Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Le castagne solitamente significano che ormai la dolce brezza estiva è solo un ricordo, ma è l’ora di celebrare i buoni raccolti.
Significa anche che i giorni incominceranno ad essere più brevi, che il freddo si acutizzerà, che le foglie degli alberi non dureranno ancora molto su quei rami, che la notte avvolgerà tutto più lungamente.
Per i celti, questo era il segno inequivocabile che la Natura è il tempio di Satana, l'alleata intima della Morte, con un potere sufficiente a uccidere tutti.
Preghiamo, dunque, affinché non lo faccia durante questo inverno che ormai è quasi alle porte.
Di qui è nata la festa che conosciamo come Halloween, una celebrazione dei morti da parte di alcuni vivi che, in autunno, temevano più che mai di essere i prossimi a dipartire.
Cosicché, sì, i posti delle castagne ci ricordano, in qualche modo, la nostra morte.
Perché questa sensazione di sicurezza e confort, allora? Perché sentiamo un fuoco nella nostra anima quando incominciamo ad annusarle per le vie di campagna?
Forse la risposta è nei nostri ricordi: eravamo bambini quando, per la prima volta, abbiamo visto e assaporato tale frutto del quale ci ricordiamo nebulosamente anche il luogo, ove l’abbiamo raccolto.
E sicuramente qualche adulto ci ha spiegato il suo significato.
Quindi, ora, associamo la sua visione a quel ricordo, probabilmente ai primi giorni di scuola o all'inizio della stagione natalizia. Per Simón Reynolds, autore dell'imprescindibile “Retromania”, le epoche più visitate dalla moda retro, normalmente, si caratterizzano per il loro boom economico.
La nostalgia ha la forza di un uragano, ma non senza una valida ragione: ci dà immenso piacere rivederci nei nostri ricordi infantili perché ci portano, senza dubbio, ad anni senza crisi, pieni di spensieratezza.
Nella castagna, c’è tutta la nostra usanza di cercare il tempo perso e dispiacersi di noi per quel paesino che non esiste oramai più, nel quale avevamo il cinema alla domenica ed un'offerta di ozio molto mutevole. Il paese ove eravamo piccoli e felici. Ma cerchiamo di non essere troppo ingiusti: indubbiamente continua ad esserci il circolino, trasformato in pizzeria, e un gran numero di abitanti, per lo più extra-comunitari.
E le castagne significano anche tornare a tirar fuori i soprabiti, magari passati di moda, e fare una visita al centro città per trovare qualcosa di nuovo a prezzi abbordabili. L’autunno, quasi sempre, si porta appresso le tonalità del bianco, arancio, nero e la scala dei grigi. Ovviamente, tornano i pantaloni di flanella, le camicie celesti in tessuto Oxford, i cappotti di Casentino e i maglioni di cashmere a collo alto. Praticamente, tutto l’abbigliamento che continua ad essere di tendenza nei nostri cuori e nella nostra vita quotidiana. Non dobbiamo dimenticare di far sapere, nei vari social network, che ci siamo comprati quell'impermeabile che postammo in Facebook, ove lo evidenziammo con 20 I Like!
I giorni delle castagne sono i giorni dei sofà, dei CD horror, delle coperte con il Bear di Ralph Lauren, sono quelli del silenzioso grido di soccorso generazionale, della combinazione vincente per le coppie oppresse dalla routine, ma sono anche periodi disperati per cercare di trovare un rituale che anestetizzi la necessità di porsi temi seri e potenzialmente distruttivi per la convivenza.
No, allora meglio buttarci sulla serie TV della Marvel o sulla nuova stagione di Homeland, che ancora non abbiamo visto, ma registrato con Sky.
Presto decideremo, ma sì, vedremo tutto e di più!
Ogni tanto abbandoniamo il sofà, per affacciarsi alla finestra e capire che il nostro animo è grigio come il cielo d’ottobre; ma, tra poco, inizia Law and Order e all’inferno i pensieri tristi.
E le castagne, ovviamente.
Quest’autunno non ci mancano le motivazioni per metterci una coperta di lana sull'anima.
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