Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Roma a ferro e fuoco ( ADNKronos immagine)
Le immagini televisive ci hanno mandato in diretta i colori della violenza romana che hanno segnato la manifestazione dei cosiddetti “indignati”. Il rosso del fuoco che si leva dai mezzi e dai cassonetti dati alle fiamme, il nero del fumo, il grigio provocato dai lacrimogeni. Abbiamo visto la violenza, prevedibile dopo Genova, ma abbiamo anche visto il corteo dei manifestanti cercare di isolare i violenti, quei black bloc inizialmente accolti nella pancia della manifestazione, e poi applaudire addirittura alle forze dell’ordine che cercavano di contenere l’azione scriteriata e intollerabile degli incappucciati.
Un film proiettato solo a Roma, l’unica città europea nella quale gli indignati hanno dovuto lasciare la scena alla guerriglia urbana e all’indignazione generale.
Di un sabato di follia rimane la devastazione di una parte della Capitale, rimangono alcuni feriti e troppe chiacchiere: sempre le stesse, quelle che l’informazione definisce “comune condanna” da parte dei politici di ogni schieramento.
Se non fosse tragica sarebbe addirittura comica per l’insopportabile ripetitività di un copione ormai logoro che rende la realtà ingessata, bloccata, irrigidita direbbe Bergson nella meccanicità che le toglie lo slancio vitale necessario a renderla accettabile seppure non condivisibile. Tutto si ripete uguale a se stesso, dalle formule della contestazione a quelle della successiva condanna, dall’esplosione della violenza (soliti motorini, macchine e mezzi della polizia dati alle fiamme, soliti i sanpietrini scagliati nelle altrettanto usate sassaiole, soliti gli assalti con bastoni e caschi da motociclista ecc. ecc) alle formule verbali di riprovazione.
Certo di tanto in tanto, a stare attenti, qualche perla di particolare e originale idiozia si può cogliere nella verbalizzazione della ferma disapprovazione dei nostri politici. In maniera assolutamente trasversale.
Vendola, intervistato dal Tg di Sky, ha stigmatizzato le violenze argomentando che i mezzi dati alle fiamme forse appartenevano a dei disoccupati e le telecamere distrutte a dei precari dell’informazione. Dal che si potrebbe evincere che se la distruzione avesse colpito mezzi di professionisti o impiegati sarebbe stata un po’ più accettabile.
Alemanno, sindaco di Roma, da parte sua ha ipotizzato che i violenti fossero tutti stranieri, senz’altro non romani!
Il capo della polizia Manganelli si è piegato al politichese più bieco definendo la manifestazione: “libera espressione di un democratico dissenso”.
Questo è quanto rimane dell’indignazione di giovani che non sanno quale futuro li aspetta. Violenza e Chiacchiere, entrambi inutili e irritanti.
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