LA GIORNATA POLITICA VISTA DA VINCENZO PACIFICI

A destra qualche fermento e troppi lamenti, Salvini avverte FI guai a voare la fiducia a Renzi. Deludenti i falchetti

di Vincenzo Pacifici

A destra qualche fermento e troppi lamenti, Salvini avverte FI guai a voare la fiducia a Renzi. Deludenti i falchetti

Matteo Salvini

Nel fermento a destra o meglio centro-destra, che speriamo non  sia momentaneo e fragile ma porti a risultati tangibili ed operativamente concreti, alcuni cominciano  male ed altri meglio, più misurati ma anche ancora poco informati.

Iniziamo logicamente dai migliori . Il prossimo 18 ottobre alcune riviste d’area hanno organizzato “uno spazio di discussione libero dove potessero essere lanciate idee e progetti da ‘proporre’ ai vecchi partiti”. E’ da apprezzare con il richiamo ai raggruppamenti esistenti l’esplicito rifiuto alla rottamazione globale, perseguita da altri con il risultato di creare un dittatorello da avanspettacolo, autolegittimatosi – soluzione unica al mondo -  indirettamente con i risultati delle europee, in cui il suo partito ha conseguito il 40,81 % dei consensi su un elettorato, però, del 58,68% .

Nella presentazione il direttore editoriale de “La Cosa Blu” lamenta di avere incontrato “più di qualche resistenza alla nostra iniziativa. I media ne hanno parlato poco e anche il mondo ‘intellettuale’ della destra [ad esso chi scrive ha qualche modesto titolo per appartenervi], quello che chiede da sempre di smuovere le acque, sembra ora non riuscire ad abbandonare una logica ‘distruttiva’”.

Questo è un rimprovero lontano dalla verità, perché, dopo aver subìto per 50 anni (altri o altre ancora oggi) discriminazioni, danneggiamenti ed accantonamenti, gli intellettuali e gli accademici, tra cui il sottoscritto, non perdono occasione, con deludenti ripercussioni, di presentare proposte e offrire consigli e suggerimenti utili e mai ‘distruttivi’, una parola illogica in una situazione del genere.

Non mette conto perdersi con le altre iniziative segnalate nel servizio de “Il Tempo”, da Fini a Salvini, alla Belviso. Una parola merita la “Lega dei Popoli”, la versione sudista dei “Lumbard”, che rischia di ottenere credito presso un elettorato amareggiato e deluso dalle pessime  prove offerte dalla classe politica amministrativa del centro–destra, con le sole, isolatissime, eccezioni di Adriana Poli Bortone e Nello Musumeci, cui Berlusconi – con scelte al solito cervellotiche – ha impedito in momenti diversi di divenire presidenti delle Regioni Puglie e Sicilia.    

Se è ancora valido e lo è il detto "il buon giorno si vede dal mattino", sconfortante è il debutto del “baby falchetto” [se è baby è anche falchetto e se è falchetto è anche baby] , accreditato di “sfidare Silvio Berlusconi: ‘Raffaele Fitto non è come Gianfranco Fini ‘”. Con questa frase, espressione di un libero pensiero, (o non è più  permesso nell’Italia della premiata ditta “B&R”?) , che sembra preludere ad enormi novità, il giovane tira le orecchie a Fitto, che si “deve adeguare” e presta il proprio appoggio pieno, perinde ac cadaver, provato da queste lapidarie affermazioni “Berlusconi è l’unico che deve fare le scelte”, è Berlusconi “che deve scegliere i suoi uomini”, degne di essere iscritte sui muri dei caselli ferroviari. E questi sarebbero i virgulti del nuovo che avanza, appaiono e sono giovani portaborse, o diciamo più rispettosamente “assistenti”, carrieristi, di uomini e donne della politica. Il nostro è in “quota Santanché”. Et de hoc satis.

Drammaticamente vero e fotografia di una situazione, che nessuno si permette muovere nel timore (o in attesa ?) di uno sconvolgimento catastrofico, è l’articolo di Pansa. Il giornalista denunzia gli errori  ed i difetti di Berlusconi (la testardaggine, il cesarismo, l’infatuazione per il “sola” e la pratica subordinazione nei riguardi di Verdini, uomo pieno di ombre), cogliendo un aspetto, che in queste giornate sta trovando una macroscopica conferma. Nella nota su “Libero” il prode toscano è definito “il presunto alleato” di Berlusconi, che crede di poter condizionare su queste mitiche e sempre più mitologiche riforme, mentre l’altro furbescamente, con la lunga frequentazione dell’ambiente scoutistico cattolico,  riesce ad emanciparsi. Lascia francamente stupiti l’affermazione di Pansa, secondo cui ”Berlusconi sta rivelando di essere posseduto da un vizio assurdo: ritenersi insostituibile”. Il Cesare di Arcore – checché ne pensi Pansa  -  è stato sempre posseduto da questo vizio,  che ha rappresentato il suo insopportabile limite.

Sulla fiducia a proposito dello Jobs Act, il paracadute di FI potrebbe “aprirsi” con misure studiate da Denis Verdini, ma benissimo ha fatto Salvini, ad avvertire che “Se Forza Italia votasse la fiducia, il centro destra non esisterebbe più […] Mi auguro che nessuno in FI abbia intenzione di mantenere in vita un governo che sull’economia [e non solo] ha fatto solo danni. Se così fosse sarebbe poi un problema politico intavolare qualsiasi discorso con la Lega Nord”. A Salvini non piace cenare il lunedì ad Arcore. Cosa attende la Meloni per unirsi? Di finire la ‘confessione’ dalla Parodi? 

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