Meteo senza vergogna

Genova annega e l’Italia naufraga

Ogni volta che succedono simili tragedie, l’unica cosa certa sono le esternazioni dei massimi vertici dello Stato, il Presidente del Consiglio o il Presidente della Repubblica che dicono che lo stato c’è ed è accanto ai familiari delle vittime. Se, se!

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Genova annega e l’Italia naufraga

Il servizio meteo in Italia fa acqua da tutte le parti, anzi alluvioni a non finire.

In quel di Genova e nell’entroterra regna il terrore da tre giorni: nelle strade veicoli sommersi dal fango, diverse zone rimaste senza elettricità, il deragliamento di un treno, una persona morta. Allerta dichiarata fino alle 12 di oggi.

Danno la colpa al torrente Bisagno, alla natura, e al fatto che piove troppo. Un altro killer è il rio Feregiano, quello che causò l’alluvione del 2011, con sei vittime.

Ah, dimenticavo, ci sono altri due serial killer dei rovesci, lo Scrivia e lo Sturla.

Ancora pericoli per Genova, Savona e La Spezia, soprattutto nelle aree a rischio frana.

Ma tra le persone non regna solo la paura, aumenta di attimo in attimo la rabbia, la collera, perché non si può scaricare la colpa di tutto su fiumi o fiumiciattoli, rii e torrenti, la gente è all’estrema ricerca di un colpevole vero, a cui punture il dito addosso, che non sia la natura.

Non può bastare la promessa del premier Matteo Renzi, con lo scontato e ripetitivo "Non vi lasceremo soli" , bisogna andare, una volta per tutte, in fondo alla cosa, ma già queste parole le abbiamo scritte per l’alluvione di 3 anni fa.

Le polemiche, le giuste e ben indirizzate polemiche, si sono concentrate come sempre sulla mancata allerta, sul perché pur esistendo nel Paese una miriade di società, associazioni, gruppi e strutture profondamente tecnologizzate che si occupano, da grandi esperti, di meteorologia, basate su calcoli matematici, su sofisticate apparecchiature che ci comunicano le previsione a distanza di mesi, non riescano a prevedere un’alluvione, non dico un pioggerellina delicata nel paesino dell’entroterra savonese, parliamo di enormi inondazioni, straripamento di acque di fiumi, di torrenti; in pratica sarebbe come se un autovelox non cogliesse l’infrazione di un Camion con rimorchio.

Per questa mattina è previsto un vertice in prefettura, al quale parteciperanno il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli e il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, oltre alle autorità locali.

In queste zone regna il caos.

Ma ogni volta che succedono simili tragedie, l’unica cosa certa sono le esternazioni dei massimi vertici dello Stato, il Presidente del Consiglio o il Presidente della Repubblica che dicono che lo stato c’è ed è accanto ai familiari delle vittime.

E’ vero, lo Stato, o meglio il Governo c’è sempre… a danno avvenuto.

Puntualmente è lì, sul pezzo, con le frasi di rito e la faccia compunta, magari imbarazzata.

E con le solite argomentazioni: che non era prevedibile un simile evento, che non erano previsti tutti quei millilitri di precipitazioni acquose, insomma è sempre la stessa, maledettissima storia: il suolo riassorbirà le acque e con esse il pianto di dolore per tutti i dispersi…e si tornerà a parlare di Job Act, di Magistratura, di Grillo, di Napolitano e Alfano, senza programmare rimedi drastici e strutturali per evitare ancora analoghi accadimenti.

Ma la Commissione Ambiente del Parlamento cosa sta facendo?

Perché, dopi i danni di 3anni orsono, siamo nuovamente con l’acqua alla gola? Perché non muoversi su tutta la penisola per accertarsi dei luoghi più a rischio e cercare soluzioni?

Abbiamo sentito, ieri sera, in TV parlare di sfortuna, sì, certo, la sfortuna di avere una politica e un Governò così; la sfortuna di pensare solo ed esclusivamente ai propri interessi, facendo le facce tristi al momento…

Perché i caporioni dell’Italia non ci ragguagliano in merito ai soldi esborsati per migliorare le aree ritenute a rischio idrogeologico?

No, per loro i problemi sono altri…e i soldi vanno impiegati per aiutare le banche a non fallire…tutto il resto è di second’ordine.

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