Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Nel 1939 appare l’ultima evoluzione della DKW bicilindrica, la NZ 500. Innovazione assoluta per la produzione di serie della casa sassone è l’aver finalmente introdotto la sospensione posteriore che da due anni almeno è di norma su molti modelli di serie di Gilera, Moto Guzzi, Benelli, Sertum, MM, BMW. Qui il molleggio del tipo Benelli è adattato al telaio in lamiera stampata. Il cambio ha duplice comando, con leva sul fianco destro del serbatoio e a pedale. La maniglia sull’ammortizzatore della sospensione sulla ruota motrice serve a regolare il carico della molla nel caso sia trasportato sulla motocicletta anche il passeggero. Quasi impercettibili ma estese sono le modifiche esterne generali rispetto alle 500 della serie precedente, la SB: nuova forcella, carter motore più inscatolato e compatto, sella raccordata al serbatoio senza soluzione di continuità e via di seguito. Lieve aumento di potenza e velocità di qualcosa oltre i 120 chilometri orari. Pure qui dunque può far capolino l’impressione di non voler fare concorrenza diretta alla BMW, rivolgendosi ad una clientela più utilitaria e meno sportiva. Manca infatti nei listini DKW un modello di serie stradale adatto a superare i 140 orari come i modelli specifici BMW, Zündapp, ed NSU. La macchina si distingue per l’ottima finitura e l’affidabilità che aveva contribuito alla buona fama dei modelli precedenti è confermata. E infatti a questo proposito vi è la storia dell’assegnazione alla polizia di Madrid di un lotto di 200 di queste motociclette. Che si riassume nel modo seguente: nel 1939, terminata la reconquista con la resa repubblicana e terminata la guerra civile, per il nuovo governo spagnolo fu il tempo della ricostruzione. Si rendeva necessario anche un riaggiornare i mezzi delle squadre mobili della polizia metropolitana madrilena. Esclusi per punizione da questo succoso affare produttori inglesi e francesi e americani, questi ultimi anche in virtù dello sgradito ricordo della guerra di Cuba, restarono in gara la Moto Guzzi e la DKW. E fu un’aspra contesa che si risolse in favore dei Sassoni i quali inviarono praticamente una buona parte di tutta la prima serie delle NZ 500 nella tormentata Iberia. Poche ne restarono per gli appassionati germanici ed europei della casa del due tempi, dato che con lo scoppio della guerra con la Polonia, alla DKW si dovette dare la precedenza alle motociclette militari. Fra queste ultime vi furono delle NZ bicilindriche ancora costruite in serie limitate. Le ultime fasi del conflitto, arrivato pure entro i confini della Sassonia, portavano all’arresto definitivo della produzione di questa macchina. Che non riprese mai più.
Poscritto
Non mi sembra di accampare ragioni di fantasia se credo che nella contesa del 1939 fra la DKW e la Moto Guzzi, per la fornitura delle 200 motociclette alla polizia madrilena, un fattore che ha fatto pendere la bilancia verso le macchine di Sassonia sia connesso alla loro tonalità di scarico, indiscutibilmente più contenuta e assai più gradevole di quella delle Moto Guzzi 500. Dopo i tre anni della guerra civile, allucinati dallo sgranarsi continuo e spietato dei colpi di cannone e mitragliatrice, dall’ululato delle sirene che avvisano d’un attacco aereo, ululato che prelude a incubi non confinati nel limbo dei sogni ma inverati nella realtà tangibile, deve essere parso benaugurale o, almeno, più quieto agli ingegneri della commissione d’acquisto il sommesso fruscio del motore a due cilindri e due tempi delle NZ 500 di contro al lento e fragoroso martellare degli scoppi del monocilindrico a quattro tempi lombardo.
Inserito da Heaven il 14/11/2014 09:18:33
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