Editoriale

Chi li ha visti? Scomparso dall'orizzonte il dipartimento cultura di Forza Italia. Si attendono notizie

Non sappiamo più niente dei progetti culturali affidati a Sylos Labini, in molti avevano sperato in una svolta ma da tempo tutto tace

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

ra la fine del giugno scorso, dopo di allora non ne abbiamo saputo più nulla. Il mitico Dipartimento della Cultura di Forza Italia pare essere svanito nella calura – poca – estiva come le ragazze in gita ad Hanging Rock. Non vorremmo scomodare importanti programmi come Voyager o Mistero, ma neanche per l’insoluto caso della Mary Celeste si è opinato l’impossibile come in questo. Ricorrere alla casistica di Charles Fort mi sembra eccessivo. Dov’è dunque il Dipartimento? Forse ha pensato di fare come i RosaCroce nel XVI sec., ma senza apporre manifesti per tutta Europa, prima di celarsi agli occhi del volgo? Si sono ritirati in Antartide come i Templari o nelle remote profondità della Terra Cava?

O forse è successo come ai soldati dell'Arciduca d'Austria scomparsi sui Pirenei nel 1707 o come per quei soldati francesi delle colonie che si stavano dirigendo a Saigon nel 1858 e dei quali non si seppe più nulla? Svaniti senza tracce come il caso inspiegato della squadriglia USAF decollata per un volo di esercitazione nel 1945 al largo delle Bermude?

Ci attendevamo grandi cose, hanno chiamato a raccolta le menti e gli spiriti che s’abbeverano dell’intelletto del centrodestra come stessero suonando l’Olifante, le Trombe Divine, i corni degli Israeliti o quello degli dei norreni al Ragnarokkr, poi il silenzio.

Eppure, ne sono certo, qualcuno a quell’appello ha risposto. Silenzio.

Volevamo fare, costruire, ri-costruire… eppure… avevamo sperato, aderito con liceale entusiasmo, alcuni so hanno persino inviato i loro curricula eppure…

Un segnale dall’orbita di Giove, un monolite nero, un bip solitario nell’universo, dateci un segno, a noi che come Fox Mulder “want to believe”, non lasciateci soli tra le slide di Renzi e l’insipienza di Franceschini, diteci che c’è vita su Marte!  

Sappiamo di centinaia, forse decine di migliaia di unità d’artisti, scrittori, musicisti e altro che fremono dal desiderio di pugnare per la Cultura; siamo certi che altrettanto avvenga da parte delle centinaia, forse migliaia, di Club Forza Silvio che strappano a morsi le loro catene per gettarsi nella mischia dell’agone culturale italiano acquisendo beni artistici e mettendoli a frutto, organizzando eventi, mostre, convegni, dibatti e molto, molto di più. E allora? Perché questo assordante silenzio?

Avremmo voluto anche un inno, qualcosa con un testo adatto come “Noi c’abbiamo Caravaggio, poi Leonardo e Raffaello, l’uno è saggio l’altro è più bello”. Musica di Luca Laurenti naturalmente. 

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da paolo il 28/09/2014 15:27:34

    confermo ghorio negli anni 70 e 80 anche nel centro c'erano numerosi settimanai e mensili e eperiodici e convegni e iniziative che presenziavano l'area di centro e centrodestra,e nel mondo cattolico e laico ,anche Berlusconi inizialmente sembrava interessato,poi ...... .ai professori e intelettuali si sono preferiti Apicella ,lele mora,attricette varie ,ora impera la Pascale . del resto anche la l'editoria berlusconiana stampata e televisiva sono culturalmente assenti .bisogna cambiare ,rottamare .prima che sia troppo tardi.e in fondo l'Italia liberale non era cosi vuota di cultura come è stata presentata da Berlusconi .

  • Inserito da ghorio il 26/09/2014 12:46:20

    Il Dipartimento cultura di Forza Italia è la dimostrazione di come nell'area di centrodestra negli ultimi vent'anni ci si muove con grande confusione. Niente di nuovo del resto sotto il sole: negli anni 60 e70, miei anni giovanili, nel campo della carta stampata, allora il web non nemmeno in itinere, c'era tanta vivacità con quotidiani e settimanali che tenevano fronte alla sinistra, pur essendo all'opposizione. Da quando il centrodestra è andato al potere si sono registrate, chiusure , ridimensionamenti e così via, con gli intellettuali messi quasi da parte.

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