Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Sabina Guzzanti, la grande regista, la grande comica, dedica la sua «solidarietà» ai mafiosi.
Nel giorno in cui la Corte di Palermo nega a Totò Riina e Leoluca Bagarella, due dei più sanguinari e mostruosi boss di Cosa Nostra, di assistere alla deposizione di Giorgio Napolitano, nel processo sulla presunta, e sottolineiamo presunta, trattativa Stato-Mafia, la Guzzanti, che su detta trattativa ha addirittura girato un film, rivelatosi una chiavica totale sia a livello di sceneggiatura sia a livello di pubblico, ha postato un messaggio su Twitter in grado di far esasperare chi, da questa organizzazione criminale, ha subito lutti, disperazione e dolore ininterrotto.
Ecco le poetiche parole della regista: «Solidarietà a Riina e Bagarella privati di un loro diritto. I traditori nelle istituzioni ci fanno più schifo dei mafiosi».
Perché chi trucida intiere famiglie, chi scioglie nell’acido i bambini, chi mette le bombe nelle auto dei magistrati e via dicendo deve avanzare dei diritti?
La Guzzanti potrebbe aver ragione sul fatto della connivenza di una parte dello Stato in queste tragiche vicende, ma solo dopo un equo e imparziale processo che abbia toccato tutte e tre le fasi dibattimentali e sia giunto a una sentenza indubitabile. Altrimenti è sola e pura diffamazione.
Pertanto, sino ad allora, la comica non può che far sgorgare spontaneo lo sdegno verso chi solidarizza con due diabolici stragisti.
No, non è assolutamente accettabile questa totale, cinica mancanza di rispetto verso le tantissime vedove, orfani, feriti e disperati.
La verità non si ottiene sostenendo i mafiosi, ma rispettando, fino a prova contraria, lo Stato - di cui si fa, volenti o nolenti, parte-.
E’ assurdo che si possano proferire certe frasi, non riusciamo a spiegarcelo. Forse tutto questo bailamme nasce dal suo film che è stato “cestinato” dopo poco tempo?
Spesso per rimettersi in corsa, per avere un pizzico di notorietà in più, si sparano frasi del genere, ad effetto, per dire al mondo che siamo ancora vivi.
Sicuramente, la Guzzanti non ha ben impresso il significato della parola mafia, non sa che vuol dire assoggettamento, sopraffazione, non sa chi sono le innumerevoli vittime di mafia, non sa che significa combattere Cosa Nostra a costo della propria vita.
Non bastava Sabina che, sulla stessa lunghezza d’onda, si è inserito il grillino Sibilia, con la sua delirante affermazione, sempre a mezzo Twitter: «Perché, secondo voi, impediscono agli scagnozzi Riina e Bagarella di “vedere” il boss? (adesso toccherà anche a lui la denuncia per vilipendio che Storace ha subito per avere detto indegno?? », dove per boss, lui intende Giorgio Napolitano.
Concludendo in bellezza, la replica serale dell’attrice, regista, comica, politica Sabina Guzzanti, che ha inviato un tweet di incoraggiamento e appoggio verso tutti gli italiani: «Sono pentita. Ogni tanto mi dimentico di vivere in un paese di ipocriti collusi e parlo come se mi rivolgessi a persone libere».
Che dire di più? Che dopo questo exploit la signora pretenderà la riapertura delle multisale per la ri-programmazione del suo film?
Ora sicuramente potrà raggiungere quota 18 spettatori, il suo record personale.
Inserito da Stefano il 10/10/2014 21:37:10
Non vorrei che negare a Riina e Bagarella di assistere alla deposizione di Napolitano, ci sia la volontà di favorire le scuse di Napolitano e quindi di chi veramente aveva legami con la mafia. Detto questo la Guzzanti farebbe sempre bene a stare zitta.
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