Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
l condizionale, ovviamente è d’obbligo, ma la politica italiana ci ha davvero abituato che al peggio non c’è mai limite. Non solo, ma al peggio travestito da unica via possibile verso una “salvezza” che somiglia ogni volta di più alla eterna dannazione.
Tra i vari “si dice”, alchimie balorde e combinazioni talmente raccapriccianti da far apparire il Golem un bronzo di Riace, ne circolano due davvero degne di nota: una possibile “alleanza” tra Lega e Fratelli d’Italia e soprattutto un partito che finalmente riunisca il figliol prodigo e il padre incognito (ma non troppo): Renzi e Berlusconi.
Per il primo, si potrebbe dire che in fondo Lega e AN sono stati insieme in varie alleanze, di governo o di opposizione. Senza dubbio, ma allora c’era un “collante” a tenerli insieme … separatamente, ovvero il cavaliere e il suo proteiforme partito che poi, infatti, inglobò anche Alleanza Nazionale salvo sputarne poco dopo il francamente indigeribile e indigesto fondatore e camaleontico leader. Ma oggi i due movimenti appaiono antitetici già persino nel nome e una loro ipotetica “alleanza” rischia di essere solo una poco significativa sponda anti-renzi. Nessun dubbio che opporsi al caciottaro in veste di premier sia cosa buona e giusta, ma evidentemente venti anni esatti di esperienza non hanno ancora insegnato a certe gente che unirsi solo per andare “contro” qualcuno non basta. Ci vorrebbe un’idea di comunità, di nazione, di stato del tutto diversa da quella oggi vigente, o meglio da quella oggi inesistente. “Un volgo disperso che nome non ha”, per davvero …. Ma è inutile chiedere idee a chi, come gli esponenti della sedicente “destra”, in questi ultimi anni ha dimostrato solo fame di potere e mediocrità rampante.
Ma una cosa che fa veramente cascare le braccia e quant’altro è l’idea di un “apparentamento” tra il vecchio ex premier e il “giovane” galletto rignanese. Le voci al riguardo si fanno sempre più frequenti, si parla anche di un “Partito del Fare”, una bella DC meno cristiana e più pragmatica che darebbe il colpo di grazia a quelle ultime tracce di ideologia che ancora potevano galleggiare, sia pure a stento, tra gli ectoplasmi dei partiti, maggiori o minori. Non che l’ideologia in sé sia sempre una cosa positiva (anzi) ma se non altro garantisce un minimo di visione del mondo, un qualcosa a cui ancorarsi, uno straccio di punto di riferimento. Il “partito del fare” rappresenterebbe solo l’ultima tappa di un percorso ormai in atto da tempo: la trasformazione della politica in “affarismo” puro, ovviamente a tutto vantaggio della casta che invece di governare sfrutta qualche milione di pecoroni convinti, oltre a tutto, di vivere in quella buffa cosa chiamata democrazia e di contare più di una carruba marcia.
Fa veramente senso vedere il PD ammainare la bandiera dell’articolo 18, a prescindere da come la si pensi su questa questione. Si può anche essere del tutto d’accordo sulla sua abolizione, ma se solo si riflette che partiti come il PD – e soprattutto quel PCI da cui ha origine, anche se fa finta di dimenticarsene – ha per decenni millantato la difesa e le tutela dei più deboli e dei lavoratori come propria ragione sociale, persino l’italiota medio dovrebbe essere capace di trarne le debite conseguenze.
Aveva allora in fondo ragione Pio IX, quando nel Sillabo condannava Liberalismo e Liberismo – le grandi “parole d’ordine” di tutti o quasi gli schieramenti politici odierni - intuendone tutta la carica disumana sotto la bonaria e sorridente apparenza? Qualcuno – anche da queste colonne – ironizza contro le reminiscenze legittimiste, ma forse farebbe bene a dirigere altrove i sacrosanti strali polemici.
