Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
L’Italia è rappresentata a 360° dal calcio.
Unione sintattica di due termini contraddittori, in modo tale che alla fine si riferiscano a una medesima entità.
E’ da ieri mattina che ci svegliamo con il tam-tam ossessivo dei rigori assegnati nella partita Juventus Roma di domenica pomeriggio.
Penalty mai stati così determinanti a spezzare l’Italia in due fazioni ben etichettabili.
Nello stesso tempo, un altro ben più importante incontro si sta svolgendo tra il nostro Paese e l’Europa.
Da una parte Juve e Roma, dall’altra Renzi e l’UE, calci di rigore e interminabili contese.
Se ormai i poteri forti del calcio nostrano sembrano aver fatto estrema chiarezza su chi deve rimanere intoccabile, il destino dei lavoratori italiani sembra sempre più avvolto da fuliggine fastidiosa che irrita gli occhi e rende la visuale incerta, come quella dell’arbitro Rocchi.
Un direttore di gara che domenica, spesso e volentieri, ha sorriso solo verso una squadra, assegnando un penalty per un fallo di mano involontario del brasiliano Maicon e decretandone un altro per un atterramento fuori area di Pjanic.
E di rigore si parla anche nelle grandi stanze dell’Unione Europea ove si ordina l’abolizione immantinente dell’articolo 18, con l’impegno però di attenuare la stretta del rigore -quante volte è apparsa questa parola- preteso in merito al deficit e al debito pubblico, e come confermato ieri dal Ministro del Lavoro Poletti, riguardo all’incontro con i Sindacati.
Critiche, contrasti, rigore, esternazioni, frasi ad effetto.
Tutto potrebbe far intendere che ci riferiamo al calcio o alla politica, al violino di Garcia o alle risposte piccate dei dirigenti bianconeri, alle dichiarazioni di Poletti riguardanti una forte innovazione e mutamento dei programmi del Sindacato o alle dure imposizioni venute da fuori delle italiche sponde.
La partita dello Juventus Stadium è approdata a Montecitorio, ove si afferma che certuni errori del fischietto Rocchi hanno falsato oltre al torneo anche la credibilità del Paese, incidendo non poco sulle quotazioni in borsa delle due squadre.
Tutto per quei maledettissimi rigori, tutto per quel maledettissimo rigore imposto dalla Merkel al Governo Renzi, che se non corre ai ripari rischia l’espulsione a vita dalla politica italiana.
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