Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
ltro che “lato oscuro” della storia! A quanto pare, gli aspetti che contano sono altri e a determinare la grandezza e l’importanza di un personaggio non è tanto l’uso delle sue abilità, del suo ingegno o l’azione nella “verità effettuale” come direbbe Machiavelli: è tutta una questione di … posteriore.
Eppure carnevale è lontano, altrimenti la proposta – peraltro non recentissima – del senatore PD Sergio Lo Giudice, il quale auspica che nell’ambito della riforma della scuola si ponga il problema dell’incidenza dell’omosessualità nella storia, potrebbe essere presa per una burla: “È assolutamente auspicabile un intervento forte del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini affinché, come già accaduto all’estero, si diano dei nuovi indirizzi in tal senso a chi scrive i libri di storia” aveva affermato il Lo Giudice, per dare lo “spessore dell’omosessualità nella storia”. [1] Secondo il senatore, per il quale i testi storici sono “colpevoli” di tacere l’omosessualità, tra l’altro, di Giulio Cesare e Nerone, bisognerebbe dunque riscrivere il corso degli eventi in un’ottica “gay friendly” anche perché ormai la concezione della famiglia sarebbe, a suo modo di vedere, totalmente mutata ( per lui forse, ma non proprio per tutti).
Caccia al manuale omofobo, dunque: che i testi di storia, soprattutto quelli ad uso delle scuole superiori, abbiano bisogno urgente di essere in buona parte “riveduti e corretti” è cosa tragicamente nota, ma che tra le priorità ci fosse quella di andare a frugare sotto le lenzuola dei protagonisti del passato forse non era venuto ancora in mente a nessuno. Si auspicano dunque corsi di aggiornamento per i quali di sicuro i fondi (nel senso di soldi, non di … fondi schiena) ) si troveranno senza problemi. Per quanto riguarda Giulio Cesare, ad esempio, le fonti storiche tramandano che quando tornava a Roma i suoi veterani cantavano questo ritornello: “Torna a Roma il calvo puttaniere/Romani, rinchiudete le mogliere!” E’ vero che il pettegolo Svetonio, artista insuperabile del gossip cesareo, narra anche di voci su una presunta omosessualità del divo Giulio, soprattutto in gioventù. Ma viene da chiedersi quanto le tendenze sessuali abbiano influenzato la sua decisione di passare il Rubicone, a meno di supporre che in realtà volesse correre a Roma per dare un “bacione a Pompeo”; se lo avesse saputo Cleopatra (donna straordinaria, davvero da riscoprire e rivalutare) chissà se lo avrebbe accolto nella sua reggia e non solo!
Certo, questi sono i dilemmi che lo storico del futuro si troverà ad affrontare; non parliamo poi della letteratura. Il povero Dante verrà ovviamente bandito per primo, non solo per la sorte che riserva ai “peccatori contro natura” (che poi parli in termini di massimo affetto e rispetto per il suo maestro Brunetto Latini è dettaglio del tutto secondario) ma per il più sconcio e omofobo dei versi che si possa immaginare, il celebre e famigerato “ed ei avea del cul fatto trombetta” reo di lesa maestà al deretano che evidentemente deve servire per ben altri e “nobili” scopi. Anche i Promessi Sposi di quel barbogio bigotto del Manzoni vanno sicuramente rivisti; accettabili a patto di fare dell’Innominato un gay lover in incognito e supporre una love story segreta con quel represso del Cardinale Borromeo. Da leggere invece sin dalle elementari Artur Rimbaud: non certo per essere stato uno dei poeti più vertiginosi e straordinari dell’età contemporanea, ma soltanto ed esclusivamente per la sua nota liason con Verlaine; ed ai pargoletti della primaria e dell’infanzia niente più Vispa Teresa o Cavallina Storna da imparare a memoria, ma ovviamente il “sonetto del buco del culo” (Sonnet du Trou du Cul), tanto per indirizzare da subito le loro fantasie nella “giusta” direzione.
Si potrebbe forse suggerire ai Lo Giudice e agli Scalfarotto della situazione che la cultura non ha a che vedere con una certa parte anatomica con cui ha solo una vaga assonanza, né con le preferenze e i gusti sessuali di artisti e condottieri. Preferenze e inclinazioni erotiche possono qualche volta aver influenzato determinati eventi ed allora ha una sua logica parlarne; sicuramente la guerra di Troia, così come la racconta il mito, non avrebbe senso senza il fascino e la bellezza di Elena, che si può affermare con un buon margine di sicurezza non fosse un trans; ma se Wilde non fosse stato omosessuale, non sarebbe stato ugualmente uno straordinario scrittore? O i grandi “maledetti” Verlaine e Rimbaud, la cui relazione costituisce senz’altro un capitolo della loro vita, (ma non, almeno secondo il giudizio “retrò” di cui scrive, un titolo di merito) ma non spiega né tanto meno esaurisce la loro importanza artistica!
Cose che dovrebbero risultare dal più elementare buon senso; invece, se continua così, c’è il rischio di veder vietare come “omofobe” opere come le Nozze di Figaro (quel nome potrebbe tra l’altro ricordare un qualcosa di … tipicamente femminile!) a meno di cambiarlo nelle Nozze di Anolo … E non si dica che è “dietrologia”!
Inserito da Dalmazio il 16/10/2014 11:33:34
Carissimo Domenico mi hai anticipato sul nuovo pezzo, sullo stesso argomento. Concordo su tutto.
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