Dopo quasi vent'anni di ritardo

Danilo Restivo, il serial killer internazionale, condannato a 30anni di carcere per l'uccisione di Elisa Claps

Il 30 giugno 2011, in Inghilterra, sempre lui, è punito con l’ergastolo per l’assassinio di una sarta, sua vicina di casa

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Danilo Restivo, il serial killer internazionale, condannato a 30anni di carcere per l'uccisione di Elisa Claps

Elisa Claps e l'orco Danilo Restivo

Tecnicamente si considerano serial killer quegli individui che compiono due o più omicidi suddivisi in un arco limitatamente lungo di tempo, intervallati da periodi di raffreddamento nei quali l’assassino seriale conduce una vita quasi normale.

E’ questo il caso di Danilo Restivo, che ieri l'altro è stato condannato in via definitiva dalla Sezione Penale di Cassazione di Salerno a 30anni di carcere, per l’omicidio di Elisa Claps, studentessa di Potenza uccisa il 13 settembre del 1993 all’età di 16anni.

Bocciato il ricorso presentato dalla difesa, sebbene per mancanza di prove sia inapplicabile l’aggravante della crudeltà. La sostanza però non cambia, i 30anni restano sempre e comunque.

Ora vi chiederete perché Restivo sia stato catalogato come assassino seriale se ha commesso un solo omicidio. E’ utile ricordare, allora, che l’uomo è attualmente detenuto in Inghilterra dove sta scontando una pena di 40 anni per aver ucciso, nel 2010, una sarta sua vicina di casa.

Ecco, dunque, perché la cronaca nera italiana ha un serial killer in più e, addirittura, a livello internazionale.

L’Italia da un bel po’ di tempo a questa parte può “vantarsi” di poche e strazianti cose: gli assassini, italiani o stranieri che siano, i limitatissimi modelli meteorologici matematici e previsionali insufficienti per la prevenzione del territorio e un Governo che, invece, uccide a causa delle sue insopportabili imposizioni restrittive (vedi tasse, fisco…).

Ma continuiamo con il killer Restivo e la sua orribile storia.

 

Elisa Claps non si trova più.

Torniamo indietro nel tempo, al 12 settembre 1993 e più precisamente alla mattina di quel giorno.

Elisa, 16anni, passeggia tranquillamente in pieno centro di Potenza, sta dirigendosi verso la Chiesa, dove ha un appuntamento con un ragazzo più grande.

In seguito si scoprirà sia Danilo Restivo, che le aveva chiesto un incontro.

Si sussurra che i due avessero qualche legame sentimentale, ma niente di particolarmente serio.

Bene, da quel momento, della giovane sparirà ogni traccia, quasi fosse stata risucchiata da un vortice oscuro e inquietante.

La polizia si mette alla sua ricerca e non passa molto tempo che le indagini portino direttamente a Restivo, grazie anche alla collaborazione di alcune amiche di Elisa.

Un poliziotto in particolare parlerà della possibilità di un rapimento ad opera di Restivo, per mire sessuali.
Però, come spesso accade da noi, l’immediata richiesta di sequestro degli abiti di Restivo, cioè dell’ultima persona ad aver intrattenuto rapporti con la sedicenne, viene –chissà perché- rifiutata dal P.M., cosicché la casa del ragazzo non sarà perlustrata. Idem per la Chiesa, ove avvenne l’incontro tra i due. 

Molto probabilmente si fosse trattato di truffa, furto, esportazione all’estero di denaro, il magistrato si sarebbe svincolato il polso per firmare il mandato di perquisizione…ma un omicidio che importanza può mai avere!
L’unica cosa certa è che Elisa è svanita nel nulla assoluto. Nel frattempo le ipotesi impazzano, ma nessuna con veri presupposti di verità.

Non si capisce, comunque, perché Restivo non sia ancora in gattabuia, dal momento che lo stesso, poche ore dopo la scomparsa della ragazza, si presenta al Pronto Soccorso per farsi controllare e medicare una ferita alla mano che, immediatamente, sembra essere stata provocata da un coltello o arma da taglio che sia.

Lui dirà di essere scivolato dalle scale. Gli infermieri notano che anche gli indumenti del ferito sono sporchi di sangue ma, nonostante ciò, verrà negato, come spiegato sopra, il via libera al sequestro degli abiti.

