Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Quando eravamo piccoli - per qualche strana ragione – ci piacevano i film di guerra, collezionavamo fumetti dal titolo “Imprese belliche” e giocavamo con i soldatini che vendevano in buste plastificate.
Poi cresciamo e comprendiamo la spaventosa dimensione che racchiudono tutte le guerre, ma ancora oggi continuiamo ad essere affascinati da quella strana eleganza che deriva dall'estetica militare.
E poiché quest'anno è stato commemorato il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, vorremmo dedicare qualche riga all'ossessione per il portamento elegante che quei forti e valorosi uomini di un secolo fa dimostravano.
Basta dare un'occhiata a certe vecchie foto di Manfred von Richthofen, alias Barone Rosso, per comprendere l'importanza che allora si porgeva all’aspetto di colui che andava in battaglia.
Cadere sconfitto? Può darsi. Presentarsi davanti al nemico ecce homo? Giammai!
Giaccone di cuoio con collo di agnello, sciarpa a gioco multicolor e berretto di nappa così elegante da divenire in seguito un cult della moda...
Il tipo scendeva dal suo triplano Fokker Dr.I – color rosso passione- vestito così bene che alcuni potevano pensare avesse un appuntamento galante.
E tuttavia, benché gli aviatori abbiano avuto sempre un carisma speciale, il complemento più iconico di quella guerra lo portò la fanteria prussiana: il pickelhauben, o comunemente tradotto con casco rilucente, del quale brillavano i soldati tedeschi. Un elemento decorativo senza nessuna funzione pratica, ma tremendamente cool, perché no?
Comunque, la storia più triste ed assurda dal punto di vista estetico, che non etico, di quel conflitto, è stata quella dell'esercito francese.
I comandanti di battaglione decisero di uniformarli con casacca azzurra ed alcuni delicati pantaloni rosso sgargianti, in onore ai colori della bandiera francese.
Quello che non avevano calcolato è che il rosso li rendeva enormemente visibili al nemico e molto facili da prendere di mira, al momento di sparare. Caddero come conigli.
Il governo dovette ordinare un nuovo e meno distinguibile vestiario, ma prima lasciò che si esaurissero quelli che avevano già in essere... Conclusione? La stessa con cui finivano quei fumetti dal titolo “Imprese belliche”.
Vicino alla parola fine appariva sempre la medesima raccomandazione : “ Non fate mai più la guerra”.
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