MARE NoSTRUM, la docufiction

Falsa, patinata, noiosissima la storia di Catia che salva i migranti

Punita dagli ascolti, mostra situazioni volutamente selezionati ad hoc, innaturali e poco credibili...

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Falsa, patinata, noiosissima la storia di Catia che salva i migranti

Quest'immagine è la vera, innegabile realtà

Nel guardare la docufiction di Rai 3, in collaborazione con il Corriere della Sera, che racconta la storia della prima donna comandante della Marina Militare Italiana, sembra di ritornare indietro nel tempo e assistere a quei filmati di propaganda la cui faziosità farebbe illividire persino il mai dimenticato Istituto Luce.

A quel tempo, però, i caporioni del regime non costringevano lo spettatore alla compassione di un evento ripetuto nel tempo col fine di percepirlo come imparziale e legittimo sulla base di un carpito sentimento di commiserazione. Era l’esatto contrario, costoro parlavano per conto dello stesso regime, sapendo che così immensa propaganda poteva alla fine ripugnare.

Osservare la madre di tutti i canali pacifisti, appunto Rai 3, osannare le intrepide gesta della Marina Militare italiana, tra ondeggiamenti di vessilli, divise impeccabilmente tirate a lucido, fa apparire il tutto quasi paradossale e disarmonico.

E, comunque, anche la mente meno allenata ai teatrini della terza rete capirebbe che quanto sopra altro non è che una messa in scena, fin troppo comprensibile non appena viene a galla, è proprio il caso di dire, la solita litania lacrimosa sui migranti portati in salvo dalla fatidica operazione denominata “Mare Nostrum”.

Gli spezzoni del documentario o docufiction, come amano chiamarlo in Rai, mostrano contesti, volutamente selezionati ad hoc, innaturali e poco credibili in merito al comportamento bucolico e terrorizzato tenuto dai migranti a bordo della nave capitanata da Catia, che puntano principalmente  a far nascere nello spettatore una naturale commiserazione rivelando persone, non propriamente deperite, che fruiscono di un aiuto, dopo essersi coscientemente imbarcate con l'indubitabile scopo di toccare terra straniera aggirando le conosciutissime leggi internazionali sulla sovranità territoriale, di cui tanto abbiamo parlato per il caso dei due Marò, e in compartecipazione coi reati perpetrati dagli scafisti.

Ora, dopo aver visto questa lunga campagna pubblicitaria pro-immigrazione, cosa dovrebbe pensare il piccolo imprenditore al quale viene negato per l’ennesima volta un più che giusto sussidio dallo Stato, mentre certe immagini evidenziano l’assoluta consacrazione e professionalità dei nostri militari e, in primis, del nostro Governo, che mette a disposizione una marea di denaro e di strutture per la realizzazione del progetto Mare Nostrum?

E il pensionato con appena 500€ al mese, nonostante un’esistenza trascorsa a versare contributi allo Stato?

E l’operaio che per qualche sciagura deve ricorrere al Pronto Soccorso e lo trova privo di personale, e mezzi necessari, per colpa della “spending review”?

O il poliziotto della stradale, che deve metter mano al suo portafogli per pagare la benzina all’auto di servizio?

E il tutto nel guardare una docufiction della malora che esalta grandi operazioni di recupero extra-comunitari clandestini che vogliono essere salvati pur non rispettando le leggi che essi stessi oltraggiano.

Detto questo, reputiamo che malgrado lo sperpero di risorse, e di conseguenza di tasse dei cittadini, prodotte per realizzare questo programma a favore del  tutti in Italia appassionatamente, tale documentario susciterà, ne sono convinto, l'esito contrario a quello fantasticato dagli ideatori.

Sapete perché? Perché siamo veramente nauseati da tanta ipocrisia praticata sulla pelle di noi comuni cittadini italiani.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Cosma il 08/10/2014 11:30:16

    Non mi convince la Sua conclusione, dott. Melani. Se è vero che il 40%, ed oltre, degli italiani votano per il partito al governo, significa che non sono "nauseati da tanta ipocrisia"; ne sono, al contrario, gli artefici. Diversamente si dovrebbe pensare ad un popolo incapace di intendere e di volere. Non è una giustificazione il fatto che siano sempre meno coloro che esercitano il diritto di voto; questo è solo il modo migliore per consolidare la politica corrente.

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