Riassumendo: abbiamo un paese sfinito, la Tasi – ultima sanguisuga creata nei laboratori fiscali, gli unici che oramai siano del tutto efficienti – sta dando l’ennesimo colpo alla resistenza di quel ceto medio che è ormai allo stremo; in compenso importiamo e manteniamo alla grande clandestini a nostre spese, mentre sono sempre più gli italiani sotto la soglia della sussistenza tra il menefreghismo generale dei “piani alti” e medi.
Del resto, le due erre magiche del Dulcamara in riva d’Arno (ricambio generazionale e riforme) sono come sempre trappole per allocchi da demagogia di bassissima lega. L’Italia ha bisogno senza dubbio di svecchiare - anzi, di cambiare del tutto – la propria classe dirigente e di rivedere molte cose, se non tutte, di un apparato statale costituzionale burocratico talmente giurassico e parassitario che non basterebbero dieci Gogol per metterlo debitamente alla berlina. Ma si dimentica- o si finge di dimenticare – che l’età non è un valore in sé ( la giovinezza può se mai essere, insieme però ad altre condizioni, un valore aggiunto) e del resto proprio Matteo e la sua squadra di galletti rampanti stanno ampiamente dimostrando come per essere incapaci, arroganti e inefficienti non ci siano limiti di età di sorta. E anche il cambiamento fine a se stesso può rivelarsi un rimedio peggiore del male: una terapia che uccide non può definirsi una cura e le “pensate” come quella di trasformare un inefficiente senato elettivo in un organo del “principe”, più smilzo certo ma non per questo meno inutile, rivela al fondo la solita logica gattopardesca per cui tutto deve per cambiare per rimanere come prima; o addirittura, per quanto sia dura, peggio di prima.
Fa specie vedere che a sostenere tutto questo, che il puntello del sorridente imbonito rignanese sia proprio quel Silvio Berlusconi, che nel 1994 scese in campo – così assicurò allora – per bloccare l’avanzata delle sinistre e impedire loro di controllare il paese. Si può anche facilmente ironizzare su quanto Renzi sia effettivamente “di sinistra”, ma il partito e l’ambiente che lo hanno portato al potere sono quelli, anche se poi certo nel “retrobottega” c’è anche ben altro, sebbene la sinistra abbia per decenni con atteggiamento da casta Susanna pervicacemente negato compromissioni con ambienti dell’alta finanza o con logge e loggette. Del resto, mentre molti italiani sono al monte dei pegni, il Monte dei Paschi torna a prosperare in silenzio e nel “profondo rosso” della più vergognosa omertà toscana. E quello stesso Berlusconi che un tempo si schierava a difesa della famiglia ora - complice anche la Chiesa di un pontefice che ha dichiarato non essere più una priorità le questioni etiche e i valori morali - flirta persino con le associazioni gay, mentre la sua compagna o fidanzata che sia si è addirittura trasformata in pasionaria dei cosiddetti “matrimoni” omosessuali e di tutto quanto è LGBT e pare abbia combinato un incontro tra il “fidanzatino” e Luxuria. Se anche questa fosse vera, dalle stelle alle stalle, davvero!
Partito del fare, dunque? Non si ha il coraggio di supporre cosa: se è schifo, allora lo stanno già facendo tutti e da un pezzo. Fino a quando gli italiani continueranno a starsene beatamente immersi nel guano? L’unica soluzione è rottamare, ma per davvero e senza fare sconti a nessuno, tutta la sconcia casta politica che ci sta portando al macello: senza eccezioni, vecchi brontosauri e giovani microcefali, carampane d’annata e ministre da topless, grilli d’assalto e grulli da rimessa. Sotto il vestito, di qualunque tipo sia, c’è sempre la solita cosa: il nulla assoluto. E prima che ci annientino tutti quanti, sarebbe ora di provare almeno a reagire.
Inserito da rodean il 01/10/2014 12:29:07
Analisi perfetta e condivisibile ! Ma....datemi una leva e vi solleverò il mondo, datemi un UOMO e vi risolleverò l'Italia. Ma.....chi ????????
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