La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Renzi abbraccia Marchionne e parla all'ONU in un'aula semi deserta. Per risparmiare i ministeriali usciranno due ore prima dal lavoro

di Vincenzo Pacifici

Due giornali, uno certamente antiregime e l’altro, che cerca di esserlo, pur inquadrato nella flotta berlusconiana, parlano di un abbraccio tra Marchionne e il venditore di pignatte con buona pace di quanti, i berluscones, lo presentano vittima dei "poteri forti" e di un discorso, o meglio della lettura di un testo preparato da ignoti, all’Assemblea dell’ONU di fronte ad un’aula semivuota, come confermato da una foto, certamente sfuggita, pubblicata sul quotidiano della premiata ditta "B&R". La sua fama di vanaglorioso "Pippo Spacca" è giunta ed oltreoceano con alcune gazzette locali, pronte a deliziare i loro lettori (forse 15 – 20) delle  sue rodomontate. La rassegna stampa ci ha recato, tra le solite perle, la notizia sconvolgente di una novità, in nome del risparmio, presto introdotta negli uffici ministeriali, che anticiperanno l’uscita serale di 2 ore. Con questa misura di certo torneranno a crescere le retribuzioni,  che attualmente segnano, secondo l’Istat, l’incremento più basso da almeno 32 anni, tornerà a muoversi il mercato immobiliare (-3,6% nel II trimestre rispetto allo stesso periodo del 2013, e decolleranno i consumi, tutti di segnano negativo nel 2014. Per oggi basta con queste rallegranti notizie dell’era renziana.

E’ arrivata finalmente (alleluja!!) che non si doveva attendere ma doveva maturare fin dai primi vagiti del supecoccolato boy scout. In conclusione dei lavori della sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente, il segretario generale mons. Nunzio Galatino ha espresso i timori dei vescovi secondo cui, "al di là delle promesse, c’è la sensazione che si sia sordi a promuovere politiche fiscali", che "la famiglia non sembra messa al centro della società". L’appello finale è musica celestiale per quanti, e siamo sempre di più, sono critici nei confronti del puffo: deve farla finita con gli slogan e deve ridisegnare l’agenda politica.

La perdita di consensi (due punti percentuali in meno di una settimana) è provato da un sondaggio Ixé per la trasmissione Agorà.

Sul tema tanto dibattuto dell’articolo 18 è intervenuto Antonio Polito, il quale non ha potuto non notare che, come al solito, "la discussione non è stata messa sui binari giusti, in ossequio alla moda del momento che preferisce l’annuncio all’esito. Intanto si litiga intorno a una delega di cui non si conosce ancora il contenuto. Non lo conosce neanche il ministro del Lavoro Poletti. Interrogato in materia, ha risposto di chiedere a Renzi".

A voler essere angeli, si può dire che l’Italia si trova in una situazione paradossale, con un "uomo [e che uomo] solo al comando", che agisce senza la minima utilità per il Paese grazie principalmente all’inesistenza di un’opposizione attenta, puntigliosa, informata e soprattutto alternativa.

La destra, o meglio quel poco che rimane e che non fa nulla per tentare di ricostruirsi, nonostante l’attesa di milioni di cittadini, raggiunge punte patetiche. Dopo che un suo esponente, ancora oggi rampante e pronto a rientrare alla Camera, non è stato capace di far intitolare a Giorgio Almirante, padre della Destra, che mai si sarebbe fatto soggiogare da Berlusconi, durante la sua sindacatura una strada o una piazza a Roma, Storace gioisce per la battaglia vinta a Latina, città tradizionalmente legata agli ideali suoi e nostri, in cui sarà intitolata al leader, scomparso nel 1988, … una rotonda. Chi si contenta, gode.  

Riservandoci per domani una particolare e minuziosa analisi delle prossime elezioni provinciali, basta invitare a leggere sull’atmosfera, in cui viviamo, l’eccellente Cucù di Veneziani sulla "raffica di sciagurate idiozie partita dal Parlamento", per la quale, a nostro avviso, è eloquente riprendere, esaltandola, la massima di Tacito, plurimae leges corruptissima re publica