Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
arliamo un po’ di Renzi. Ancora? Sì, ancora, anche se ultimamente veniamo bombardati da analisi, polemiche, recriminazioni a proposito del premier. Ultimo e clamoroso, l’attacco del direttore del Corriere della Sera, De Bortoli, di cui riferisce il nostro Pacifici con la verve che gli è propria.
A questo punto gli schieramenti sono chiari: da una parte gli anti-renziani (come un tempo gli antiberlusconiani), dall’altra i renziani per fede, infine i renziani per necessità.
Cominciamo dagli antirenziani la cui galassia è abbastanza complicata dalle motivazioni diverse che originano le varie posizioni.
Antirenziani del Pd: sono coloro che vedono nel giovane premier lo scardinatore dello status quo, ovvero colui che mette in discussione i poteri acquisiti (e con essi i privilegi). La vecchia guardia del Pd non perdona e non accetta che Renzi cambi il partito facendo tabula rasa della nomenklatura che lo ha preceduto.
Argomentano, con qualche ragione, che il repulisti su base anagrafica è demenziale, e che il new deal imposto dal segretario annichilisce l’anima della sinistra.
In realtà l’ostracismo verso Renzi appare una difesa ad oltranza di un potere che sta loro scivolando dalle mani.
Ci sarebbe da chiedere a questi ribelli d’antan perchè essi, in tanti anni di gestione del partito e del potere che ne conseguiva, non abbiano saputo impostare nessuna delle riforme e dei cambiamenti di cui l’Italia aveva bisogno.
Viene il sospetto che essi abbiano rappresentato la politica della perpetuazione sterile del proprio potere (e dunque dei soldi), della logica gattopardesca più volgare e autoreferenziale, degli accordi sottobanco per una spartizione di incarichi, prebende, privilegi, consigli di amministrazione (insomma, ancora, in una parola, potere in tutte le sue forme) in un gioco delle parti che li vedeva a parole paladini dei più deboli, alfieri di un etica e di una morale di cui non si sono però mai viste ricadute pratiche nell’agire politico.
Antirenziani laici: sono coloro che senza militare in una specifica parte politica rappresentano una parte della società civile, solitamente quella che viene identificata con i cosiddetti poteri forti, che tutti chiamano in campo anche non si sa mai quali siano veramente. In questo caso si tratta di quella fetta del potere finanziario internazionale ( e dei suoi rappresentanti nelle varie forme) abituato a guadagnare dalla continua messa in mora dell’Italia da parte degli altri paesi europei e non solo. Sono coloro che hanno tutto l’interesse alla liquidazione del sistema economico del paese poichè in parte possono fungere da commissari liquidatori, in parte ne possono trarre vantaggio acquisendo meriti (economici e finanziari) presso le grandi lobbies internazionali.
Argomentano, con qualche ragione, che Renzi fa una politica internazionale troppo filoitaliana e poco filoeuropea (in chiave tedesca) che secondo loro ci porterà alla rovina.
In realtà con la scusa del rispetto delle regole Ue, pareggio di bilancio e rapporto virtuoso deficit/pil, vogliono subordinare l’Italia al sistema finanziario internazionale senza tener conto di quanto questo costerebbe agli italiani in termini di sacrifici finalizzati al benessere altrui.
Si ha la certezza che per loro gli anziani sono una zavorra insostenibile della quale, se potessero, si vorrebbero disfare magari con una bella eutanasia per raggiusti limiti di età (ovvero quando l’individuo non è più produttivo) onde liberarsi del sistema pensionistico che tanto incide sulla nostra spesa. Considerano i poveri e i disoccupati dei falliti vittime della propria incapacità a produrre profitto. Nello stesso modo considerano la forza lavoro ad ogni livello uno strumento da utilizzare al pari di una macchina, dunque da rinnovare con costanti turn over per risparmiare rottamando senza sosta. Sono i fautori dell’abolizione dell’articolo 18.
Antirenziani ideologici: sono coloro che, anch’essi senza militanza partitica, ma tendenti a sinistra, rappresentano quella categoria di giornalisti, opinionisti ecc. che, abituati alla frequentazione dei salotti del potere, si sentono snobbati dal premier.
I professionisti della tartina, li chiama Renzi, bisognerebbe anche aggiungere della chiacchiera snob abituata a fare opinione.
