Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Il commissario incaricato ai tagli della spesa pubblica ha sbattuto la porta in faccia al governo Renzi, stufo di lottare contro una burocrazia e un sistema pubblico fossilizzato, pieno di privilegi e diritti acquisiti. In Italia esistono 150.000 leggi, a fronte delle 3.500 in Gran Bretagna. L'ultima legge, sulla riforma lavorativa, “è la più incomprensibile del mondo.”
Qual è la legge più assurda della complicata burocrazia italiana?
La risposta la dà, non senza sarcasmo, Carlo Cottarelli, nominato dal governo nel 2013 commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica: “Discutendo col ministero della Difesa, l’opportunità che alcuni alti ufficiali dovrebbero rinunciare all’automobile personale, ho scoperto che esiste un regolamento dell'esercito di Terra e della Marina, ma non dell'Aviazione, che impedisce agli alti militari di andare per strada con l’ombrello. Non potendosi bagnare con la pioggia quindi, devono disporre di un’auto ufficiale”, ha spiegato l'addetto del governo Renzi alla realizzazione dei tagli alla spesa pubblica.
In realtà, l'amministrazione pubblica italiana costituisce un muro insuperabile, un sistema fossilizzato, una giungla inaccessibile di privilegi e diritti acquisiti.
In pochi sono rimasti sorpresi, pertanto, dal fatto che Carlo Cottarelli, funzionario del Fondo Monetario Internazionale, abbia rinunciato al suo incarico, stufo delle difficoltà e dei tanti sgambetti subiti, e sia ritornato alla sede del FMI a Washington.
Al “Corriere della Sera” di sabato, ha raccontato un altro aneddoto che riflette gli incredibili ed insuperabili meandri della burocrazia italiana: “Molti bidelli dei ministeri non hanno un lavoro reale da svolgere; si limitano ad essere seduti ai loro tavoli nei corridoi dei ministeri. Ma quegli enormi, lunghi corridoi non possono essere ridotti razionalizzando gli spazi, a causa della presenza di quegli inservienti che vegetano lì senza fare niente”.
Cottarelli, 60 anni, funzionario sperimentato, afferma con amarezza che i capi di gabinetto dei ministeri “non mi davano i documenti che chiedevo loro; i capi dei dipartimenti legislativi scrivono leggi lunghissime, difficilmente leggibili”.
L'ultima legge promossa, mercoledì passato, dal Senato, è la sopra menzionata riforma del mercato del lavoro, pomposamente chiamata “Jobs act”, la quale a giudizio del professore universitario di sociologia, Luca Ricolfi, è “la legge più incomprensibile del mondo.”
Il professore Ricolfi, esperto anche in tema di lavoro, ha segnalato: “Se cercano di leggere quel testo, non ci capiranno niente.” E come esempio, evidenzia quanto segue come principi che guidano la legge: “revisione dell'ambito di applicazione delle regole di funzionamento dei contratti di solidarietà, con particolare riferimento all'articolo 2 del decreto legge 30 di ottobre 1984, n.726, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1984, n.863…
Il paragrafo continua con altre otto righe, ma sempre in questi termini indecifrabili.
“Avete compreso qualcosa?”, si domanda il professore Ricolfi che poi si risponde immediatamente: “Io non ho capito un bel niente.”
Noi…idem!
L’unica cosa che possiamo comprendere è che nella produzione legislativa, il barocco giuridico italiano tocca cime confuse e di rara oscurità. Come la sua burocrazia. Matteo Renzi ha sempre promesso sin dall'inizio del suo mandato di cambiare in un mese l'amministrazione pubblica e la burocrazia. E’ rimasta tale: una promessa delle mille che ha fatto.
Promettere, e non mantenere, è nel DNA del Premier.
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En Bien! La Francia alle urne... ma per andare dove?
L'Italia senza Renzi è un po' più seria ma molto più imbambolata, meglio che torni magari in dosi meno esagerate
Subito elezioni? Forse meglio di no. Spiegalo al centrodestra.
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