Bulli di ieri

Il cattivone che ha rovinato la nostra adolescenza, ma che non aveva superpoteri

Caro, maledettissimo prepotente, grazie di essere esistito, perché ci hai resi più forti. * Nota: Beh, forse no.

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Non è poi così diverso da quel tipo del Secondo anno di Liceo al quale era cresciuta la barba prima che a te, i pettorali prima che a te, e l’istinto omicida prima che a te. Che aspettava come manna dal cielo la ricreazione per rubarti il panino, e contava le ore che mancavano al suono della campanella per rubarti la merenda e il fine settimana per rubarti la paghetta tanto sospirata.

Il problema però non finiva lì e, appena siete andati in gita a Venezia – dove ti ha portato via gran parte delle cose che i tuoi genitori avevano amorevolmente messo nello zaino- hai anche visto che le notti, quando il prof. di religione vegliava sul celibato della scolaresca, il “cattivone” se ne andava a letto con la professoressa di matematica, bella e arrapante biondona.

Alla mattina prima di starnutire sul buffet dell’hotel dove eravate sistemati, appariva con la mano destra incassata nella tasca posteriore dei Levi's bianchi, con quel sorrisetto maligno che mostrava sul suo viso a schiaffi e privo di brufoli, neanche quelli, ciò che gli rimaneva dalla serata precedente, ricca di soddisfazione e poco sonno, e tu lo invidiavi perché potevi solo immaginarti al massimo una stretta di mano con l’avvenente biondona, regina dei calcoli matematici. Era il super-cattivo della tua adolescenza e si era tirato su da solo, nella stessa città dove vivevi tu.

E sapevi che non era molto diverso da quello che avresti potuto essere, se ti fossi alimentato col cibo che ti preparava tua madre con diligenza, all’interno di borse di plastica trasparente.

Senza che lei lo sapesse stava nutrendo, durante tutto il liceo, i muscoli di colui che ti aveva estorto tutte quelle cibarie nel corso dell’adolescenza.

Ed è proprio ora, mentre leggi queste righe che capti il vero senso della parola ironia. In questa storia tu sei l'eroe languido - il protagonista tormentato spesso interpretato da Tom Hanks o Hugh Grant – e lui, uno dei maledetti che tanto bene sono personificati da Gary Oldman o Christopher Walken.

Nessuno di loro aveva superpoteri oltre alla sopravvivenza, e neanche il “cattivone”, ma la sua strategia era diabolica, cinica, perché poteva contare sul suo prezioso ozio dovuto alle tue caramelle che puntualmente riusciva a portarti via.

A quei tempi ti dicevi che avresti meritato una bella ragazza al fianco e tutte le comodità associate al tuo status e che un osservatore obiettivo e onnisciente ti avrebbe scelto come alter ego con cui empatizzare, ma la realtà ha voluto che lui non scendesse mai dal treno in quel viaggio lungo tutta l’adolescenza, e ti trasformasse nella versione pura e visionaria del martire de “I vantaggi di essere un emarginato” dello scrittore e regista americano Stephen Chbosk.

Dopo il liceo ti sei iscritto a nuoto hai messo su un po’ di muscoli, sei andato all'università e non hai mai civettato con le droghe né con l'alcool.

Ora sei proprio quello che i tuoi genitori sognavano diventassi, ma prima dovevi forgiarti.

E può darsi che avessi bisogno di lui perché senza il super-cattivone non ti saresti sforzato di diventare la favolosa persona che ora sei.

Lo specchio delle nostre insicurezze finisce per essere la pietra di paragone dell’esistenza.

Il tempo forse avrà messo al suo posto ogni cosa, e tu stai pensando che a quell’ “arrogantone”vada un po’ peggio che a te, benché sia possibile che sia finito con la prof. di matematica, nella casa con lo steccato bianco che immaginavi per i due.

Speriamo almeno che a lei sia afflosciato un po’ il didietro. Non è chiedere poi così tanto...