Argomentano, con qualche ragione, che il premier non si sottomette alle pressioni dialettiche che da sempre hanno fatto di loro i potenti dei salotti romani e confindustriali. Sono orfani della presenza mondana del premier e della capacità di ricatto che essa alla lunga provoca sul politico aduso alla convivialità alta. Trovano insopportabile che le punte di diamante del loro potere dialettico, i cosiddetti “professori” non riescano ad essere i maître à penser della sinistra al potere.
Ovviamente rimproverano a Renzi la troppa sicumera, l’arroganza dell’uomo solo al comando, ma soprattutto scagliano contro di lui l’accusa più infamante: essere il Berlusconi della sinistra!
Antirenziani politici: sono coloro che cercano di fare opposizione politica al premier, e sa Iddio se ce ne sarebbe bisogno, come in ogni democrazia che si rispetti.
Argomentano, con ragione, su specifici elementi dell’azione politica del premier: gli 80 euro che non hanno innescato la ripresa, che sono stati distribuiti in maniera profondamente ingiusta, che hanno creato un ulteriore buco in bilancio, che sono stati usati a fini elettorali (leggi elezioni europee). Le promesse troppo frettolose sui tempi e sui modi che hanno creato attese deluse. La drammatica debolezza della sua squadra di governo.
Essi purtroppo non presentano alcuna alternativa (né valida né debole, proprio niente) e risultano sostanzialmente velleitari e superflui
Renziani per fede: su di loro c’è poco da dire, si dividono in miracolati dal fenomeno Renzi, Boschi Madia, Lanzetta, Lorenzin, Giannini, Orlando, Galletti, Mogherini solo per fare qualche nome in un paese normale avrebbero avuto difficioltà anche a diventare parlamentari, figuriamoci ministri! Devono tutto a Renzi e onestamente e fedelmente non hanno una sola idea o progetto o competenza che li renda adatti al ruolo che ricoprono. Hanno il pregio di non essere compromessi con il sistema politico e le sue storture e dunque si può ipotizzare e sperare che non siano ricattabili
Gli altri sono coloro che credono nella politica del segretario del Pd e sostengono la sua politica
Renziani per necessità: in questa categoria si dovrebbe iscrivere tutta quella parte di Forza Italia che ha condiviso il patto del Nazareno in nome, dicono, del bene del Paese.
Si potrebbe anche apprezzare la scelta se essa fosse stata più chiara, se si fosse trattato di un’alleanza in nome della necessità e se si fosse concretizzata in una stabile e chiara coalizione di governo.
Così come la vediamo presenta una serie di opacità per non dire vere e proprie oscurità che lasciano interdetti e dubbiosi.
In questo quadro il “fenomeno” Renzi è di difficile valutazione, siamo scettici nei confronti dei suoi detrattori “a prescindere” e dei suoi sostenitori ad oltranza.
Sicuramente Renzi ha il pregio di cercare di ribaltare un sistema incancrenito, di farlo con certa giovanile jattanza che può dare fastidio, ma che forse è l’unica possibile. Ha però il difetto di affrontare il problema con una superficialità che preoccupa. Le troppe chiacchiere, le troppe promesse , la velocità che si trasforma in lentezza (e non poteva essere diversamente) la sostanziale solitudine in una squadra dalla debolezza inquietante preoccupano e non danno di che sperare.
Attenzione però, l’alternativa a Renzi non sarebbe politica, ma tecnica, ovvero una sorta di commissariamento per mano di tecnocrati i cui fili sarebbero mossi dall’Europa. E questo sarebbe un disastro perché c’è una verità incontrovertibile e assoluta: alla Ue di noi italiani del nostro benessere, della nostra tutela non gliene frega niente.
Inserito da Cosma il 27/09/2014 10:27:13
Si può "cercare di ribaltare un sistema incancrenito" riproponendo il centrismo vetero-democristiano? Per andare dove?! "una sorta di commissariamento per mano di tecnocrati i cui fili sarebbero mossi dall’Europa" ... Da Monti in poi, da chi sono stati mossi questi "fili"?! Qalche mese fa Draghi ha affermato che le elezioni sono inutili perchè, il giorno dopo, sono i poteri economici a dettare la linea ai governi. Più esplicito di così!
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