenza e della ineluttabilità del suo riconoscimento.
Hanno potuto rovinare, vite, famiglie, professioni. E lo hanno fatto impunemente, senza mai rispondere a nessuno (tranne al padreterno, almeno lui) degli inutili dolori e devastazioni provocate, mentre le loro vittime INNOCENTI vedevano frantumarsi le proprie vite e i cocci sparpagliarsi nel tempo: irrecuperabili.
Quanti Enzo Tortora ci sono stati in questi 25 anni? Troppi, forse ciascuno di noi ne conosce uno e ognuno di quelli merita che i giudici rispondano in solido dei loro errori.
Oggi finalmente un Parlamento fin qui imbelle e vigliacchetto ha provato a riscattarsi e, complice lo scrutinio segreto, ha votato contro il Governo facendo passare un emendamento della Lega che tutti davano per morto. Così la Camera ha sancito, con 50 voti di scarto, che
«chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento» di un magistrato «in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell'esercizio delle sue funzioni o per diniego di giustizia» abbia il diritto di rivalersi facendo causa allo Stato per essere risarcito dei danni, e dunque sarà il magistrato che ha sbagliato a pagare.
Certo adesso dovrà essere il Senato a pronunciarsi, ma se nella Camera alta si votasse in maniera contraria significherebbe che viviamo in un paese marcio, irredimibile, nel quale dobbiamo continuare ad avere il terrore cadere in mano ad un giudice. Nel quale il concetto di giustizia è morto e la legge serve solo il più potente, e il più potente è chi può vantare l’impunità.
Sembra assurdo dover scrivere queste parole nel III millennio e non nei secoli bui delle invasioni barbariche, eppure. Se un avvocato come la Buongiorno dichiara di non volere «magistrati terrorizzati nell'interpretare la legge o che scrivono sentenze con mano tremolanti. Non rendiamoli terrorizzati di fronte alla legge» significa che siamo all’inciviltà totale e forse irrimediabile.
Cara On Buongiorno, i giudici devono essere terrorizzati di sbagliare perché hanno fra le mani le vite di esseri umani che possono distruggere addirittura in maniera più drammatica di un errore medico. La paura serve a stare più attenti, a non essere superficiali, a ponderare bene e ovviamente disincentiva il dolo.
I giudici devono avere il terrore di interpretare male le leggi perché fino ad ora è stata permessa una criminale superficialità per non parlare del dolo volontario.
Non si capisce perché Befera di Equitalia deve poter dire che i cittadini devono avere il terrore dei controlli fiscali, perché un po’ di sana paura fa bene e i giudici non devono averla mentre amministrano una cosa così delicata come la Giustizia.
E ancora, perché io cittadino devo avere paura dei giudici e i giudici non devono averne di sbagliare?
Se poi un giudice essendo chiamato rispondere di quel che fa non regge la tensione emotiva determinata dalla paura …beh può sempre cambiare mestiere, perché come dice Monti, un solo lavoro tutta la vita è monotono!
Per chi volesse documentarsi:
Ilaria Cavo, Il cortocircuito, Milano, Mondadori
Giuseppe Pititto, Il grande corruttore, Roma, Fazi
Inserito da Giovanni il 04/02/2012 19:46:12
Anche gli insegnanti formano la categoria degli "intoccabili". Anche loro non sbagliano mai: chissà perchè e sempre tuo figlio l'ignorante. Io non sono un giudice e penso che questa sentenza sia giusta se applicata bene. Per come la vedo io, però, il rischio sarà che adesso anche chi è colpevole si scatenerà contro i giudici. Del resto è storia di pochi mesi fa... Comunque, tornando all'insegnamento, anche gli insegnanti di ogni ordine e grado dovrebbero "pagare" per quanto fanno verso i propri studenti, rei magari di essere un poco diversi rispetto alla massa degli altri.
Inserito da Furbas il 03/02/2012 20:29:24
Hanno già detto che è chiaramente anticostituzionale... I medici sono responsabili dei danni che fanno e devono pagarsi un'assicurazione che sale man mano che fanno danni, gli avvocati pure, i commercialisti anche, perfino i padroni dei cani ma i magistrati e i politici no. Loro sono "Gli Intoccabili". Ma temo che il parlamento (Senato) modificherà l'articolo votato ieri...
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