Poi, Restivo affermerà di aver sì incontrato Elisa, ma di aver parlato solo amichevolmente con lei, anzi aggiungendo che la ragazza nutriva un gran timore verso una persona che la importunava prima del suo ingresso in Chiesa.

Già questa sua spontanea ammissione dovrebbe mettere sul chi va là gli inquirenti poiché, secondo certune testimonianze, come quelle delle amiche della sedicenne, Restivo è solito infastidire le ragazze che attirano la sua attenzione. Tutti puntano il dito contro di lui, meno la Procura.

Danilo Restivo verrà, scriteriatamente, condotto in carcere solo 12 mesi dopo la sparizione di Elisa, per avere rilasciato false dichiarazioni. Nel marzo del 1995 è condannato per la stessa imputazione.

I PM, forse sarebbe stato meglio l’avessero capito prima, non credono più a lui e a ciò che accadde durante quell’incontro.

Tuttavia nutrono ancora molte incertezze su quanto capitato quel maledetto 12 settembre del ‘93 e le indagini pertanto continuano.

Danilo, scontata la lieve condanna per falsa testimonianza, decide furbescamente di lasciare l’Italia e si trasferisce a Bournemouth, in Inghilterra. Qui, il 12 novembre 2002, viene rinvenuta priva di vita una sarta di 40anni, guarda caso vicina di abitazione di Restivo.  

Un brutale assassinio che, seppur perpetrato lontano dall’Italia, sembra avere un filo conduttore con la vicenda di Elisa Claps.

La donna inglese, Heather Barnett, trovata massacrata nella sua vasca da bagno da una serie di fendenti inferti con delle forbici, ha una ciocca di capelli in mano. Si pensa ad una specie di modus operandi del killer.

Per Scotland Yard non esistono dubbi, è stato Restivo. Nel frattempo la famiglia di Elisa Claps continua quotidianamente ad insistere con la polizia, allo scopo di far riprendere le indagini sulla morte della figlia.

Il fratello della ragazza scomparsa, Guido, punterà varie volte il dito contro il mondo ecclesiastico di Potenza, in quanto, per lui, tende a non fare piena luce sull’accaduto. 
Sarà l’oblio sino al 2009.

Infatti, Il 14 settembre 2009 la polizia inglese, tramite due sue agenti, si reca a Potenza per interrogare alcune persone implicate, a vario titolo, nel caso di Elisa. Loro, vedono un filo conduttore tra i due casi. 
Il 17 marzo del 2010, arriva il momento che tutti aspettano da 17 lunghissimi ed estenuanti anni: un operaio che sta lavorando nel sottotetto della Chiesa, sì la stessa dove avvenne l’incontro tra Elisa e Restivo,  rinviene alcuni resti umani.

Sulle spoglie sono ben riconoscibili l’orologio, gli occhiali e le scarpe della ragazza prima che sparisse, oltre ad un maglione fatto a mano dalla madre.

L’autopsia, dopo poco, accerterà che Elisa era stata percossa svariate volte al torace con un’arma da taglio e quindi uccisa definitivamente per strangolamento.

Le circostanze vogliono che Danilo Restivo, il 20 maggio 2010, sia tratto in arresto in Inghilterra per l’altro efferato assassinio di Heather Barnett.

Il 27 maggio 2010, la magistratura di Salerno, finalmente, dispone l’arresto per Restivo in quanto ritenuto responsabile della morte di Elisa Claps. Dopo ben 17anni!!!
Alcune perizie eseguite dai Ris confermeranno la presenza del DNA di Restivo sulla maglia di Elisa Claps. Perché non è stato fatto a suo tempo?

Intanto, in Inghilterra inizia il processo, mentre la Procura di Salerno, con quasi una ventina di anni di ritardo, chiude le indagini rinviando a giudizio Restivo.

Serial Killer internazionale.

Il 30 giugno 2011, in Inghilterra, Restivo viene condannato all’ergastolo per l’omicidio della sarta Heather Barnett.

A breve distanza, in quel di Potenza, si tengono dopo uno straziante ritardo di 17 anni, i funerali di Elisa Claps.

Ieri l'altro, 23 ottobre 2014, la Cassazione di Salerno impone 30anni di pena all’assassino.

Ancora una volta, in Italia, la giustizia fa tardivamente e malamente…il suo corso! 

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