Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il consumo di bevande energetiche è aumentato nel corso degli ultimi anni. Al fine di ricostituire l'energia e ottenere una migliore idratazione nei momenti di stress, sempre più persone le usano occasionalmente e regolarmente. Nel caso degli atleti, il loro utilizzo prima della pratica sportiva è addirittura moltiplicato, stimando che oltre il 50% le consumano in allenamento e anche prima delle competizioni.
Pertanto, gli atleti d'élite di sport come calcio, basket, rugby, pallavolo, tennis, nuoto, hockey e ciclismo bevono l'equivalente di tre lattine di energy drink o una bevanda placebo prima di una competizione sportiva.
Questo studio realizzato da esperti dell'Universidad Camilo José Vigila (UCJC) di Madrid ha valutato per quattro anni gli effetti, sia positivi quanto negativi, che producono queste bibite sugli sportivi, e non tutti i risultati sono stati favorevoli.
Il rendimento sportivo è stato misurato con l'uso di dispositivi GPS che hanno determinato la distanza e la velocità percorsa dagli atleti in sport di squadra.
Sono stati usati anche dinamometri e potenziometri per valutare lo sforzo muscolare in diverse attività sportive.
I risultati, pubblicati nel British Journal of Nutrition, hanno dimostrato che gli sportivi hanno aumentato la loro prestazione atletica tra il 3 e il 7%.
Come spiega all'agenzia Sinc, Juan Del Coso Garrigós, uno degli autori dello studio e responsabile del Laboratorio di Fisiologia dell'Esercizio della UCJC, gli sportivi che hanno fatto uso di tali bevande energetiche “hanno percorso più distanza in una competizione per sport di squadra, specialmente a livello di alta intensità, relazionata col rendimento sportivo.”
Del Coso afferma, nella sua ricerca, che tali bibite energetiche “aumentano la capacità del salto nei giocatori di pallacanestro, la forza e la potenza nei ciclisti e scalatori e individui addestrati, la velocità e resistenza nei nuotatori e la forza e la precisione del colpo nei giocatori di pallavolo e nei tennisti.”
In questo lavoro non stati misurati solo i parametri oggettivi della prestazione atletica, ma è stato chiesto agli atleti in merito alle loro sensazioni dopo il consumo di tali bevande e si è misurata la frequenza degli effetti secondari in comparazione con la bibita placebo.
E in questo senso, gli sportivi si sono sentiti “con più forza, potenza e resistenza con la bibita energetica che con quella placebo", ha raccontato l'esperto.
Tuttavia, le bevande energetiche hanno aumentato la frequenza di insonnia, nervosismo e il livello di attivazione nelle ore seguenti alla competizione.
Il loro consumo produce un aumento degli effetti collaterali tipicamente presenti in altre bibite contenenti caffeina. Inoltre, non sono state trovate differenze significative tra i sessi, nella percezione di sensazioni positive né nella comparsa di effetti secondari.
Il ricercatore sostiene che l'aumento dei consumi “è probabilmente dovuto alle imponenti campagne pubblicitarie di aziende di bevande energetiche in relazione alla sponsorizzazione sportiva.”
Siffatte bevande energetiche sono composte principalmente da caffeina, taurina e vitamine del gruppo B, con scarse differenze nelle quantità e negli ingredienti.
Al contrario di ciò che indica il loro nome commerciale, le bevande energetiche non apportano più energia di altre bibite, ~40 kcal/100 ml di prodotto, ma hanno un effetto “energizzante” relazionato con la stimolazione prodotta dalla caffeina.
In realtà, nessuno degli altri ingredienti presenti nelle bibite energetiche e nelle dosi che ci sono in una lattina di bibita energetica produce un effetto significativo sul rendimento fisico o cognitivo.
La concentrazione di caffeina, 32 mg/100 ml di prodotto, presente nelle bibite energetiche apporta un totale di 80 mg di caffeina per ogni lattina, 250 ml, benché attualmente si commercializzino già contenitori da500 ml.
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