Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ualche giorno fa era apparsa la notizia di una ritrovata sintonia fra il re del mattone romano, Caltagirone e il sindaco Marino. Caltagirone, tramite il suo giornale, «il Messaggero», fino dalla campagna elettorale del chirurgo prestato alla politica (rendetelo alla medicina per favore) aveva manifestato una chiara ostilità a Marino. D'altra parte le scelte del sindaco sono state talmente inopportune, sciocche, inefficaci, inutili per non dire demenziali da far pensare che il «Messaggero» desse voce allo sconforto dei romani di fronte al peggior sindaco che la capitale abbia mai avuto. Il Nerone della vulgata, incendiario e sconsiderato, al suo confronto sbiadisce e diventa quasi accettabile.
Uno sconforto ovviamente condiviso dall'editore, appunto il potente Caltagirone proprietario di un numero stratosferico di immobili sul territorio romano.
Prima di arrivare alla spiegazione della fine delle ostilità fra Caltagirone e Marino occorre fare una premessa, Veltroni diceva che senza l'appoggio del Messaggero a Roma si può vincere le elezioni ma poi non si può governare.
Francamente Marino non aveva chance di godere della considerazione di chicchessia, per avere l'appoggio e la stima di qualcuno le strade sono due: o si fa qualcosa di positivo almeno una cosa buona apprezzabile, almeno decente, oppure ci si compra l'altrui approvazione.
L'odiosa tassa che si chiama Tasi che sostituisce l'Imu (grazie Berlusconi di aver fatto togliere una tassa antipatica e aver lasciato mettere al suo posto una tassa iniqua e forse anticostituzionale) non solo è più alta della precedente, non solo colpisce prima e seconda casa, ma colpisce anche gli inquilini qualora i comuni decidano che detta tassa debba essere spartita fra proprietari e inquilini nella misura a scelta fra il 10 e il 30% dell'importo dovuto.
È chiaro a chiunque che far pagare a chi già paga un affitto per il godimento di un bene, in questo caso una casa, una parte della tassa dovuta da chi è proprietario di quella casa e gode quindi del reddito da essa derivato in quanto data in locazione, è un abominio degno dei periodi più bui della storia della fiscalità mondiale. Si tratta di una gabella ingiusta, perversa pensata da chi evidentemente ritiene che i cittadini non proprietari (e quindi più poveri, al punto da non potersi neppure comprare una casa, bene che in Italia hanno la stragrande maggioranza degli italiani) debbano essere puniti con una tassa in più destinata a metterli in ginocchio definitivamente.
La tassa è talmente ingiusta così concepita, così miserabile nella sua applicazione la cui forma è demandata ai singoli comuni, che gran parte dei medesimi ha evitato di caricare gli inquilini di questa ulteriore tassa lasciando il saldo totale ai proprietari i quali certo in questo modo sono costretti a rinunciare ad una parte del guadagno derivato dall'affitto percepito, ma per loro si tratta di un mancato guadagno mentre nel caso dell'inquilino si tratta di un aggravio di spesa da sommare a quella dell'affitto.
Obbiettivamente non sono stati tantissimi i comuni che hanno imposto questa iniqua divisone delle spese fra proprietari e inquilini, ma guarda caso fra questi c'è il comune di Roma che ha stabilito nella percentuale del 20% la quota di Tasi a carico degli inquilini e quindi detratta ai proprietari.
Cui prodest? Ovviamente se se avvantaggiano i grandi immobiliaristi, i proprietari di immobili che potranno veder decurtate del 20% le tasse dovute per le loro numerose proprietà date in locazione e tale 20% rifilato agli inquilini. Si tratta di risparmi quantificabili in centinaia di migliaia di euro forse milioni.
Caltagirone ringrazia e comincia a trovare Marino assai più simpatico.
Ma l'assurdità di tale dissennata legge sta nel fatto che in questo modo aumenterà anche la spesa pubblica. Infatti in quale città, oltre Rom, c'è un così alto numero di immobili affittati da privati alla pubblica amministrazione? Pensate a tutta la polemica dei mesi scorsi sulle spese folli per affittare interi palazzi da adibire ad uffici per deputati e senatori ecc. ecc. Bene ora quelle spese, grazie a Marino, che doveva ingraziarsi costruttori e immobiliaristi, aumenteranno del 20% (si tratta di cifre che diventeranno stratosferiche se pensate al valore catastale di quegli immobili affittati alla pubblica amministrazione) cioè noi tutti vedremo aumentare la spesa pubblica che per essere reintegrata dovrà chiedere nuove tasse a tutti noi.
Ecco cosa ha fatto Marino, non solo mette in ginocchio i cittadini inquilini che sono già una categoria disagiata, ma fa in maniera che i ricchi pluriproprietari di immobili scarichino una parte delle loro tasse sullo stato (inquilino) e dunque su tutti noi!
Ma si poteva fare una legge più demenziale di così ? E soprattutto si poteva applicarla in maniera più finanziariamente ed economicamente criminale di come sta facendo Marino? Occorre ricordare che per il comune percipiente non cambia niente in termini strettamente economici se a versare la tassa è il solo proprietario o se questa tassa viene divisa fra proprietari e inquilini. Dunque Marino ha scientemente fatto un favore ai grandi proprietari (chiedetevi perché ) e un danno ai poveretti, nonché allo Stato.
E questa è la sinistra che governa Roma (e l'Italia).
Inserito da ghorio il 09/10/2014 09:28:20
Naturalmente i cosiddetti giornaloni si guardano bene da prendere posizione sull'iniquità della Tasi, sulle decisioni scandalose dei comuni, come Roma, che scaricano una parte della Tasi sugli inquilini. Ci pensa, come spesso accade questo magazine online, che i signori che finanziano l'editoria dovrebbero contribuire a potenziare e magari farlo uscire cartaceo. Così apprendiamo la grande trovata di Marino, che accontenta Caltagirone. A proposito poi del Messaggero, senza nulla togliere a questo giornale, proprio il centrodestraa suo tempo ha contribuito alla decadenza del grande "Tempo", che con la direzione Angiolillo(ero ragazzino allora) e anche Letta teneva testa proprio al Messaggero e non solo. Adesso, con i vari cambi di proprietà, nonostante la bravura dell'attuale direttore Gian Marco Chiocci, non ha ancora trovato le basi per un rilancio in grande stile. Quanto alla Tasi, è poi evidente che ancora una volta, come evidenzia il direttore Simonetta Bartolini, lo Stato paga per l'affitto di tanti immobili, con buona pace della spesa pubblica che Renzi annuncia sempre di voler diminuire, senza farlo.
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