Editoriale

Oziose domande sui nostri politici

Andranno a vedere la mostra di Memling? Leggeranno mai un libro? E soprattutto sono in grado di formare una frase grammaticalmente corretta?

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

volte, oziando, mi pongo oziose domande la cui risposta potrebbe essere ovvia oppure pleonastica – che per gli incolti tradurremo come “pipparola” – e uno di questi quesiti ben poco esistenziali è : Chissà quali tra i nostri politici tra poco andrà a visitare la mostra di Hans Memling alle Scuderie del Quirinale? Già m’immagino la fila, e sì che lor signori entrano “aggratisse”!

Ma poi, lo sapranno chi è Memling? O forse lo confonderanno con un giocatore di calcio olandese? Lo so, adesso mi diranno che hanno cose ben più importanti e gravi alle quali porre mente. C’è lo “spread”, oppure le lotte intestine di Forza Italia, o quelle del PD. In effetti, adesso che ci rifletto, “intestine” è proprio l’aggettivo adatto visto il “materiale umano” che vi gravita. Ah la “cultura”, questa cosa evanescente e indefinibile con la quale “non ci si mangia”, questa cosa in mano alla Sinistra da sessant’anni, questa cosa di cui Silvio Berlusconi è il primo produttore italiano tra “Colpo Grosso”, “Amici” e “Cinquanta sfumature di grigio”. Quella cosa ignorata dalla Destra fino ad oggi perché era molto più importante andare ad attaccare i manifesti…  Ed io, sciocco, credo che qualcuno tra questi vada a vedere Memling?

Ha ragione mia cugina, che è donna saggia, concreta e pragmatica, a chiedermi perché ancora mi ostini a trattare questi argomenti con tali persone. Ma io “so’ capoccione” come si dice a Roma.

In effetti sto penando che alle prossime elezioni – se voterò oppure se non annullerò la scheda con un verso del “Vaffaffulla da Lodi” – darò la mia preferenza soltanto ed esclusivamente a quelle persone, a quei politici, che mi hanno dimostrato di leggere libri, saper scrivere una frase formata da soggetto verbo e complemento di senso compiuto e con i tempi giusti, che vanno a teatro, ascoltano buona musica e visitano le mostre d’arte.

Come? Allora non voto nessuno?

Ma no, sono sicuro che almeno uno ancora c’è. Ah sì, ancora una cosa… deve amare i gatti.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Dalmazio il 05/10/2014 18:01:20

    In effetti la "vanità è il mio peccato preferito"... riconosce da dove arriva questa frase? Vedo che non soltanto l'arte le è ignota, ma soprattutto le difetta l'arte del parodosso - che come si sa - è un ben dell'intelletto. Le faccio altresì notare che l'uomo nella sua "storia" come dice lei ha ottenuto grandi risultati soltanto grazie alla cultura e non all'ignoranza. Distinguere poi il colto dall'incolto non è per nulla difficile e comunque resta il fatto che un mulo o un somaro non ci governano amministrando il bene pubblico, mentre uomini mediocri che sono ben al di sotto di muli e somari evidentemente sì, e forse sono gli stessi che lei, e altri come lei, sono soliti votare facendo loro quella che Seneca - filosofo latino - definì la "superbia dell'umile" ovvero la prezunzione dell'ignorante. Cosa che, mi creda, è molto, molto più perniciosa della mia, immensa, gigantesca, pantagruelica Vanità. ;) Cordialmente - Dalmazio Frau -

  • Inserito da Stefano il 05/10/2014 17:19:05

    Caro Frau è sconcertante la sua vanità, io non so chi è Memling, ma non per questo mi considero incolti. Allo stesso modo non considero incolto il politico che non lo conosce. Il livello culturale medio dei nostri politici non è alto, ma non è che esaltando la propria per denigrare quella degli altri si possa trovare la soluzione per i problemi del paese. In fondo, occorre riconoscere che l'uomo nel corso della sua storia ha ottenuto risultati grazie all'opera di uomini colti e non. Inoltre è difficile definire cosa distingue l'uomo colto da quello incolto, ovvero che questa differenza passi per il conoscere Memling, piuttosto che saper che saper distinguere un mulo da un samaro

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