Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Una carrellata sui titoli dei quotidiani domenicali e del lunedì consente di gettare uno sguardo non solo su un quadro complessivo eccezionale (l’ennesima alluvione a carico di Genova, colpita ancora nel pomeriggio del 13 da un violento nubifragio) ma anche sull’insieme della politica, sempre più fradicia e quindi inconsistente, sempre più lontana dai cittadini disamorati fino a divenire ostili. In un articolo su “Il Giornale” si parla di “quelle piazze rimaste vuote che i governi non temono più. Il flop della kermesse M5S segna l’addio delle grandi proteste, Una volta era lo spauracchio dei potenti, ora è ostaggio dei violenti black bloc”. L’analisi appare francamente miope e parziale, dal momento che il vecchio PCI ed il defunto MSI ci avevano abituato a mobilitazioni di masse, fondate sull’impegno corale, su una fede politica forte, radicata e convinta, su un attaccamento ideale tenace e consolidato.
Il giornalista osserva che “manifestare stanca. Serve tenacia e convinzione nelle proprie idee, fiducia nel propri mezzi e pure un briciolo di speranza”. “Speranza”, una parola grande e grave, che è stata estinta di fronte ad uno scenario egemonizzato da due autolatri, di cui il primo, il lombardo, dovrebbe essere da tempo nella tranquillità delle sue ville, e l’altro, il toscano, collezionista inveterato ed insuperabile di figure meschine, l’ultima con la sua assenza da Genova e con l’annunzio (poteva mancare?) di uno stanziamento di 2 miliardi per il capoluogo della Liguria, che lo staff di Palazzo Chigi ha precisato essere destinato all’intero territorio nazionale.
La sinistra, prima comunista, ora catto-comunista non si fa sfuggire l’occasione per comprovare quel vecchio adagio popolare sempre valido “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”. Non riconosce mai i propri errori e vorrebbe essere (senza riuscirvi) abile nel costruire capri espiatori. Come per le disfunzioni della macchina statale, a Genova per ritardi e soprattutto le inadempienze si è individuata la responsabilità nel nuovo mostro della burocrazia. Ma nella città della Lanterna – amministrata, dalla Resistenza in poi quasi senza soluzione di continuità, dalla sinistra– in giorni normalmente con alta probabilità di pioggia, quali interventi il marchese ”rosso”, ben incollato alla poltrona. ha provveduto a far eseguire?
Gli amici degli amici hanno detto al bambino di criticare la burocrazia, ed egli, senza sapere probabilmente di cosa si tratti, ha iniziato a sproloquiare e chissà quando terminerà.
Intanto nella legge di stabilità – riferisce il “Corriere della Sera” - il cui ammontare raggiunge ora i 23 miliardi, sono stati escogitati strumenti nuovi, originali e principalmente equanimi, la riduzione degli stipendi pubblici più alti (di ammontare ancora imprecisato) e la revisione degli sgravi.
Mette conto poi notare, a rinnovata dimostrazione del deterioramento ormai inarrestabile della politica, i mille episodi legati alla lotta scatenatasi intorno alle vecchie Provincie, in cui tutti i raggruppamenti presenti nello scacchiere, senza eccezione alcuna, si sono sbizzarriti in combinazioni, aventi un solo obiettivo, la poltrona e lo scranno, confermando l’assoluta inattendibilità dell’esecutivo sulla soppressione degli enti locali.
Berlusconi continua nelle sue paternali a difendere il suo “interlocutore necessario, [che] non può essere attaccato, e piuttosto va lasciato lavorare [????]” a pronunziare pesanti giudizi contro l’NCD e a ipotizzare una ricostruzione della coalizione con la Lega e i FdI. Il “Cesare di Arcore” ignora i sondaggi, che con l’”Atlante Politico di Demos” segnano un calo del 3% per il suo partito rispetto ad un mese or sono. Sondaggi che certamente seguiranno i leghisti ed i FdI, consapevoli che i loro consensi sono destinati a crescere e a conservarsi solo sulla linea tradizionale di opposizione integrale al boy scout.